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Giù le mani dalla sanità pubblica! Mobilitazione generale contro il governo!

Mentre prosegue il piano contro la scuola, Renzi muove un nuovo attacco alla sanità pubblica. Nei termini più odiosi. Vuole che siano tagliati i cosiddetti esami inutili. Cioè quelli che accertano la salute. Ma come si fa ad accertare la buona salute senza esami? In realtà il governo vuole risparmiare sulla pelle dei malati. Vuole costringere milioni di lavoratori, lavoratrici, precari, disoccupati, pensionati, che non possono permettersi i costi dei privati, a rinunciare al controllo sulla propria salute. I medici che prescrivono esami “inutili” saranno puniti. Per ottenere la loro complicità si annulla di fatto il potere di ricorso dei malati. Questo piano di “risparmio” è di fatto un investimento cinico sulla patologia e sulla morte delle persone.
E tutto questo perché? Per risparmiare i miliardi necessari per abolire la Tasi anche sulle case di lusso e l'Imu sui capannoni degli industriali. Cioè per continuare a fare le politiche di Berlusconi puntando all'elettorato di destra. Questo mentre si pretende che ogni (eventuale) anticipo d'uscita dal lavoro sia pagato dalla riduzione pesante di pensioni già da fame; mentre non si destina un euro al rinnovo dei contratti pubblici, bloccati da sei anni; mentre si promuove un nuovo attacco al diritto di sciopero nei servizi pubblici colpiti dai tagli; mentre la Confindustria, amica di Renzi, rifiuta di rinnovare i contratti del settore privato pretendendo lo svuotamento preventivo del CCNL, addirittura chiedendo soldi indietro agli operai.
Cosa bisogna attendere per promuovere una mobilitazione e uno sciopero generale contro il governo e il padronato? I vertici sindacali (inclusi Camusso e Landini) continuano a balbettare senza muovere un dito. Un anno fa promossero una mobilitazione (debole e tardiva) contro il Job Act, per poi condurla su un binario morto. Quest'anno neppure quella. Neppure di fronte a un governo che umilia lo stesso sindacato. Nel migliore dei casi si “critica” il governo con qualche intervista, o si organizza qualche passeggiata. Ma nessuna lotta reale dei lavoratori e delle lavoratrici. E questo mentre avanza un progetto istituzionale reazionario che mira a concentrare nelle mani di Renzi tutti i poteri fondamentali della Repubblica.
Questa paralisi dell'opposizione di classe va archiviata. Occorre rispondere all'offensiva avversaria con una radicalità uguale e contraria. Occorre che tutte le organizzazioni che dicono di stare dalla parte dei lavoratori e delle lavoratrici uniscano nell'azione le proprie forze, promuovendo un vero sciopero generale, capace di bloccare il Paese. Occorre che tutte le avanguardie, ovunque collocate, si battano per questa svolta unitaria e radicale della lotta.
A questa lotta va data una piattaforma di rivendicazioni che unisca lavoratori, precari, disoccupati attorno a una battaglia comune. Solo la classe lavoratrice può liberare l'Italia dalla dittatura dei capitalisti e dei loro governi. Solo un governo dei lavoratori e delle lavoratrici, basato sulla loro organizzazione e la loro forza, può fare pulizia e costruire una società nuova.
Il Partito Comunista dei Lavoratori, l'unico che non ha mai tradito i salariati, si batte in ogni lotta per questa prospettiva.
Partito Comunista dei Lavoratori

No alla repressione di regime - contro i provvedimenti della procura bolognese, al fianco di chi lotta

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La sezione di Bologna del Partito Comunista dei Lavoratori aderisce alla manifestazione di sabato 26 settembre contro gli arresti ai domiciliari e il divieto di dimora a Bologna di alcuni militanti del Tpo e del Collettivo Hobo decisi dalla magistratura bolognese, una delle più asservite al potere del PD, da sempre, tranne per pochi anni, il partito di governo in città.
In prima istanza la "colpa" che gli viene attribuita è quella di essere stati solidali con gli occupanti dello stabile di Viale Vicini, vuoto da anni e che tornerà vuoto perché i poteri forti di questa città (banche,cooperative e costruttori vari) non sopportano che chi ha bisogno di un alloggio occupi quelli sfitti per dare un tetto alla propria famiglia. Persino chi è assegnatario di una casa ACER deve sopportare l'umiliazione di assegnazioni provvisorie (un anno,un anno e mezzo), per poi, scaduto il tempo, tornare ad essere taglieggiati dal cosiddetto "mercato libero".
Inoltre sono imputati per essersi opposti alle manifestazioni delle Sentinelle in Piedi (estrema destra integralista cattolica) e dei fascisti di Forza Nuova dello scorso anno. Così, mentre ai fascisti viene garantita la piena agibilità politica da parte delle istituzioni, la procura bolognese perseguita chi si oppone a questa “nuova” vecchia destra..

