Pages

mercoledì 4 settembre 2024

Elezioni regionali in Turingia e Sassonia: lo spostamento a destra continua

 


Pubblichiamo l'analisi dei compagni di ArbeiterInnenmacht delle elezioni in Turingia e Sassonia, che per la prima volta nella Germania del dopoguerra hanno visto vincitrice una formazione di estrema destra.



I risultati delle elezioni in Sassonia e Turingia, due stati della Germania dell'Est, non sono sorprendenti. Ma costituiscono un altro serio avvertimento alla classe lavoratrice e alla sinistra tedesca. In Turingia il risultato è il seguente: AfD: 32,8% (+9,4), CDU 23,6% (+1,9), BSW [Bewegung Sahra Wagenknecht, Movimento Sahra Wagenknecht] 15,8% (+15,8), la Linke 13,1% (-17,9), SPD 6,1% (-2,1), Verdi 3,2% (-2), FDP 1,1% (-3,9). Per la Sassonia i risultati sono i seguenti: CDU: 31,9% (-0,2%), AfD: 30,6% (+3,1%), BSW 11,8% (+11,8), SPD 7,3% (-0,4), Verdi 5,1% (-3,5), Linke 4,5% (-5,9), FPD 0,9% (-3,6).


TRE VINCITORI

Ci sono tre vincitori elettorali in entrambi i länder. In primo luogo, ovviamente, l’AfD, che è diventato il partito più forte in Turingia ed è al secondo posto in Sassonia. In entrambi gli stati AfD è riuscito soprattutto a mobilitare gli astenuti alle precedenti elezioni. Il razzismo e il populismo di destra non scoraggiano nessuno, ovviamente, anzi: sono accettabili da tempo in entrambi gli stati federali.

La maggior parte degli elettori dell'AfD non sono più solo voti di protesta: il partito di estrema destra ha effettivamente creato una base sociale significativa. Questo è ancora più allarmante perché in Turingia e in Sassonia gli elementi più a destra e semifascisti come Björn Höcke dominano il partito e aumenteranno ulteriormente la loro influenza nazionale. Inoltre, la base elettorale dell'AfD non comprende solo la piccola borghesia e le piccole imprese orientate al mercato interno, ma è diventata il partito più forte tra operai e i giovani!

In secondo luogo la CDU, che è riuscita a tenere sia in Turingia che in Sassonia, guadagnando addirittura un leggero aumento in Turingia. È probabile che in futuro riuscirà a guidare il governo statale in entrambi i casi e che continuerà a guadagnare slancio in vista delle elezioni federali. L'unico aspetto negativo è che non riuscirà ad evitare in nessuno dei due stati la partecipazione al governo del BSW [partito di Sahra Wagenknecht, scissione del partito Linke, ndt].

In Turingia, persino un governo formato da CDU, BSW e SPD potrà contare solo su 44 seggi su 88, e potrà essere bloccato dall'opposizione su qualsiasi legge. D'altra parte, potrebbe essere possibile per un governo di questo tipo fare accordi con la LINKE o addirittura con l'AfD. Per lo meno CDU e BSW potrebbero essere pronti a farlo su alcune questioni.

In terzo luogo, il BSW, che ha buone possibilità di entrare nel governo come partner di coalizione per i conservatori in entrambi i paesi. La volontà politica di Wagenknecht e soci non manca, come dimostrano le prime interviste effettuate la sera stessa delle elezioni.
Anche se sarà difficile negoziare una posizione comune sulla guerra in Ucraina, dove Wagenknecht ha di fatto una posizione campista filorussa, c'è molto accordo con i conservatori e la SPD sulla richiesta di leggi ancora più severe sull'immigrazione e sul rafforzamento della politica “legge e ordine”.


GLI SCONFITTI

Gli sconfitti sono altrettanto chiari. Come nel 2019, in entrambi gli stati la SPD è rimasta al di sotto della soglia del 10%. I Verdi sono riusciti a malapena a entrare nel parlamento della Sassonia, ma in Turingia non avranno più una rappresentanza. L’unico risultato positivo di queste elezioni dal punto di vista della sinistra è stata la prestazione devastante del FDP [Partito Liberale Democratico], che ha raggiunto poco più dell’1%. La Linke ha subìto il disastro previsto. In entrambi gli stati, in termini assoluti, ha perso più della metà dei suoi elettori e circa due terzi della sua quota di elettorato.


