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giovedì 11 novembre 2021

Dall'assalto fascista alla sede della CGIL al divieto di manifestare

 


Il governo di Draghi cerca di chiudere il cerchio

Noi sosteniamo convintamente la vaccinazione di massa perché crediamo che la tutela delle lavoratrici e dei lavoratori venga prima dell’aspirazione egoistica alla propria libertà irresponsabile da parte del borghese piccolo piccolo.

Questa aspirazione reazionaria, farcita di argomentazioni antiscientifiche e utilizzata dai fascisti, non promette nulla di buono alle lavoratrici e ai lavoratori che per la stragrande maggioranza hanno ritenuto giusto e doveroso vaccinarsi, nel rispetto dell’incolumità propria e dei propri compagni di lavoro.

Altrettanto diciamo che la salvezza dello “shopping natalizio”, sacralmente assicurato dagli esponenti del governo, non può valere la negazione del diritto a manifestare contro le politiche antioperaie del governo Draghi.

Se per far ripartire il meccanismo dell’accumulazione capitalistica, che passa come un rullo compressore sopra i corpi delle lavoratrici e dei lavoratori come dimostrato dal tragico stillicidio giornaliero degli incidenti, oltre che dalla massa di contagi, per altro in ripresa, sui luoghi di lavoro, si è costretti a recarsi in tali luoghi tutti i giorni, allora si deve aver assicurato il diritto a manifestare contro le condizioni inumane di lavoro a cui i padroni costringono una parte sempre crescente di operaie e operai.

Gli interessi dell’imperialismo italiano, che non si cura di tutelare effettivamente la salute delle classi popolari, come dimostrano il mancato sostegno al sistema sanitario pubblico, ultima voce del PNRR e per giunta in massima parte destinata a finanziare la sanità privata, e gli scandali svelati dalle inchieste giornalistiche riguardo la gestione del piano pandemico da parte del governo in collusione con le associazioni padronali (vedi il caso della Val Seriana oggetto delle indagini della magistratura), non hanno nulla che vedere con gli interessi della classe lavoratrice.

Il divieto di manifestare, anche se fosse limitato oggi alle settimanali manifestazioni reazionarie dei no-vax, a questo punto è una pura espressione dello stato d’eccezione, ossia semplicemente il disvelamento della dittatura di classe della borghesia, che da domani può usarlo contro il movimento operaio e antagonista, la sinistra, i rivoluzionari.

Solo la costruzione di una grande mobilitazione unitaria della classe lavoratrice, a cominciare dalla proclamazione dello sciopero generale e prolungato, può piegare questa dittatura di classe e aprire una fase nuova in cui la salute e la libertà di 16 milioni di salariati siano effettivamente tutelati.

Partito Comunista dei Lavoratori