Gli attivisti del Tpo e di Hobo  vengono puniti per essere antifascisti e per aver aiutato i senza tetto ad opporsi allo sgombero dello stabile di Viale Vicini, da parte delle forze repressive dello Stato borghese, sempre pronte ad essere forti contro i deboli, soprattutto quando questi ultimi si organizzano per resistere. Vengono colpiti perché nella nuova Italia renziana le lotte vanno annientate; vanno difesi gli interessi economici e le speculazioni padronali; vanno salvaguardati gli spazi ai neofascisti, dovessero mai tornare utili in futuro.

Il Partito Comunista dei Lavoratori è solidale con i compagni colpiti da questi infami provvedimenti ed auspica che al più presto tutti possano veder revocate le varie misure repressive prese nei loro confronti.

Contro Buona Scuola e Governo Renzi RIPRENDIAMO LA LOTTA


A MAGGIO ABBIAMO COSTRUITO UN GRANDE MOVIMENTO: sciopero del 5 maggio, boicottaggio Invalsi, sciopero scrutini, migliaia di assemblee e presidi. Un movimento spinto e sostenuto dal protagonismo di lavoratori e lavoratrici: nei volantini faidate, nei flash-mobs, nei social ed in rete. Un grande movimento costruito su obbiettivi chiari: stabilizzazione di tutti i precari aventi diritto; no alla chiamata diretta; contro la valutazione e la differenziazione degli stipendi. Una critica di massa all'autonomia scolastica.

QUESTO MOVIMENTO HA PERSO UNA BATTAGLIA: il DDL è stato approvato. Non era scontato: Renzi ha vacillato. Ma è passato, contro e sopra le mobilitazioni. Anche per due nostri limiti. Siamo partiti tardi. Si è così impedito il coinvolgimento degli studenti e si è imposto una scadenza ravvicinata alle mobilitazioni (il governo ha imposto il suo testo a scuole chiuse). Ci siamo trovati isolati. Pur in presenza di conflitti diffusi, è stato l'unico movimento di massa contro il governo. Renzi ha quindi potuto tenere e forzare.

QUESTA LOTTA NON SI E’ CHIUSA. Anche il concorsone, la Moratti o il portfolio furono approvati, ma non fecero molta strada. Diverse sono le possibilità di abrogazione o intralcio della legge. Possiamo contrastare questa controriforma, nelle scuole e nelle piazze. Non bisogna semplicemente risparmiare alla scuola gli effetti più deleteri della legge 107 (come dicono CGIL CISL UIL). Non basta contrattare i “criteri” di merito. Non basta che il POF sia riportato nel collegio docenti.

BISOGNA BOICCOTARE LA LEGGE 107. Sciopero attività aggiuntive, ostacolare i Comitati di valutazione, promuovere diffide e ricorsi, applicare rigorosamente i Regolamenti. Ma la battaglia scuola per scuola non può comunque, da sola, fermare la legge: inevitabilmente produrrà differenze (tra istituti e tra docenti). Dobbiamo riprendere il movimento.

SCIOPERO DELLA SCUOLA: UNA GRANDE MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA.

Ma non basta. Come abbiamo visto nella primavera, non si vince solo nella scuola. Questo governo autoritario può esser sconfitto solo da un movimento generale. Bisogna isolare Renzi. Questo governo infatti non colpisce solo la scuola: impone il Job Act (licenziamenti, demansionamenti e controllo); limita il diritto di sciopero e assemblea; vuole disfare i contratti nazionali, per abbassare i salari e dare mano libera al padronato nel controllo sul lavoro (orari, ritmi, turni).

CONTRO IL GOVERNO, SCIOPERO GENERALE.

Per questo dal movimento della scuola deve partire un appello a tutto il lavoro, a tutte le organizzazioni sindacali, per la costruzione di un fronte generale di lotta contro tutte le politiche antipopolari del governo.

Partito Comunista dei Lavoratori

 Volantino scuola PCL settembre 2015

La "vittoria" di chi?

