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venerdì 10 dicembre 2021

Dallo sciopero della scuola a uno sciopero generale prolungato e di massa

 


Gli ultimi anni sono stati all'insegna del dubbio e dell'incertezza per le centinaia di migliaia di insegnanti e ATA, precari e di ruolo.


La scuola, i suoi lavoratori e lavoratrici e i suoi studenti hanno vissuto un periodo di estrema difficoltà a causa della perenne carenza di interventi per aumentare il salario del personale (docente e ATA) e gli organici di ruolo, con un reale piano di stabilizzazioni basato sulla valorizzazione del servizio, e della mancanza di un reale piano per la messa in sicurezza delle strutture scolastiche. La situazione generatasi con la pandemia di COVID-19 ha amplificato a dismisura queste problematiche, acuite da ministri sordi ad ogni istanza, come la pentastellata Azzolina e la sua retorica del merito e della selezione dei docenti, che ha portato ad un concorso straordinario che non ha fatto che umiliare i partecipanti, docenti con anni e anni di servizio.


LO SCIOPERO DEL 10 DICEMBRE E LE SUE PROSPETTIVE

Dinnanzi alla ostilità verso i lavoratori della scuola manifestata più volte dal ministro Bianchi, non può che essere positiva, seppur estremamente tardiva, la giornata di sciopero proclamata dalle organizzazioni maggioritarie tra i lavoratori e le lavoratrici della scuola (FLC CGIL, UIL Scuola, Gilda, Anief e SNALS) insieme ad alcune realtà del sindacalismo di base, come i Cobas scuola e la Cub Sur. Una mobilitazione che deve, contro ogni logica corporativistica, favorire l’unità delle vertenze dei lavoratori, impedendo così le logiche di divisione che i governi portano avanti da decenni, in un'ottica di progressiva privatizzazione. L'autonomia scolastica e i primi esperimenti di autonomia differenziata in regioni a statuto speciale come il Trentino-Alto Adige ne sono l'esempio lampante. Alle 18 ore settimanali si sono aggiunte 2 ore in più da prestare eventualmente per supplenze. Inoltre, tutti i docenti altoatesini devono prestare ben 220 ore annue come attività funzionali all'insegnamento, il tutto in cambio di un aumento lordo di poche centinaia di euro.


CONCORSI O MACELLERIA SOCIALE?

Il concorso straordinario svolto in piena pandemia per i docenti con tre anni di servizio è stato magnificato come un grande rimedio al precariato. Peccato che sia stato un concorso per soli 32.000 posti, nonostante le cattedre vacanti nella scuola secondaria di primo e secondo grado siano ben 123.000. Nella valutazione degli elaborati hanno contato più le soggettività dei commissari che gli anni di servizio, umiliando così il lavoro di decine di migliaia di insegnanti. Il fatto che sia stato promosso soltanto il 40% dei partecipanti, lasciando oltre 10.000 cattedre vacanti di quelle messe a concorso, conferma la volontà divisiva di questo concorso e dei dicasteri Bussetti, Fioramonti, Azzolina e Bianchi. I concorsi STEM non hanno che confermato questo indirizzo politico.


LE PROPOSTE DEL PCL.

Come Partito Comunista dei Lavoratori, per combattere il precariato e contrastare il palese progetto di progressiva privatizzazione della scuola, portato avanti tenacemente dai governi di centrodestra e centrosinistra che si sono succeduti in questi anni, proponiamo:

- Un reale aumento salariale di 350€ netti, per portare gli stipendi di docenti e ATA in linea con la media europea.

- la stabilizzazione di tutti gli insegnanti precari: siamo per un piano di assunzioni che parta dalla trasformazione dell'organico di fatto in organico di diritto e l'ingresso di tutti gli insegnanti con tre anni di servizio in un processo di formazione e stabilizzazione.

- Un grande piano di lavori pubblici per la scuola: è urgente provvedere al risanamento degli oltre 2400 siti scolastici nei quali è stata accertata la presenza di amianto, e alla messa in sicurezza di tutte le scuole i cui plessi non sono a norma di criteri antisismici.

- No al blocco per i neoassunti, sia esso quinquennale che triennale: ogni lavoratore deve avere il diritto di poter lavorare vicino alla propria famiglia.

- Internalizzare tutti gli educatori, il personale scolastico e dei servizi: il settore delle cooperative sociali è una vera giungla dove migliaia di educatori, soprattutto giovani e donne, sono sfruttati con bassi salari. Chiediamo l'assunzione di tutti gli educatori con lo stesso profilo negli enti locali.

- No ad ogni proposta di autonomia differenziata.

- Una patrimoniale del 10% sul 10% più ricco. Solo così si potranno colmare decenni di miliardi di euro di tagli, anche all'istruzione.

- Cancellazione delle leggi di precarizzazione del lavoro e di tutte le esternalizzazioni, e regolarizzazione dei lavoratori precari. A pari lavoro pari diritti.

- Eliminazione di tutti gli abusi e delle discriminazioni di genere nei luoghi di lavoro.

- Il lavoro che c'è va ripartito fra tutti, attraverso una drastica riduzione dell'orario di lavoro a parità di paga: 30 ore pagate 40.

- Introduzione di un salario minimo intercategoriale di 1.500 euro; salario garantito in caso di disoccupazione o inoccupazione.

- Abolizione della legge Fornero. Diritto di lavoro a 60 anni o dopo 35 anni di lavoro.

- Tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro sotto il controllo di chi lavora. Massima sicurezza nelle scuole con l’aumento e perfezionamento delle misure anti-Covid. Raddoppio dell'investimento nella sanità pubblica, con l'esproprio di quella privata, e un vasto piano di assunzioni a tempo indeterminato nel servizio sanitario nazionale: per ricostruire la medicina territoriale, fare una seria azione di tracciamento, moltiplicare le sedi di vaccinazione.

- Coordinamento nazionale e costruzione di una assemblea nazionale di delegati/e per decidere il percorso di lotta e unificare tutte le vertenze e le lotte frammentate!

- Costituzione di casse di resistenza per sostenere le lotte!

Con queste rivendicazioni il Partito Comunista dei Lavoratori interviene nella mobilitazione della scuola e dà il suo contributo affinché il 10 dicembre sia una giornata nazionale di lotta, che costituisca un punto di partenza. Indicando la necessità di attraversare la giornata di sciopero generale del 16 dicembre indetto dalla CGIL e dalla UIL con la rivendicazione di uno sciopero generale vero, unitario, prolungato e di massa.

Consapevoli che solo una mobilitazione generale che unifichi tutti i settori del lavoro - pubblico e privato - e degli studenti, possa mandare a casa questo governo nemico di chi lavora.

Solo un governo dei lavoratori e delle lavoratrici potrà soddisfare gli interessi della classe lavoratrice e delle masse popolari!

Partito Comunista dei Lavoratori