“Non sono pacifista, sono contro la guerra”. Questa frase ricorrente sulle labbra di Gino Strada è richiamata in queste ore da tanti sepolcri imbiancati che si dichiarano pacifisti ma hanno votato le guerre. Non mischieremo il nostro ricordo di Gino Strada col loro.
Gino Strada non è stato certo un comunista rivoluzionario, né ha mai preteso di esserlo. Ma ha contrastato con coerenza le guerre dell’imperialismo, a partire da quelle cui ha partecipato l’imperialismo italiano. Ha contrastato la prima guerra del Golfo, costitutiva del nuovo ordine mondiale dopo il crollo del Muro. Ha denunciato la guerra della NATO in Jugoslavia, cui il governo D’Alema partecipò in prima fila, senza neppure il voto formale del Parlamento. Ha soprattutto denunciato la vera natura imperialista della guerra in Afghanistan, quella che ora si sta risolvendo nella rivincita dei tagliagole talebani, cui le politiche dell’imperialismo e dei suoi agenti corrotti ha spianato la strada.
Questo noi oggi lo vogliamo ricordare. E lo possiamo fare senza imbarazzo. Perché anche noi, da un versante rivoluzionario, abbiamo contrastato quelle guerre, l’aumento delle spese militari, il finanziamento delle missioni, l’ipocrisia delle menzogne “democratiche” o “umanitarie” dei governi che li promuovevano e delle sinistre che li votavano, in cambio di ministeri, o di sottosegretariati, o di cariche istituzionali. Gino Strada era di un’altra pasta, non aveva la lingua biforcuta, non amava contorsioni e bizantinismi quando si parlava di guerra. Non era opportunista, e non è cosa da poco.
Gino ha inoltre rivendicato il diritto alla salute come diritto universale. A un giornalista televisivo che un anno fa in piena pandemia gli chiedeva un parere sul rapporto tra sanità pubblica e sanità privata ha risposto con semplicità: “La sanità dovrebbe essere tutta pubblica, la sanità privata non dovrebbe esistere”. Con la stessa passione ha sostenuto il diritto universale e gratuito al vaccino, contro il brevetto delle multinazionali, ma anche contro le idiozie no vax. Denunciando sempre i tagli criminali alla sanità pubblica per pagare il debito pubblico alle banche che tutti i governi hanno compiuto e che sono tanta parte della tragedia sanitaria in corso.
Questo vogliamo ricordare di Gino Strada, persona generosa, onesta, autentica. A differenza di tanti che oggi lo ricordano in morte dopo aver calpestato i suoi valori in vita.
Addio Gino, che la terra sia lieve.