♠ in ballottaggi,centrodestra,De Magistris,Elezioni Amministrative 2016,indicazione di voto,movimento 5 stelle,pcl,Renzi,Salvini at 01:00
I ballottaggi del 19 giugno vedono contrapposte, in forme diverse, le tre destre che oggi si contendono la rappresentanza della borghesia italiana, e dei poteri forti sul territorio, contro la classe lavoratrice: Il PD di Renzi, il centrodestra a trazione salviniana o berlusconiana, il Movimento 5 Stelle. Il primo è impegnato non solo in una politica di aggressione frontale al lavoro, ma in un progetto istituzionale reazionario di tipo bonapartista senza precedenti nella storia repubblicana.
Il secondo rappresenta la continuità del vecchio blocco politico reazionario degli ultimi vent'anni, con una selvaggia disputa interna sulla sua leadership (lepenista o berlusconiana).
Il terzo coltiva un disegno di repubblica plebiscitaria via web, al servizio di un progetto sociale nemico del lavoro.
Tre forme di populismo reazionario, la prima di governo, le altre di opposizione (cui si aggiunge il fenomeno particolare e diverso del "peronismo" progressista e trasformista di De Magistris a Napoli).
La sinistra riformista italiana, prima col suo tradimento sociale nei governi nazionali e nelle giunte locali di centrosinistra, poi col suo abbandono della classe lavoratrice proprio nella stagione della grande crisi del capitalismo, ha dato un contributo determinante allo sviluppo del populismo tra le fila dei lavoratori. E persino oggi, dopo il disastro prodotto, perpetua in forme diverse una politica subalterna: o perché rifiuta una rottura chiara col PD nelle amministrazioni locali nonostante Renzi. O perché avalla l'equivoco 5 Stelle e un loro presunto progressismo. O perché si subordina al "peronismo" di De Magistris a Napoli. Con ulteriori effetti di confusione e disorientamento nella classe lavoratrice.
Il PCL è da sempre contrapposto alle tre destre nemiche del lavoro, ed è autonomo da ogni forma di populismo, a partire da una politica di indipendenza del movimento operaio, dentro il progetto di costruzione di una sinistra di classe e rivoluzionaria.
Solo il rilancio di una vera mobilitazione di classe e di massa contro la borghesia italiana può aprire dal basso una prospettiva di vera alternativa. E il rilancio della mobilitazione di massa, attorno alle ragioni indipendenti del lavoro, richiede la contrapposizione al populismo e l'autonomia dal populismo, in ogni sua forma.
Da qui la nostra contrapposizione alle tre destre nei ballottaggi del 19 giugno (e il rifiuto di un sostegno elettorale a De Magistris a Napoli), in naturale continuità con le stesse ragioni di classe della nostra campagna elettorale al primo turno.