Le lavoratrici della ditta La Perla, muniti di ombrelloni e lettini, lo scorso 24 luglio sopportando un caldo opprimente hanno presidiato i cancelli della loro azienda.
A loro va tutta la nostra
solidarietà
Sono rimaste senza salario,
vittime del saccheggio subito da parte di industriali italiani incompetenti e degli
squali dell’alta finanza internazionale nel corso degli anni.
Dopo la vendita da parte della
famiglia Masotti a causa dei debiti accumulati, l’azienda passa di mano in mano
in possesso di fondi di investimento americani ed inglesi con l’intermezzo di
un capitalista corsaro di nazionalità italiana, il patron di Fastweb Silvio
Scaglia.
Ogni volta alle iniziali grandi
promesse di rilancio seguono inevitabili fallimenti dovuti al carattere
speculativo di tutti questi passaggi.
La Perla è condannata e le
lavoratrici ne subiscono le conseguenze.
Da un anno centinaia di lavoratrici
dello stabilimento di Bologna e di quello di San Piero in Bagno non
percepiscono alcun salario mentre la loro situazione è intrappolata in una
estenuante trattativa tra CGIL e UIL da una Parte ed il Ministero
dell’Industria e del Made in Italy dall’altra per ottenere l’amministrazione
straordinaria di tutte i settori dell’azienda e non solo quello produttivo, che
in questo modo non può funzionare.
In ogni caso la soluzione è a
perdere e non può essere altrimenti. La combinazione mortale tra la finanza
vampiresca da un lato, e governi borghesi che in definitiva non sono altro che
comitati d’affari dei capitalisti, con l’aggravante di sindacati che illudono
le lavoratrici e i lavoratori su una soluzione padronale o governativa dei loro
problemi, non lascia scampo alle operaie di La Perla.
Solo la lotta unitaria dei
salariati e la costruzione di un fronte unico di lotta a partire dalle
centinaia di vertenze in corso in tutto il Paese che rivendichi la
nazionalizzazione senza indennizzo e sotto controllo operaio di tutte le
aziende che licenziano, e l’abolizione del debito verso le banche con la loro
conseguente riunione in un ‘unica banca
nazionalizzata senza indennizzo per i grandi azionisti, possono
assicurare un futuro a centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori il cui
posto di lavoro e le proprie condizioni di vita sono compromessi.
Ovviamente nessun governo
borghese sarà mai disposto a concedere tanto. Sarebbe un suicidio. Per questo
l’unica garanzia per il raggiungimento di questi obbiettivi è un governo di
natura diversa, opposta: il governo delle lavoratrici e dei lavoratori sostenuto
dalle loro organizzazioni.
Partito Comunista dei Lavoratori
Sez. di Bologna