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La Cassazione tiene in galera la resistenza palestinese

 


Una sentenza che conferma la complicità italiana con l'oppressione sionista

31 Agosto 2024

Lo scorso mese di luglio la Corte di cassazione ha confermato la custodia cautelare in carcere di Anan Yaeesh, militante palestinese arrestato in Italia. È stata respinta la sua estradizione, riconoscendo il rischio di trattamenti inumani e degradanti da parte israeliana, ma è stata confermata l'accusa di terrorismo per l'imputato, reo di resistenza armata alle forze di occupazione in Cisgiordania.
In altri termini, la resistenza armata all'occupazione di uno Stato sionista capace di trattamenti inumani e degradanti è punita con il carcere dallo Stato italiano. Più precisamente, la carcerazione punisce l'azione armata progettata (neppure compiuta) dalle Brigate Martiri di al-Aqsa contro l'insediamento coloniale sionista di Avnei Hefetz. Un insediamento, al pari di altre migliaia, nato dall'esproprio di terra palestinese da parte di coloni armati sino ai denti, e da questi militarmente presidiato, con la protezione attiva dello Stato israeliano.
La Cassazione ha stabilito che la resistenza armata ai coloni, essendo indirizzata contro civili e non militari, rientra nella categoria di terrorismo. I coloni sono assimilati a ordinari “civili”. Quindi chi contrasta il terrore quotidiano dei coloni è... terrorista.

Il fatto che la Cisgiordania sia terra occupata illegalmente da uno Stato estero, secondo le stesse risoluzioni formali delle Nazioni Unite, è stato giudicato irrilevante dalla Cassazione. Perché «la personalità internazionale di uno Stato anche estero, viene lesa quando l'aggressione violenta ha lo scopo di intimidire la popolazione o obbligare un governo o una organizzazione internazionale a compiere o ad astenersi dal compiere qualcosa». È quanto dichiara testualmente la sentenza. Incredibile.

È difficile immaginare un rovesciamento della verità e della logica così sfrontato. L'”aggressione violenta” e l'”intimidazione della popolazione” non sono quelli compiuti quotidianamente dai coloni armati e dallo Stato occupante contro i palestinesi, ma è quella di chi si ribella a tale aggressione con i mezzi necessari allo scopo!
Siamo in presenza di una sentenza scandalosa, che misura la pressione dello Stato d'Israele sullo Stato italiano, e la complicità della Stato italiano, ad ogni livello istituzionale, con lo Stato coloniale sionista.

Ancor più di prima gridiamo: libertà per Anan Yaeesh! Libertà per la Palestina!

Partito Comunista dei Lavoratori