COSA SIGNIFICA IL RISULTATO?

Al di là del significato per i due länder federali, il risultato ha anche un grande significato politico nazionale.

1. Spostamento a destra e plebiscito razzista
I risultati non solo consolidano lo spostamento a destra a livello nazionale negli ultimi anni. Dopo gli omicidi di Solingen, una vera e propria isteria e agitazione razzista si è diffusa nel paese, che si è manifestata in ulteriori restrizioni al diritto di asilo, controlli più severi alle frontiere e espulsioni più facili. Solamente due giorni prima delle elezioni, il governo federale ha approvato nuove restrizioni sull'asilo e nuove leggi di sicurezza.

In occasione di grandi eventi pubblici, come competizioni sportive o festival, sarà imposto il divieto assoluto di portare con sé coltelli; la stessa misura potrebbe essere estesa ai cosiddetti “luoghi ad alto tasso di criminalità”, come le stazioni ferroviarie o i terminal degli autobus. In secondo luogo, sarà estesa la sorveglianza di (presunti) islamisti e “terroristi”. In terzo luogo, sono previsti tagli al sostegno finanziario e sociale per i migranti che sono entrati nell'UE attraverso un altro Stato. In futuro, si vorrebbe costringere i suddetti Stati a riprendersi questi migranti e a pagare per il loro alloggio e il loro reddito minimo. Infine, i rifugiati dovrebbero essere deportati in Paesi come l'Afghanistan e la Siria.

Mentre i conservatori della CDU/CSU, l'AfD e il BSW sostengono queste misure e non mancano di sottolineare che il governo ha accolto alcune delle loro richieste, essi non si accontentano e vogliono di più. L'AfD vuole un programma razzista a tutti gli effetti, per costringere milioni di persone a lasciare la Germania. La CDU/CSU, l'AfD e il BSW chiedono controlli permanenti sull'immigrazione e respingimenti alle frontiere: di fatto una sospensione e una rinegoziazione degli accordi di Schengen.

I risultati in Turingia e Sassonia rappresentano anche una sorta di plebiscito razzista, in cui hanno potuto vincere solo i partiti che hanno attaccato il governo da destra sui temi dell'immigrazione e dei rifugiati. Le perdite dei partiti al governo SPD, Verdi e FDP, che negli ultimi anni hanno ripetutamente accettato e fatto proprie le rivendicazioni razziste della destra, dimostrano chiaramente che questo adeguamento all’AfD e alla CDU (e recentemente anche al BSW) è inutile. Gli elettori razzisti preferiscono sempre scegliere l’originale di destra o conservatore piuttosto che la copia verde-liberale-socialdemocratica.

2. Punizione per il governo
Ma c'è un'altra ragione per la sconfitta dei partiti di governo: la politica stessa del governo. Durante la campagna elettorale, i contenuti della politica locale hanno lasciato il posto sempre più ai dibattiti sulle carenze del governo federale.

La coalizione cosiddetta “progressista” ha posizionato l'imperialismo tedesco come forte sostenitore e alleato degli Stati Uniti nella nuova guerra fredda contro Russia e Cina. Ha aumentato massicciamente le spese militari, compreso un pacchetto extra-bilancio di 100 miliardi di euro per l'esercito. Allo stesso tempo, l'inflazione ha ridotto i salari, i sussidi di disoccupazione e le pensioni. I servizi sanitari, l'istruzione e il welfare sono sottofinanziati e rischiano ulteriori tagli a causa delle restrizioni di bilancio. Il non molto radicale “Green new deal” per l'ambiente è stato sacrificato agli interessi del grande capitale tedesco. Infine, il governo - e l'imperialismo tedesco in quanto tale - è diviso sulla sua futura strategia generale e su come risolvere la crisi dell'UE.

In questa situazione, la CDU/CSU si sta preparando a tornare al governo alle prossime elezioni. L’AfD trae vantaggio dalla crisi in corso, dalle fonti di conflitto globali e dagli attacchi alla classe operaia, presentandosi come una pseudo-opposizione pseudo-radicale, nazionalista ed estremamente sciovinista. Il BSW sta cercando di costruirsi some un'opposizione populista, «conservatrice di sinistra» [secondo la definizione che questo partito dà di sé stesso, ndt], centrata sulla nazione, e più razionalmente socialsciovinista.

