Pages

sabato 9 ottobre 2021

Le lezioni servono solo per chi le sa ascoltare

 


Il voltafaccia di Angelo D'Orsi, che vota PD perché “si è spostato a sinistra” (!)

«Ho constatato che Lo Russo nel corso della campagna elettorale ha raccolto varie indicazioni del mio programma e ha avuto un sia pur misurato ma evidente spostamento a sinistra». (La Stampa, 7 ottobre)

Con questa dichiarazione il professor Angelo D’Orsi – lo storico candidato a sindaco del Partito della Rifondazione Comunista, Potere al Popolo, PCI e Sinistra Anticapitalista a Torino – ha motivato sul quotidiano della FIAT il proprio voto per il candidato del PD Lo Russo in vista del ballottaggio.

A Torino il PD è da sempre il partito della FIAT. Il partito che in città e alla Regione ha amministrato per decenni gli interessi del padronato, delle banche, delle grandi società immobiliari. Il partito della privatizzazione della sanità, della svendita dei trasporti pubblici, degli sfratti. Il partito del TAV, delle questure e delle procure nella repressione di centinaia di attivisti.

Ora il professor D’Orsi ci informa che il PD si è «spostato a sinistra». Uno spostamento «misurato» ma «evidente». Come sarebbe avvenuto il miracolo? Ma è semplice: Lo Russo ha raccolto le «indicazioni» di D'Orsi. Quando? Nel corso della campagna elettorale, perbacco! Durante i confronti pubblici tra candidati sindaci, mentre D'Orsi parlava Lo Russo prendeva appunti, abbagliato dalle illuminazioni irresistibili del professore. Lo spostamento a sinistra è avvenuto così, inavvertitamente, per forza inerziale delle parole di uno storico. Ci avevano raccontato che D'Orsi era uno storico materialista, uno convinto del peso degli interessi materiali nel conflitto di classe. Sarà. Di certo il suo materialismo chiude un occhio quando si tratta delle... idee di D'Orsi. In quel caso le idee spostano montagne. Nel caso concreto, il PD e il suo programma.

Il punto è che D'Orsi ha commesso uno sgarbo. Si è dimenticato di avvisare PRC, PaP e Sinistra Anticapitalista che durante la campagna elettorale il PD si stava spostando a sinistra, grazie al suo benefico effetto di persuasione. Non sappiamo se non ha avvisato per falsa modestia, non volendo esibire le proprie capacità taumaturgiche, oppure perché voleva incassare il voto del primo turno per poi rivenderselo al turno successivo, come potrebbero pensare i soliti malpensanti. Resta il fatto che uno sgarbo è uno sgarbo. E PRC, PaP, Sinistra Anticapitalista sembra ci siano rimasti male.

Suvvia professore! PRC, PaP, SA l'avevano presentata non solo a Torino ma in tutta Italia come manifesto vivente della celebrata unità di una sinistra autonoma e alternativa – che solo trinariciuti settari come noi si ostinavano a non vedere – e lei si dimentica di avvisarli che il loro sostegno è servito per... spostare a sinistra il PD? Non sapendo e potendo trovare un equilibrio tra loro si erano affidati a lei, usandola per raggruppare voti, e lei li ripaga con questa moneta? Non è un esempio di generosità e gratitudine.

Però anche PRC, PaP e SA quanto a vuoti di memoria non scherzano. I nomi di Antonio Ingroia e di Barbara Spinelli non dicono niente? Potremmo citare decine di casi analoghi sui territori nel corso degli ultimi dieci anni. Ogni volta quintali di retorica spesi a spiegare le virtù di candidati civici, nel segno dell'apertura alla società civile, della cosiddetta cittadinanza democratica e progressista e del superamento della vecchia logica di partito, hanno selezionato candidati illustri che non rispondevano a nessuno se non a sé stessi, fuori da ogni vincolo di appartenenza condivisa e progetto comune. Pronti a trasmigrare per altri lidi dopo aver preso i voti, o semplicemente dileguati nel nulla. È stato uno dei prezzi pagati all'abbandono della centralità di classe. Il voltafaccia del professor D'Orsi ha solo confermato la regola.

Eppoi il professor D'Orsi avrebbe anche lui qualche buon argomento da sollevare. Il PRC è stato partito di governo col centrosinistra per cinque anni nazionalmente (tra primo e secondo governo Prodi), e per diversi anni anche al comune di Torino con la giunta Chiamparino, quella targata FIAT per eccellenza. Ogni volta la ragione pubblica era “spostare a sinistra il PDS/DS/PD” con la propria azione di pressione. Ogni volta è accaduto l'opposto, con il coinvolgimento compromissorio del PRC nelle politiche padronali, a tutto vantaggio delle destre. D'Orsi potrebbe dunque rivendicare con qualche diritto di richiamarsi alla tradizione del partito. In fondo lui al momento si limita a un'indicazione di voto, non prenota (ancora) assessorati. Perché tanto scandalo?

Stupisce invece lo stupore di PaP, che ora si straccia le vesti gridando al tradimento del programma concordato. Sembrano Alice nel paese delle meraviglie. I programmi formali sono pezzi di carta, ciò che conta sono i programmi reali, i codici politici che li sorreggono, i riflessi condizionati che li accompagnano, i candidati che selezionano. Era davvero così imprevedibile che un candidato civico che non risponde a nessuno, ma sicuramente non in difetto di autostima, dichiarasse al secondo turno il pubblico voto per il PD convinto di averlo spostato a sinistra? “Il professor D'Orsi non sa dove vive!” protesta ora PaP. Il sospetto è che sia PaP a non aver compreso con chi si metteva. Sono gli infortuni di un civismo sociale e di lotta molto elettoralista e con illusioni istituzionali. De Magistris docet.

Quanto a Sinistra Anticapitalista, il suo destino è quello di fare i reggicoda, eternamente critici, dei riformisti, esponendosi a corpo morto all'effetto boomerang dei loro disastri. Il tutto naturalmente nel nome sempreverde dell'unità.
È il caso di dire che le lezioni sono importanti solo per chi voglia ascoltarle.

Noi continuiamo a perseguire un'altra strada: la massima unità nelle lotte e al tempo stesso la massima autonomia politica e programmatica dai cartelli riformisti. I voti che prendiamo, tanti o pochi che siano, non sono e non saranno mai prestati ad altri programmi, tanto meno ad altre classi. Sono e saranno investiti nella costruzione controcorrente di un partito rivoluzionario, l'unico partito di cui i lavoratori e le lavoratrici hanno bisogno.

Partito Comunista dei Lavoratori