Alexis Tsipras ha vinto clamorosamente la propria scommessa. Ha voluto precipitare le elezioni per capitalizzare la popolarità della propria figura e salvarsi dal fallimento della propria politica. Prima che le masse potessero verificare sulla propria pelle i costi sociali del Memorandum siglato. L'operazione è riuscita oltre ogni previsione. Syriza ha conservato quasi immutata la propria percentuale di voto. Unità popolare ha fallito l'approdo in Parlamento. Tsipras può rifare un governo fotocopia a braccetto col partito reazionario di Anel ( con un abbraccio a Kammenos esibito subito sul podio) disponendo di un gruppo parlamentare più disciplinato. Più disciplinato.. a cosa? Naturalmente al rispetto del terribile piano di austerità e sacrifici dettato dai creditori e sottoscritto da Tsipras.

I Vendola, i Ferrero, gli Iglesias, che oggi plaudono entusiasti all'amico Alexis, sperando di racimolare qualche voto in casa, si trovano in curiosa compagnia. “La vittoria di Syriza rassicura le Borse” recita La Repubblica, guardando i listini festanti. Non è un caso. I circoli capitalistici europei, senza eccezione, salutano positivamente la vittoria di Tsipras. Junker si congratula col vincitore. Hollande brinda al successo di Syriza, nel nome della “sinistra europea” e della “stabilità europea”. Persino il Presidente della commissione esteri del Bundestag (Norbert Roettgen) , protesi di Merkel, giudica “molto positivo” il risultato greco: “Tsipras primo, Nea Demokratia secondo, hanno creato un saldo bipolarismo” dichiara compiaciuto. Il Corriere della Sera (di Banca Intesa) saluta la nuova stagione di “continuità e stabilità” che il voto greco propone “alla Grecia e all'Europa”.

Proprio così. “Continuità e stabilità”: questo cercava e cerca il capitale finanziario in Grecia. Il trionfo di Syriza del 25 Gennaio, sottoprodotto di una lunga stagione di lotte sociali, lo inquietava. I circoli dominanti conoscevano naturalmente la volontà compromissoria di Tsipras, già esibita e promessa in mille conciliaboli, ma temevano la sua difficoltà di subordinare al compromesso le grandi masse e di disciplinare un partito riottoso. La vittoria di Tsipras il 20 Settembre, dopo la certificazione del Memorandum, ha una valenza del tutto diversa. È il miglior risultato che il capitale finanziario potesse attendersi. Paradossalmente un successo di “Nuova Democrazia” ai danni di Syriza avrebbe potuto introdurre - quello sì - una nuova stagione di convulsioni politiche: con una Syriza costretta all'opposizione, un nuovo spazio di ripresa dell'opposizione di massa, un quadro politico basato nuovamente sulla fragilità di vecchi partiti screditati. Invece l'attuale successo di Tsipras, con una percentuale piena, un gruppo parlamentare omogeneo, l'eliminazione dal Parlamento stesso dei suoi contestatori a sinistra, configura un baricentro politico e istituzionale stabile. La risicata maggioranza parlamentare non preoccupa, perchè tutti i partiti borghesi di “opposizione” si sono impegnati a continuare a votare a fianco di Tsipras le misure lacrime e sangue contro i lavoratori greci. E del resto chi meglio di Alexis, col suo comprovato carisma, potrebbe fare da calmiere della rabbia sociale che l'applicazione pratica di quelle misure innescherà presso i settori di massa colpiti?

