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venerdì 31 dicembre 2021

Al fianco di Mimmo Lucano


 In una società a misura d'uomo i diritti umani non possono subire limitazioni in base alla nazionalità e ai confini. Ogni individuo in quanto tale dovrebbe godere degli stessi diritti.


Poco meno di un mese fa in Svizzera, nella città di Berna, è stato consegnato a Domenico Lucano “il 26esimo premio libertà", perché nei rapporti con i profughi del Mediterraneo, sbarcati sulle spiagge, osa percorrere delle strade completamente nuove.

Egli considera queste persone come una chance, le integra in modo costruttivo nel suo Comune, affrontando in questo modo la decennale emigrazione della popolazione calabrese. «Mimmo Riace» è un pioniere per l’atteggiamento umano dell’Europa nei confronti dei profughi provenienti dall’Africa e dal Medio Oriente”!

Viceversa in Italia il becero sciovinismo troglodita, trasforma Mimmo Lucano da “pioniere dell’integrazione” a uomo dedito all’associazione a delinquere, responsabile di crimini come: abuso d’ufficio, truffa, concussione, peculato, turbativa d’asta, falsità ideologica e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, insomma da filantropo a delinquente. Questo emerge dalla motivazioni depositate dal Tribunale di Locri.

Risulta chiaro che l’accusa a Mimmo Lucano è un’accusa politica. Solo uomini congelati dal giustizialismo borghese, capaci solo di “eseguire gli ordini” possono apprezzare tali accuse. La vicenda Lucano non è una vicenda che lucra il modello normo-costituito borghese, molto più semplicemente lo mette in discussione e per questo viene punito.

In tutta questa vicenda surreale Mimmo Lucano viene dipinto come un uomo prono alla criminalità. Certo, se fosse stato furbo, senza principi e avesse voluto arricchirsi con la politica, avrebbe dovuto scegliere un’altra organizzazione politica, un altro partito come ad esempio Fratelli d’Italia. Non a caso, è proprio la destra reazionaria di Fratelli d’Italia in combutta con la Lega, a far leva sulla sentenza del tribunale di Locri per difendere e rilanciare le proprie politiche criminali contro i migranti nel nome del ”prima gli italiani”. Magari per coprire i propri italianissimi esponenti coinvolti, quelli sì, negli affari della criminalità organizzata. Personaggi come Rosso, Pittelli esponenti di Fratelli d’Italia sono finiti al centro di indagini riguardanti la criminalità organizzata (‘Ndrangheta), oppure Enzo Misiano, consigliere comunale di Fratelli d’Italia a Ferno (Varese), dove la magistratura è piombata su di lui con l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso inserita nell’ambito dell’inchiesta Krimisa sulle infiltrazioni della ‘Ndrangheta in Lombardia, ecc.

Colpisce, ma non più di tanto, che alla campagna reazionaria di criminalizzazione di Lucano si sia accodato Marco Travaglio e il suo circo editoriale nel nome della sacralità della magistratura e delle sue sentenze. A riprova che “la difesa della legalità” borghese non ha di per sé alcuna valenza democratica e progressiva, e che l’avallo fornito alla cultura "manettara" dei Di Pietro e degli Ingroia da parte della sinistra riformista in anni recenti ha solo innaffiato il giardino del populismo reazionario di marca “giustizialista” che nel giro di pochi anni ha visto calare la scure della magistratura, in modo massiccio, sui suoi propri rappresentanti.

Il Partito Comunista dei Lavoratori esprime la massima solidarietà a Mimmo Lucano, ricordando le sue stesse parole«è stato il modello della libertà e del rispetto dei diritti umani e non è stato qualcosa di scritto che abbiamo sperimentato dopo uno sbarco. C’è stata molta spontaneità in un luogo limite dove ci sono tantissime problematiche sociali e il messaggio che è venuto fuori è che è possibile, nonostante le difficoltà del territorio».

Non c’è soluzione della questione immigrazione all’interno della società capitalista. Ma da rivoluzionari difendiamo e difenderemo sempre chi contrasta le politiche reazionarie contro i migranti esponendosi per questo alle vendette della magistratura e dello Stato borghese. Per questo diciamo: “Giù le mani da Mimmo Lucano!”.

Partito Comunista dei Lavoratori