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A difesa del diritto di sciopero

 

Per il più ampio fronte unico di classe e di massa



Il governo a guida postfascista dichiara illegittimo lo sciopero generale del 17 novembre indetto da CGIL e UIL. Non era mai accaduto nella storia repubblicana che uno sciopero generale confederale venisse impugnato dal governo.
È l'ennesima riprova, se ve ne era bisogno, del totale fallimento della linea di pace sociale regalata al governo Meloni-Salvini nel suo primo anno di vita. Se le burocrazie sindacali si attendevano un riconoscimento di ruolo hanno ottenuto l'opposto: uno schiaffo umiliante.

Il punto è che la dichiarazione di “illegittimità” dello sciopero non rappresenta semplicemente di un affronto alle burocrazie sindacali ma una aperta provocazione nei confronti di tutto il movimento operaio. Un grave precedente, una minaccia per il futuro. Per questo esige una risposta unitaria di tutto il movimento operaio. Una risposta all'altezza della provocazione.

Lo sciopero del 17 va esteso all'intero territorio nazionale e a tutte le categorie, per la difesa stessa del diritto di sciopero. Tutte le organizzazioni del sindacalismo di classe dovrebbero unire le proprie forze allo sciopero, sulle base delle proprie piattaforme, attorno alla difesa di questo diritto, allargando l'iniziativa di sciopero di SI Cobas già indetta per quel giorno. Va rivendicata unitariamente la cancellazione della legge 146/1990 in quanto legge antisindacale, purtroppo avallata per tanto tempo dalle burocrazie sindacali e tante volte usata contro il sindacalismo di classe. Va rivendicata unitariamente l'abolizione della stessa Commissione di Garanzia Sciopero, di fatto agenzia del governo.

Più in generale i fatti dimostrano la necessità del più ampio fronte unico di classe e di massa contro il governo e il padronato. La massima unità e al tempo stesso la massima radicalità.
La pratica rituale degli sciopericchi in ordine sparso, piccoli o grandi, si è rivelata impotente. È necessaria una mobilitazione di massa prolungata attorno ad una piattaforma di svolta. È l'ora di una vertenza generale del mondo del lavoro. È l'ora di uno sciopero generale vero. Per ribaltare i rapporti di forza, fermare la reazione, aprire una stagione nuova.

Partito Comunista dei Lavoratori