L'ulteriore salto dell'offensiva genocida dello Stato coloniale di Israele con l'invasione militare di Gaza City pone una volta di più l'esigenza della più ampia mobilitazione antisionista a sostegno della resistenza palestinese. Una mobilitazione che vada al di là della pur giusta e importante iniziativa della Sumud Flotilla sul terreno del soccorso umanitario della popolazione colpita. Peraltro la stessa difesa e protezione della flotilla dalle minacce militari omicide di Israele richiama la necessità di un salto della mobilitazione generale.
Il salto della mobilitazione passa per l'ingresso del movimento operaio nella lotta a sostegno della Palestina, attraverso l'arma dello sciopero generale combinato col blocco totale di ogni traffico portuale o aereo con Israele. Solo l'azione diretta, radicale, di massa del movimento operaio può incidere sui rapporti di forza, colpire materialmente lo Stato sionista, aiutare la resistenza palestinese. È un'esigenza che si pone in ogni paese, su scala europea, su scala mondiale.In questo quadro, il PCL sostiene tutte le diverse iniziative di sciopero promosse attualmente in Italia a sostegno della Palestina.
Sia lo sciopero generale promosso da USB per la giornata del 22 settembre sia le iniziative promosse dalla CGIL per il 19 settembre.Il sostegno pieno e incondizionato a ogni iniziativa di sciopero non ci esime dal rilevarne i limiti.La direzione della CGIL ha atteso due anni e sessantamila palestinesi assassinati per indire finalmente un'iniziativa di sciopero sulla Palestina. E lo ha fatto per la concorrenza dello sciopero generale promosso da Unione Sindacale di Base per il 22 settembre. In più ha articolato la propria iniziativa in modo differenziato per categorie e territori, ha limitato il più possibile la portata dello sciopero, ha riproposto nella sua piattaforma le illusioni senza futuro attorno all'ONU senza un sostegno alla resistenza palestinese.