Ma coloro che parlano di “partita finita”in Grecia, confondono la realtà coi propri desideri.
Certo, Tsipras ha oggi capitalizzato elettoralmente la popolarità della propria immagine e la stanchezza di un popolo stremato. Ha perso mezzo milione di voti verso sinistra o verso un'astensione sfiduciata, ma ha raccolto l'essenziale. “Ho capito che non ci sarà da attendersi molto per il futuro, ma è meglio mettere alla prova questo giovane onesto che affidarsi nuovamente alle vecchie cariatidi corrotte del passato”: così ha ragionato grosso modo il lavoratore greco che ha votato per Tsipras. “Unità popolare”, col suo messaggio riformista nazionalista pro dracma, gli è apparsa un'improvvisazione poco credibile. La sinistra rivoluzionaria era ai suoi occhi troppo debole. Una massa stanca dopo otto anni di lotte, si è dunque affidata a Tsipras più che al suo partito e alla sua politica. E Tsipras investirà questo affidamento popolare in una stabilizzazione del proprio governo, con un probabile successo immediato, a beneficio dei creditori. Ma la ruota della storia non cessa mai di girare. Già i prossimi mesi scandiranno, uno dopo l'altro, tutte le voci del memorandum: a ottobre sarà varato l'aumento dell'età pensionabile, poi scatterà la eliminazione dei sussidi per le pensioni più povere, poi verrà l'aumento di prezzo dei beni alimentari, poi inizierà il grande rilancio delle privatizzazioni a vantaggio dei creditori strozzini che compreranno la Grecia a prezzi di saldo, poi..Quattro anni di austerità sono lunghi. Tanto più lunghi per un popolo ridotto all'indigenza e per una economia già collassata ( quasi - 30% di PIL in otto anni). Le resistenze sociali riprenderanno. L'immagine di Tsipras scolorerà, in un lungo inevitabile logoramento. Nuovi varchi si allargheranno, prima o poi, per il rilancio dell'opposizione di massa. Ogni fatto o esperienza, piccola o grande, proverà che l'unica soluzione vera, l'unica vera alternativa per i lavoratori greci, o è anticapitalista o non è. Mentre il consolidamento di Alba Dorata a destra ricorda che una mancata alternativa anticapitalista può aprire varchi alla peggiore reazione.
Il problema di fondo si ripresenterà dunque immutato: come costruire un partito rivoluzionario all'altezza di questa verità. I nostri compagni greci di EEK (Partito operaio rivoluzionario) saranno in prima fila nella costruzione di questa impresa. L'unica che può dare un futuro ai lavoratori.
Partito Comunista dei Lavoratori

Foto dal corteo di solidarietà internazionalista ai migranti.

Il PCL è a fianco dei lavoratori italiani e immigrati per la massima unità nella lotta di classe: il partito è sceso sabato in piazza a Bologna nel corteo indetto dal SI Cobas per manifestare una solidarietà classista e internazionalista ai migranti in fuga dalla miseria e dalla guerra causate dalle politiche delle potenze imperialiste, Italia e Unione Europea in primis.

In piazza Maggiore, a fine corteo, sono intervenuti i compagni Marceca e Doro, portando il saluto del partito e dell'Opposizione CGIL: continuare la lotta per un sindacato di classe e per una politica anticapitalista e rivoluzionaria, in Italia come in Medio Oriente e nel mondo!






























Il PCL aderisce al corteo di solidarietà internazionalista

Il PCL aderisce al corteo di solidarietà internazionalista a fianco di migranti e profughi, per un'Europa senza barriere, indetto dal Si Cobas Bologna, sabato 19 settembre, ore 15

 

Il Partito Comunista dei Lavoratori aderisce alla manifestazione nazionale indetta dal Si Cobas per il prossimo 19 settembre a Bologna per sostenere le ragioni dei migranti e dei profughi che sono giunti e che stanno giungendo nei paesi dell'Unione Europea.
La cosiddetta "emergenza profughi" non è un problema umanitario a seguito di una catastrofe naturale, ma la conseguenza diretta di fenomeni politici che chiamano in causa direttamente il cosiddetto Occidente. La fuga dalla guerra e dalla povertà é figlia diretta delle politiche dei paesi capitalisti, dell'imperialismo dei paesi europei (concretizzatosi anche con veri e propri interventi militari anche da parte dell'Italia come in Libia, con i brillanti risultati oggi evidenti a tutti), del colonialismo e della guerra permanente perseguiti dallo stato sionista israeliano che oggi è di fatto un alleato militare indiretto dell'Isis. La stessa distinzione che i governi Ue vogliono imporre tra profughi di guerra e migranti per motivi economici rispecchia in pieno il classismo a cui si ispirano le varie scelte di politica estera.
Il PCL rigetta ogni approccio "buonista e solidale", ma rilancia la necessità di una politica internazionale rivoluzionaria che ponga il tema della fine dei conflitti e il rovesciamento dei regimi attuali per una transizione verso una federazione laica e socialista nel Medio Oriente, in un quadro in cui venga riconosciuto al popolo curdo il pieno diritto all'autodeterminazione.
Dall'altro versante deve essere lanciata una vera e propria battaglia contro il razzismo istituzionale dei regimi di destra e estrema destra dei paesi dell'est Europa - Ungheria, Polonia, Repubblica ceca; così come contro la campagna di odio della Lega Nord e dei suoi alleati fascisti che ancora una volta tentano di distogliere il proletariato dall'attenzione ai suoi nemici naturali per portarli sul terreno della più becera xenofobia.

