Non
ci meravigliamo per quello che è successo: non ci meravigliamo affatto.
È successo a Milano (Pisapia); è successo a Roma (Marino) ed in tante
altre città. Tutte di centro sinistra, tutte a guida PD + altri… Succede
ovunque. L'offensiva a suon di 6 sfratti al giorno a Bologna (giunta
Merola – PD) ne è il caso più grave e importante in Emilia-Romagna.
Ricordate la manifestazione del movimento per la casa del 12 aprile
2014? ci caricarono e ci arrestarono. Poi fu applicato il decreto Lupi
ed arrivò lo sgombero di migliaia di senza casa.
Di
questi soggetti socialdemocratici (PD+altri) non ci si può fidare. Il
recente sgombero di due stabili occupati a Rimini sono la riprova di
quello che noi comunisti diciamo da sempre. Questo Stato e tutte le sue
istituzioni non sono altro che il comitato di affari della classe
dirigente: sono i ricchi, i banchieri e i palazzinari a dettar legge.
Sono loro che legiferano a prescindere dai principi più o meno corrotti
di una carta costituzionale ed a prescindere dai partiti più o meno
progressisti in campo.
La
sinistra si limita a difendere dei diritti, noi del Partito Comunista
dei Lavoratori abbiamo una prospettiva più ampia: un modo diverso di
vivere la società e di gestire le risorse, che siano il lavoro o la
casa. Una società senza padroni e senza privilegi. Questa
lotta deve quindi avere una prospettiva. Occupare tutto può essere
anche utile, ma prepariamoci anche a cacciare via i voltagabbana, i
politici corrotti e chi nei consigli comunali da una parte ti stringe la
mano e dall’altra ti colpisce con il manganello.
La
nostra proposta è una proposta di rottura con il PD e con tutti quelli
che portano l’acqua a quel mulino. Non si può stare a metà tra due
barricate, non si può votare per quel partito e poi dopo anni schierasi
contro come nulla fosse.
Questo
non vuol dire alzare il livello dello scontro, ma significa alzare il
livello qualitativo della lotta. Ogni equilibrio, chiamiamolo
“riformatore” o “progressista”, si può spezzare solo con una prospettiva
rivoluzionaria, altrimenti il disincanto finirà per alimentare un
effetto reazionario, capace solo di cancellare le minime conquiste
acquisite.
Lo
vediamo nello scenario mondiale, lo vediamo nello scenario europeo e
nazionale. Lo vediamo qui, nella piccola realtà riminese. Non a caso
chiediamo che la risposta sia forte quanto la repressione dello Stato.
Altrimenti siamo destinati a fallire.
Mobilitare
tutte le forze nel mondo del lavoro e della scuola. Ritrovare l’unità
tra studenti e lavoratori, solo questo potrà abbattere questa
democratica dittatura che non fa che colpire costantemente la classe
lavoratrice negli aspetti fondamentali della vita: lavoro, casa, scuola,
sanità. La lotta di classe non è un concetto fuori moda è una realtà
quotidiana: è la lotta dei ricchi contro i poveri, della borghesia
contro il proletariato. È tempo di opporre agli sfruttatori una forza
uguale e contraria. Con una prospettiva rivoluzionaria.