3. La situazione nei länder della Germania dell'est
Le perdite per i partiti al governo non sono certamente immeritate. Questi partiti hanno persino difeso il miserabile status quo nelle amministrazioni locali e sono rimasti inattivi quando intere regioni sono andate in declino. Governano come “gestori” dell’Est deindustrializzato, la cui popolazione continua a migrare. Ancora oggi qui gli orari di lavoro sono più lunghi e gli stipendi e le pensioni più bassi che negli stati della Germania occidentale. Le regioni rurali in particolare non solo soffrono a causa della migrazione, ma sono anche lasciate indietro nello sviluppo delle infrastrutture. Gli insediamenti industriali e della logistica rappresentano isole commerciali in una regione svantaggiata, e non “paesaggi fioriti”.

L’ulteriore “frammentazione” dell’attuale sistema partitico è particolarmente evidente nei parlamenti degli stati della Germania dell’est. L’SPD, ma anche la Linke, stanno perdendo la loro base di massa, o l’hanno già persa. Anche la CDU è toccata da questo processo, nonostante sia riuscita ad affermarsi alle elezioni come “partito popolare”.

Non è un caso che questo processo sia particolarmente pronunciato nell'Est, perché la classe capitalista locale è più debole, e i piccolo-borghesi e le classi medie rappresentano un ambiente meno stabile, che ha potuto sviluppare meno fiducia nel “loro” Stato e nei “loro” partiti che all'Ovest. Ciò che rende il populismo di destra dell’AfD ancora più efficace. Si alimenta anche della delusione e della frustrazione di quei settori di classe operaia politicamente arretrati riguardo alle politiche dell’SPD e della Linke, per i quali i Verdi sembrano essere un’alternativa in misura minore che nell'Ovest.

Nella situazione attuale, la base elettorale instabile dei partiti storici non va solo a vantaggio dell’AfD, ma anche dei «conservatori di sinistra» della BSW. L’AfD ha indubbiamente consolidato una base sociale stabile. I prossimi anni dimostreranno se i successi del BSW dureranno o si riveleranno un fuoco di paglia, data la sua probabile partecipazione al governo come partner della CDU.


LA DEBACLE DELLA LINKE

La Linke entra nel parlamento regionale della Turingia avendo perso moltissimi voti. In Sassonia resta ben al di sotto della soglia del 5%, anche se è entrata comunque in parlamento regionale attraverso l'elezione diretta di due rappresentanti nella città di Lipsia. Un mandato è stato ottenuto da Juliane Nagel, dell'ala destra del partito, con il 36,5%; l'altro da Nam Duy Nguyen, sostenitore di Marx21 [una delle correnti della sinistra del partito, ndt], con il 39,8%.

Questi risultati, tuttavia, non possono essere motivo di compiacimento. Lipsia è tradizionalmente una roccaforte della sinistra in Sassonia, e il fatto che il partito sia riuscito a entrare in parlamento non dovrebbe impedirci di riconoscere la debacle elettorale della Linke. Questo partito non trova una risposta convincente a molte domande, come il cambiamento climatico, il riarmo, i tagli sociali, la crisi sanitaria e il fallimento del sistema di istruzione.

Sulle guerre a Gaza e in Ucraina, si limita al massimo a risposte pacifiste. Sulla questione del razzismo, pur rifiutando le nuove leggi e difendendo il diritto di asilo, non mobilita i propri membri ed elettori – così come non li mobilita su molti altri temi – in opposizione a questi attacchi.

In breve, la Linke non rappresenta per le masse un'opposizione anticapitalista e nemmeno un’alternativa radicale, anche se tra i suoi elettori sia in Sassonia che in Turingia ci sono i settori più politicamente consapevoli della classe operaia e dei giovani che, soggettivamente, vogliono seriamente opporsi a questo spostamento a destra. Il disastro della Linke è reso ancora più drammatico dall'assenza di qualsiasi valida alternativa di massa a sinistra, sia in Turingia che in Sassonia.


