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Solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori Electrolux. Il diritto di sciopero non si tocca!

Come Partito Comunista dei Lavoratori vogliamo esprimere tutta la nostra solidarietà alle/ai ventisei lavoratrici e lavoratori dell’Electrolux di Solaro che hanno ricevuto un provvedimento disciplinare per aver scioperato l’8 marzo durante la giornata di sciopero globale delle donne. Sono stati puniti dal padrone per aver aderito a una mobilitazione internazionale che denuncia la drammaticità della condizione femminile nella società contemporanea.
Innanzitutto denunciamo la gravità dell’attacco padronale al diritto di sciopero, un gesto antidemocratico che conferma ancora una volta che i padroni temono l’organizzazione dei lavoratori attraverso i loro strumenti di lotta.

Ma la vicenda Electrolux ci dice anche qualcos’altro; ci conferma tristemente ancora una volta che qualsiasi progetto di liberazione della donna dal giogo secolare del patriarcato non possa non mettere in discussione i rapporti di forza reali vigenti fra le classi sociali.

A questa ennesima provocazione del padronato dobbiamo rispondere con l’unità dei lavoratori e delle lavoratrici a prescindere dalla collocazione sindacale, e rivendicare la costruzione di una vertenza generale che prospetti l’abolizione di tutte le leggi di precarizzazione che mortificano i lavoratori e in particolar modo le lavoratrici, a partire dal Jobs Act e dalla riforma della Buona scuola, così come delle controriforme del sistema pensionistico, come punto di partenza (ma non ovviamente di arrivo) imprescindibile per l’emancipazione femminile.

Riteniamo che il lavoro assuma storicamente un compito centrale come strumento di autodeterminazione delle donne nei confronti della famiglia, con la conseguente partecipazione attiva alle dinamiche della lotta di classe come mezzo di conquista di un proprio ruolo politico nella società. La battaglia da perseguire deve essere quindi quella che crei le condizioni materiali per permettere alle donne di lavorare per se stesse ed essere autonome nella vita e nella definizione delle proprie relazioni, così che se costruiranno una famiglia, lo faranno da donne libere e per scelta, non per “destino”, per necessità o per mancanza di orizzonti. Quindi una vertenza per la redistribuzione del lavoro esistente fra tutti e tutte e la conseguente battaglia per la riduzione dell’orario di lavoro a parità di paga. A tutto ciò va aggiunta la lotta per i diritti delle lavoratrici, a partire dall’introduzione dell’art. 18 esteso a tutti i lavoratori dipendenti, per poter garantir loro gli strumenti di autodeterminazione dentro gli stessi luoghi di lavoro senza che rischino di perdere il posto quando fanno sentire la propria voce e senza che debbano accettare di subire pratiche sessiste.

Partito Comunista dei Lavoratori