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giovedì 24 ottobre 2024

ENNESIMA STRAGE DI LAVORATORI. ENNESIMO CRIMINE ODIOSO DEL CAPITALISMO

 


Testo del volantino che verrà distribuito nella giornata del 25 ottobre in occasione del presidio davanti alla Prefettura di Bologna

Le lavoratrici e i lavoratori avevano già denunciato le condizioni di sicurezza precarie del lavoro alla Toyota Material Handling. Ma l’azienda è andata avanti mettendo così in conto questa ennesima strage. Perciò non è il caso di parlare di morti accidentali o di morti bianche. Ma di veri e propri omicidi.

È la logica della massimizzazione dei profitti, è la logica del capitale per cui la sicurezza è un costo

Questo vale tanto a livello di singole imprese che a livello governativo. Il degrado della legislazione sul lavoro procede da almeno trent'anni. Passa per l'introduzione del pacchetto Treu col primo governo Prodi (1997) che aprì la breccia della precarizzazione del lavoro. Passa per la successiva legge 30 del ministro Maroni (2003) del secondo governo Berlusconi che cancellò la parità di trattamento lungo la filiera degli appalti. Passa per la cancellazione dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori ad opera del governo Renzi (2014), che accentua a dismisura la ricattabilità dei lavoratori anche sul terreno delle normative di sicurezza. Passa per i tagli sulle ispezioni e gli ispettori, ridotti ormai a circa duecento su scala nazionale. Persino gli indennizzi per le famiglie delle vittime del lavoro, già miserabili, sono stati tagliati negli anni (da 12,5 milioni del 2012 ai 3 milioni attuali), pur di risparmiare risorse da destinate alle imprese o alle banche in fatto di debito pubblico e relativi interessi.

I morti sul lavoro non cadono per violazione delle leggi, ma per lo più nel loro rispetto.
In compenso, nessuna delle grandi aziende coinvolte nei crimini sul lavoro ha mai veramente pagato. Non a caso i crimini capitano spesso in aziende già coinvolte in precedenti “incidenti” o nelle quali, some nel caso della Toyota, erano già state denunciate condizioni di lavoro non sicure.

E ora? I partiti borghesi sia di governo che di opposizione piangono lacrime da coccodrillo mentre i sindacati confederali dietro il vorticare di parole si guardano bene dal proclamare una seria piattaforma di lotta generale, e un impegno serio nella sua promozione.

Su questo si deve invece unire tutta l’avanguardia sindacale e le organizzazioni che fanno riferimento alla classe lavoratrice. La pace sociale, e la compromissione sindacale nelle politiche padronali e governative, hanno prodotto nei decenni l'arretramento del lavoro. Solo una mobilitazione generale di milioni di lavoratori e lavoratrici può ribaltare i rapporti di forza e porre al centro dello scontro la condizione complessiva dei lavoratori e delle lavoratrici.

·       Controllo operaio sulle condizioni del lavoro

  •     Obbligo per le aziende di investire sulla formazione sulla sicurezza sul lavoro non demandandola ad un sistema di informazione periodica largamente insufficiente come quello attuale
  •       Cancellazione di tutte le leggi di precarizzazione del lavoro e dei subappalti
  •          Investimento massiccio per l’assunzione di migliaia di ispettori da mandare nelle aziende senza preavviso
  •         Nazionalizzazione delle imprese che si rendano colpevoli di gravi incidenti sul lavoro o di malattie professionali
  •         Introduzione dell’omicidio sul lavoro

Con una necessaria consapevolezza di fondo: la società borghese è in quanto tale una associazione a delinquere. Solo un governo dei lavoratori e delle lavoratrici potrà fare giustizia.

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

SEZ. DI BOLOGNA