LA LOTTA CONTRO LA DESTRA SIGNIFICA LOTTA DI CLASSE

Indipendentemente da come andrà a finire con la formazione dei governi in Turingia e Sassonia, nei prossimi anni saremo esposti a un ulteriore spostamento a destra in entrambi gli stati, il che significherà anche razzismo aperto nelle strade e attacchi ai migranti, ma anche ai militanti antirazzisti e antifascisti.

Se si vuole davvero fare la differenza, bisogna essere pronti a lottare per cambiamenti seri, contro il governo e il capitale. Chi parla di conventio ad excludendum nei confronti della destra e del razzismo non devono rimanere in silenzio sulle cause dello spostamento a destra, e devono assumere una chiara posizione di classe.

Per cambiare effettivamente gli attuali equilibri di potere, i membri attivi delle organizzazioni di classe e delle organizzazioni dei migranti, compresi sindacati, Linke e perfino SPD, devono essere chiamati a organizzare riunioni e mobilitazioni nei loro luoghi di lavoro, scuole e università, e a condurre attivamente la discussione sul razzismo e la crisi economica che lo alimenta. Le manifestazioni e i cortei – come la mobilitazione contro il congresso di AfD – possono essere utilizzati come punto di partenza. Tuttavia, l’obiettivo deve essere quello di creare comitati d’azione.

Per avere un chiaro profilo politico sono necessarie rivendicazioni chiare. Anche se è la crisi economica a dare slancio alla destra, non si deve pensare che sia sufficiente limitarsi a semplici miglioramenti economici. Alla base delle azioni comuni bisogna proporre:

- No alle leggi razziste! Stop alle espulsioni! Frontiere aperte e pieni diritti di cittadinanza per tutti coloro che vivono qui!
- Lotta congiunta contro le radici sociali del fascismo e del razzismo!
- Lotta congiunta contro l’inflazione, i bassi salari, la povertà e la carenza di alloggi!
- Salario minimo di 15 euro l'ora, pensione minima e indennità di disoccupazione di 1.600 euro al mese per tutti!
- Cento miliardi [la stessa cifra che Scholz ha dichiarato di voler devolvere al fondo permanente per le spese miliari, ndt] per l’istruzione, l’ambiente, le pensioni e la sanità, invece del riarmo, finanziati tassando i ricchi!

Inoltre, è compito dei rivoluzionari lottare per mettere in pratica la richiesta di autodifesa organizzata democraticamente contro gli attacchi razzisti. Gli attacchi contro le case per i rifugiati, i migranti, e ora anche contro i politici di sinistra durante le campagne elettorali dimostrano che questa non è una fantasia avventata, ma piuttosto un'amara necessità, se si vuole davvero portare nelle strade posizioni di sinistra, soprattutto negli ambienti rurali e nell'Est.


PROSPETTIVE

Queste richieste non solo devono essere avanzate, ma bisogna anche lottare attivamente per ottenerle. Al momento i sindacati sono più parte del problema che della soluzione. Le loro leadership sono strettamente intrecciate al SPD e alla Linke e, per mantenere il loro apparato burocratico, continuano a sostenere e a coprire la loro politica.
I rappresentanti del SPD nei sindacati continuano persino ora a sostenere il governo. Questa cosa deve finire! Se vogliamo vincere la lotta contro la destra, dobbiamo garantire che i sindacati non si corresponsabilizzino più nella gestione della crisi e nella partecipazione aziendale con i padroni! Devono invece lottare per miglioramenti reali, contro l’austerità e i tagli sociali, e combinare attivamente questa lotta con quella contro il razzismo.

Ciò significa anche difendere l’ingresso degli immigrati e dei rifugiati nei sindacati e pronunciarsi apertamente contro tutte le espulsioni e gli accordi che tengono in piedi la Fortezza Europa, e non esitare a rivendicare l’esproprio sotto il controllo dei dipendenti come prospettiva all’ordine del giorno se qualcuno risponde che purtroppo non ci sono soldi per la spesa sociale. Ma un movimento che metta al centro queste domande non cade semplicemente dal cielo, bisogna lottare per esso. Per questo, abbiamo bisogno di una forza politica cosciente, un partito rivoluzionario, che si batta per questa prospettiva e per un programma che non sia diretto solo contro l'estrema destra e gli attacchi dei governi borghesi, ma anche contro il sistema che alimenta il razzismo.

Valentin Lambert, Susanne Kühn