I creditori strozzini
dell'Unione Europea, della BCE, del FMI ( la famigerata Troika) hanno
stretto il cappio al collo della Grecia.
Un paese già condannato alla catastrofe umanitaria viene nuovamente messo a saccheggio: ulteriore taglio alle pensioni, nuove tasse sui beni alimentari, nuova svendita dei beni nazionali ai creditori, ulteriore distruzione dei diritti sindacali. Il tutto sotto il commissariamento diretto degli strozzini. Il NO di massa del popolo greco ai creditori è stato svenduto da Tsipras in sette giorni ai nemici dei lavoratori greci.
Il capitalismo tedesco a guida Merkel è il capofila degli strozzini europei. Gli stessi capitalisti tedeschi che precarizzano il lavoro in Germania (mini job) puntano a garantire le proprie banche e la cassaforte del proprio Stato con il saccheggio della Grecia. Ma gli altri capitalismi europei non sono da meno. Il governo Renzi e i suoi amici capitalisti, gli stessi che tagliano i diritti sindacali ai lavoratori italiani, plaudono alla svendita dei lavoratori greci. Lo stesso vale per il governo Hollande, grande architetto dietro le quinte dell'intesa greca. Tutti i capitalismi creditori sono complici della rapina, quale che sia il colore del proprio governo. Se Renzi e Hollande “criticano” sottovoce la Merkel è solo perchè vorrebbero avere più ampi spazi nelle proprie manovre di bilancio per tagliare le tasse ai propri capitalisti e poter fare qualche altra concessione elettorale truffa. La campagna “per lo sviluppo e la crescita” riguarda solo crescita e sviluppo dei profitti.
I populismi reazionari di Grillo e Salvini non sono meno ipocriti. Le loro grida sul “colpo di Stato della Germania” in Grecia serve solo a dirottare contro il nemico esterno lo sguardo dei lavoratori italiani, distogliendolo dalla lotta contro i propri capitalisti e il proprio Stato. Come se un capitalismo nazionale, con propria moneta nazionale, non fosse ugualmente sfruttatore dei propri lavoratori, e creditore strozzino di altri popoli. La Gran Bretagna della sovrana sterlina non è quella che vara in casa i contratti a zero ore e le peggiori leggi anti sindacali, mentre conserva diritti para coloniali su altre nazioni?
La verità che emerge una volta di più dai fatti di Grecia è la crudeltà e il fallimento del capitalismo, in ogni paese e su scala continentale. Il sogno di riformarlo è una utopia. La pretesa di Tsipras di un “compromesso onorevole” con il capitalismo strozzino della Troika (e con gli armatori greci) si è risolta in una capitolazione vergognosa. Che tradisce la lotta e le speranze di un popolo.
I partiti della sinistra italiana (Sel, Prc) già suicidatisi in passato nei governi di centrosinistra- votando precarietà del lavoro , tagli sociali, missioni di guerra- si sono aggrappati all'immagine di Tsipras per cercare di risorgere. Ma hanno impugnato la bandiera di Tsipras proprio mentre Tsipras la ammainava. E oggi arrivano a dire che se fossero nel Parlamento greco... voterebbero l'accordo di capitolazione. Non dubitiamo. Chi tradisce una volta tradisce sempre: è la coerenza del suicidio politico.
I lavoratori italiani, come i lavoratori greci, come tutti i lavoratori europei hanno bisogno di un'altra sinistra. Non la sinistra del capitalismo, ma una sinistra rivoluzionaria. Che unisca i lavoratori al di là delle frontiere. Che avanzi un programma di ripudio del debito verso gli strozzini, di nazionalizzazione delle banche, di esproprio dei capitalisti, a favore di un governo dei lavoratori. L'unico governo che possa liberare il lavoro, nella prospettiva storica degli Stati uniti socialisti di Europa.
Il capitalismo o lo si rovescia o lo si subisce. Una volta di più, questo ci insegna la Grecia. Dare un partito a questa verità è l'impegno del Partito Comunista dei Lavoratori in Italia, e del Partito operaio rivoluzionario ( EEK) in Grecia.
