Il Partito Comunista dei Lavoratori-sezione di Bologna esprime la più ampia solidarietà e vicinanza alla compagna Marta Collot, apprendendo dello stupro da lei subito tre anni fa in un parco della Bolognina e dello stalking di cui è vittima da tempo.
Esprime inoltre il massimo sdegno per il non luogo a procedere deciso dalla magistratura bolognese nei confronti del soggetto che la molesta da ormai due anni.
Da comunisti rivoluzionari non abbiamo alcuna fiducia nella magistratura borghese, e sappiamo bene come vi siano due pesi e due misure: i compagni che nel luglio del 2001 hanno manifestato al G8 di Genova hanno subito condanne fino a 13 anni di carcere, imputati addirittura del reato di devastazione e saccheggio mutuato dal codice Rocco di epoca fascista, mentre la violenza patriarcale e misogina viene fatta passare come un reato di secondaria importanza, non degno neppure di essere perseguito con un processo penale!
Contro ogni colpevolizzazione delle vittime (quante volte abbiamo sentito frasi vergognose come "vestire così se la cercano", "sì ma era ubriaca, cosa si aspettava succedesse!" ecc.), contro ogni discriminazione ed abuso nei confronti delle donne e delle persona LGBTQIA+.
Per una società socialista ed egualitaria, contro ogni forma di patriarcato, per la donna libera dall'oppressione dell'uomo ed entrambi liberi dallo sfruttamento del capitale,
massima solidarietà alla compagna Marta Collot.
LO STUPRATORE NON È UN MALATO,
È FIGLIO SANO DEL PATRIARCATO!
Partito Comunista dei Lavoratori - sez. di Bologna