Il concentramento del corteo è previsto SABATO 19 SETTEMBRE 2015, ore 15 a Piazza Unità, BOLOGNA:
alle spalle della Stazione centrale della città, circa 600 metri; uscire dal retro in Via Carracci (area della stazione TAV) e prendere via Antonio di Vincenzo (perpendicolare nella zona della via a destra dell’uscita); alla quinta strada a destra – via Donato Creti – girare a destra per 150 metri e arrivate in piazza dell’Unità.
Partito Comunista dei Lavoratori

Renzi annuncia nuove bastonate contro lavoratori e lavoratrici

Renzi prepara nuovi colpi. Cerca di recuperare consenso a destra, continuando a realizzare le politiche di Berlusconi. Lo ha fatto sull'articolo 18. Vuole ripeterlo con l'abolizione delle tasse su tutte le prime case, incluse quelle di lusso, e con un nuovo abbattimento di IRES e IRAP. A vantaggio dei profitti. Chi paga? La sanità, con nuovi tagli massicci. I servizi pubblici, sempre più cari e scadenti, nuovamente privati di fondi. Le pensioni: se anticipi sui famigerati tetti Fornero, pagherai con la pesante riduzione di un assegno già miserabile. La scuola pubblica: i tagli della Gelmini restano intatti, mentre le scuole private continuano ad incassare.
Confindustria esulta. Ovvio. Questo è un governo che regala ai padroni ciò che vogliono: lavoratori licenziabili, decontribuzione, contratti nazionali svuotati, riduzione delle tasse. Il tutto a carico del lavoro. Non solo: Renzi vuole concentrare tutti i poteri nell’uomo solo al comando. Una garanzia definitiva, per i padroni, di “governabilità” della loro rapina.


UNIRE LE LOTTE IN UNA SOLA

E' necessario dire basta. E' necessaria una ribellione di massa di lavoratori, lavoratrici, precari, disoccupati/e. Basta austerità, basta sacrifici, per ingrassare i profitti del capitalismo! Basta con l'attacco ai diritti sindacali e democratici, a vantaggio di industriali e banchieri! E' ora di voltare pagina.
Il movimento della scuola ha dato il via, aprendo un varco. E' necessario allargare quella breccia. A partire dal rinnovo dei contratti (meccanici, tessili, chimici, alimentaristi), che Confindustria non vuole. A partire dai lavoratori pubblici in attesa di un contratto che il governo nega. Soprattutto occorre rompere l'isolamento delle lotte.
Sedici milioni di salariati sono una forza enorme, che va organizzata ed unita: un grande fronte unico di lotta attorno ad una piattaforma di rivendicazioni unificante. Il lavoro che c'è sia distribuito fra tutti, con una riduzione dell'orario a parità di paga. Le leggi che precarizzano siano abrogate, per cancellare super sfruttamento e caporalato. I disoccupati abbiano diritto a un salario degno. Non si dica che i soldi non ci sono: basta dare un'occhiata agli astronomici profitti delle principali banche italiane. Il punto è imporre l'interesse della maggioranza della società contro la dittatura di una piccola minoranza. Cioè contro il capitalismo.
La Grecia ci insegna una cosa: il capitalismo non è riformabile. La pretesa di Tsipras di un compromesso onorevole si è risolta in una capitolazione totale. Il capitalismo o lo combatti o lo subisci. O ti batti per un governo che rifondi su basi nuove la società o ti condanni a gestire il continuo peggioramento della condizione di lavoratori e lavoratrici. Questo è il bivio.
Creare il partito che si batta in ogni lotta per una prospettiva di rivoluzione, è l'impegno quotidiano del Partito Comunista dei Lavoratori. L'unico che non ha mai tradito i salariati.

UNA ALTERNATIVA ANTICAPITALISTA

Partito Comunista dei Lavoratori - volantino settembre 2015

FESTA RIVOLUZIONARIA 11 E 12 SETTEMBRE


Programma

Venerdì 11/09 ore 21: Fabbrica, scuola, casa - prospettive delle lotte sociali nel bolognese con operai della Titan, insegnanti e inquilini del comitato di via Gandusio.

A seguire concerto de
L' Ondes

Sabato 12/09 ore 21:
La lotta di classe in Grecia - con Tiziana Mantovani dell'Esecutivo nazionale del PCL.

A seguire concerto dei Fitzroy (Matteo Iamarrone) e Cigarilla Disonasty

Tutti i giorni dalle 19:
cucina, bar, libreria 

La festa si terrà al circolo Iqbal Masih, in via dei Lapidari 13L: per chi viene da fuori, prendere l'uscita 6 della tangenziale di Bologna; via dei Lapidari è una traversa di via dell'Arcoveggio, non distante dalla tangenziale.