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lunedì 20 dicembre 2021

Manifestazione contro la chiusura della Speedline di S. M. di Sala (Ve)

 


Solidarietà di lotta ai lavoratori e lavoratrici da parte del PCL. Contro chiusure e licenziamenti occupare, espropriare, nazionalizzare. Costruiamo lo sciopero generale di massa e continuativo

Testo distribuito nella giornata di domenica 19 dicembre, alla manifestazione dei lavoratori e delle lavoratrici della Speedline di Santa Maria di Sala, in provincia di Venezia. La multinazionale svizzera Ronal, proprietaria dello stabilimento che produce cerchi in lega per auto, ha annunciato la chiusura del sito entro il 2022, indicando la volontà di delocalizzare la produzione in Polonia. Vengono così colpiti 800 lavoratori, di cui 500 diretti, 100 in somministrazione e 400 dell’indotto. Nell'occasione è stato distribuito anche l'appello "Unire le lotte contro i licenziamenti"


Non si ferma l’avidità di profitti e l’arroganza padronale: altre centinaia di lavoratori e lavoratrici colpiti dal terribile annuncio della chiusura e della delocalizzazione della loro fabbrica. Non dobbiamo permetterlo!

Il Partito Comunista dei Lavoratori esprime la propria e totale incondizionata solidarietà e sostegno ai lavoratori e lavoratrici della Speedline, impegnati in una dura vertenza che non può e non deve rimanere isolata.

La notizia della sospensione della procedura di delocalizzazione da parte della Ronal, solo per il periodo della trattativa, è di sicuro positiva, ma non basta! I lavoratori dovranno tenere alta la guardia! bisogna evitare che nella fase di discussione si inserisca il solito canovaccio che tristemente ha accompagnato quasi tutte le vertenze di questi anni: ammortizzatori sociali, ridimensionamenti accompagnati da buone uscite - tra l’altro anche in Speedline negli ultimi 15 anni ci sono stati ridimensionamenti fatti digerire ai lavoratori - e alla fine false promesse di re-industrializzazione, come successo in Whirlpool.

I lavoratori e le lavoratrici della Speedline non hanno che da contare sulla loro forza organizzata, cercando di collegarsi alle altre vertenze che sono in campo a livello nazionale. Come possono i lavoratori fidarsi delle istituzioni? Le stesse che sostengono un governo che sta varando una manovra di bilancio lacrime e sangue, in cui anche l’emendamento inserito sulle delocalizzazioni, contestato giustamente dalla stessa FIOM, non dà alcuna garanzia per i lavoratori e nei fatti agevola le imprese a fare quel che gli pare: una vera truffa! Le stesse istituzioni che esprimono un sindaco che si permette di offendere i rappresentanti dei lavoratori e delle lavoratrici!

Bisogna allora ripartire dalla centralità del movimento operaio e dalla sua autonomia rispetto a chi negli anni ha tradito le ragioni di classe e le esigenze dei lavoratori e delle lavoratrici, unificando le diverse vertenze tra loro separate e disperse: dalla Caterpillar alla Saga Coffe, da quelle della logistica all’Alitalia, alla Whirlpool e tutte le lotte e resistenze in corso.

A partire dall'iniziativa avanzata di lotta dei lavoratori della GKN contro i licenziamenti e contro le delocalizzazioni, bisogna rivendicare la nazionalizzazione sotto il controllo di chi ci lavora delle aziende che licenziano e chiudono e costruire un percorso di coordinamento e unificazione tra settori lavorativi e territori diversi.

• Uniamo le lotte, i padroni si fanno forza delle nostre divisioni!
• Costruiamo un’assemblea nazionale di delegati/e per condividere i percorsi di lotta!!
• Apriamo casse di resistenza per sostenere gli scioperi, le vertenze e le occupazioni!
• Via le leggi di precarizzazione del lavoro! Basta col lavoro somministrato!
• Riduzione generale dell’orario di lavoro a parità di paga: 30 ore pagate 40! Il lavoro va diviso tra tutte e tutti!
• Salario medio garantito di 1500 euro mensili a tutte le categorie di lavoratori! Basta salari da fame!
• Tutela sotto il controllo di chi lavora della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro!
• Abolizione della legge Fornero, diritto alla pensione a 60 anni o dopo 35 anni di lavoro!
• Facciamo pagare la crisi a chi non ha mai pagato, patrimoniale del 10% sul 10% più ricco!

Lo sciopero generale del 16 dicembre proclamato dalla CGIL e alla UIL, nonostante la debolezza della piattaforma e dei limiti del suo percorso di costruzione, è stato un momento importante di lotta, ma non sufficiente: dobbiamo lanciare una vertenza generale, dando centralità al tema delle delocalizzazioni, dei licenziamenti e delle chiusure aziendali, e avanzare la necessità della rivendicazione di uno sciopero generale vero, unitario, prolungato e di massa.

Partito Comunista dei Lavoratori