Un paese già condannato alla catastrofe umanitaria viene nuovamente messo a saccheggio: ulteriore taglio alle pensioni, nuove tasse sui beni alimentari, nuova svendita dei beni nazionali ai creditori, ulteriore distruzione dei diritti sindacali. Il tutto sotto il commissariamento diretto degli strozzini. Il NO di massa del popolo greco ai creditori è stato svenduto da Tsipras in sette giorni ai nemici dei lavoratori greci.
Il capitalismo tedesco a guida Merkel è il capofila degli strozzini europei. Gli stessi capitalisti tedeschi che precarizzano il lavoro in Germania (mini job) puntano a garantire le proprie banche e la cassaforte del proprio Stato con il saccheggio della Grecia. Ma gli altri capitalismi europei non sono da meno. Il governo Renzi e i suoi amici capitalisti, gli stessi che tagliano i diritti sindacali ai lavoratori italiani, plaudono alla svendita dei lavoratori greci. Lo stesso vale per il governo Hollande, grande architetto dietro le quinte dell'intesa greca. Tutti i capitalismi creditori sono complici della rapina, quale che sia il colore del proprio governo. Se Renzi e Hollande “criticano” sottovoce la Merkel è solo perchè vorrebbero avere più ampi spazi nelle proprie manovre di bilancio per tagliare le tasse ai propri capitalisti e poter fare qualche altra concessione elettorale truffa. La campagna “per lo sviluppo e la crescita” riguarda solo crescita e sviluppo dei profitti.
I populismi reazionari di Grillo e Salvini non sono meno ipocriti. Le loro grida sul “colpo di Stato della Germania” in Grecia serve solo a dirottare contro il nemico esterno lo sguardo dei lavoratori italiani, distogliendolo dalla lotta contro i propri capitalisti e il proprio Stato. Come se un capitalismo nazionale, con propria moneta nazionale, non fosse ugualmente sfruttatore dei propri lavoratori, e creditore strozzino di altri popoli. La Gran Bretagna della sovrana sterlina non è quella che vara in casa i contratti a zero ore e le peggiori leggi anti sindacali, mentre conserva diritti para coloniali su altre nazioni?
La verità che emerge una volta di più dai fatti di Grecia è la crudeltà e il fallimento del capitalismo, in ogni paese e su scala continentale. Il sogno di riformarlo è una utopia. La pretesa di Tsipras di un “compromesso onorevole” con il capitalismo strozzino della Troika (e con gli armatori greci) si è risolta in una capitolazione vergognosa. Che tradisce la lotta e le speranze di un popolo.
I partiti della sinistra italiana (Sel, Prc) già suicidatisi in passato nei governi di centrosinistra- votando precarietà del lavoro , tagli sociali, missioni di guerra- si sono aggrappati all'immagine di Tsipras per cercare di risorgere. Ma hanno impugnato la bandiera di Tsipras proprio mentre Tsipras la ammainava. E oggi arrivano a dire che se fossero nel Parlamento greco... voterebbero l'accordo di capitolazione. Non dubitiamo. Chi tradisce una volta tradisce sempre: è la coerenza del suicidio politico.
I lavoratori italiani, come i lavoratori greci, come tutti i lavoratori europei hanno bisogno di un'altra sinistra. Non la sinistra del capitalismo, ma una sinistra rivoluzionaria. Che unisca i lavoratori al di là delle frontiere. Che avanzi un programma di ripudio del debito verso gli strozzini, di nazionalizzazione delle banche, di esproprio dei capitalisti, a favore di un governo dei lavoratori. L'unico governo che possa liberare il lavoro, nella prospettiva storica degli Stati uniti socialisti di Europa.
Il capitalismo o lo si rovescia o lo si subisce. Una volta di più, questo ci insegna la Grecia. Dare un partito a questa verità è l'impegno del Partito Comunista dei Lavoratori in Italia, e del Partito operaio rivoluzionario ( EEK) in Grecia.