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Marcelo Nowerzstern (Roberto Gramar)


 Mercoledì 31 gennaio ci ha lasciato il compagno Marcelo Nowerzstern, più conosciuto col suo nome politico di Roberto Gramar, fondatore e a lungo dirigente del Partido Obrero (PO) argentino (alla sua epoca, Politica Obrera) e successivamente, nell’emigrazione in Francia e rimanendo sempre legato al PO, del Nuova Partito Anticapitalista (NPA) e della sua tendenza di sinistra Anticapitalisme & Révolution (A&R).

Alcuni tra i compagni più vecchi (di militanza) del partito se lo ricordano perché intervenne al primo congresso del nostro partito, nel 2008. Pochi altri per averlo incontrato a una delle Feste annuali di Lutte Ouvrière a Parigi.

Marcelo è morto di tumore all’età di 82 anni, dopo una vita tutta spesa per la rivoluzione.
Giovanissimo militante socialista, poi del gruppo di estrema sinistra antistalinista (ma non trotskista) centrista Praxis, nel 1961, all’età di 19 anni ne uscì con altri sei giovani compagni, tra cui Jorge Altamira, per dar vita ad un gruppo intorno ad una piccola rivista dal nome di Politica Obrera. Tre anni dopo, nel 1964, rafforzatasi con altri militanti, Politica Obrera si costituì in vera e propria organizzazione. Marcelo ne era uno dei principali dirigenti accanto a Jorge Altamira. Ma benché i due apparissero allora come una specie di coppia di amici personali o politici, i caratteri dei due compagni non potevano essere più distanti (perlomeno se erano già quelli che abbiamo conosciuto in anni successivi). Autocentrato e bonapartistico Altamira, convinto di avere tutte le verità in tasca, anche se irrispettoso solo verso i deboli e non verso chi gli teneva testa. Aperto, democratico e senza manie di grandezza, con un carattere che lo faceva amare da tutti, Marcelo.

All’inizio degli anni ’70 fu tra coloro che allargarono la visione nazionale del PO, ponendolo in contatto con il Partito Operaio Rivoluzionario (POR) di Bolivia diretto da Guillermo Lora e poi con la corrente lambertista (dal suo dirigente principale Pierre Lambert) che nel 1972 diede vita con appunto PO e il POR al Comitato d’Organizzazione per la Ricostruzione della Quarta Internazionale (CORQI). Con impegno internazionalista si trasferì con la sua compagna di tutta una vita Ester (con cui ebbe due figlie in quegli anni) in Cile nel 1971, al momento della presidenza Allende, per cercare di costruire un'organizzazione trotskista conseguente in quel paese. Riuscì in effetti a costruire una piccola organizzazione centrata sulla città di Concepción, la Organizzazione Marxista Rivoluzionaria (OMR), che fu travolta dalla repressione golpista, a eccezione di una cellula di giovani portuali che si mantenne per più di un decennio nella clandestinità.

Marcelo si trovava casualmente a Buenos Aires, ma Ester era in Cile e fu arrestata. Dopo un mese, però, essendo straniera, fu espulsa con altri argentini.
È proprio dopo il golpe, nel novembre del 1973, che Marcelo rappresentò il PO ad una riunione del CORQI, largamente dedicata proprio all’esperienza cilena, e fu lì che chi scrive lo incontrò per la prima volta.
Poiché su decisione congiunta del PO e del CORQI Marcelo fu assegnato al lavoro tra gli esuli cileni, la maggioranza dei quali erano rifugiati in Europa, Marcelo si trasferì a Parigi, come funzionario del CORQI, per dedicarsi a questa attività.
La questione si complicò e assunse aspetti drammatici perché Ester, che doveva partire più tardi per raggiungerlo, fu bloccata all’aeroporto di Buenos Aires e imprigionata sotto l’accusa di far parte di un'organizzazione guerrigliera, anzi di esserne una coordinatrice internazionale nel Cono sud dell’America Latina. Fortunatamente si era prima del golpe militare del marzo 1976, e dopo pesantissimi mesi di prigione con altri prigionieri fu rilasciata ed espulsa, e poté riunirsi con Marcelo e le sue figlie a Parigi.

Nel 1979 Lambert e la sua organizzazione (Organizzazione Comunista Internazionalista, OCI, che dominava il CORQI) decisero di attuare una manovra di unificazione con la corrente detta morenista (dal suo lider maximo Nahuel Moreno), che veniva dalla rottura col Segretariato Unificato della Quarta Internazionale. La presenza del PO, storico avversario politico dell’opportunismo morenista in Argentina, creava evidentemente un problema a tale manovra, per cui, con gli inqualificabili metodi loro propri, i lambertisti cominciarono ad attaccare e poi calunniare il PO, arrivando ad espellerlo dal CORQI nonostante questo gli costasse la rottura anche con il POR e altre organizzazioni minori. Tutto questo in un momento in cui la situazione in Argentina, sotto la dittatura di Videla, era al punto più tragico.

Marcelo naturalmente fu licenziato da funzionario, riuscendo però fortunatamente a trovare presto un nuovo lavoro. Nel frattempo partecipava alla piccola cellula del PO in Francia, partecipando in primo luogo all'azione di solidarietà con i militanti latinoamericani vittime delle varie dittature allora esistenti. Nello stesso periodo riprese il contatto tra noi e le organizzazioni interazionali di cui facevamo parte, da un lato, e il PO, inizialmente via Parigi e tramite soprattutto Marcelo. Contatti facilitati anche dall'estrema gentilezza fraterna di Marcelo e Ester, che finché fu possibile (prima cioè dell’aggravarsi delle condizioni di salute di Marcelo) ospitarono in occasione dei suoi viaggi a Parigi chi scrive nel loro appartamento della periferia della grande metropoli.

Con il ritorno della democrazia borghese in Argentina, Marcelo ritornò per un periodo in Argentina, riprendendo a militare in quello che era diventato il Partido Obrero. Ma ciò non durò a lungo. Ester e le sue figlie, ormai adolescenti e inserite nell’ambiente parigino, erano rimaste in Francia. Dopo circa un anno, anche Marcelo rientrò in Francia. Poiché il PO, con una scelta certo strana per un'organizzazione trotskista, non ha mai avuto una politica di costruzione in situazioni nazionali a partire da piccoli nuclei, il lavoro di politico di Marcelo si limitò per diversi anni al sostegno al PO, anche come suo corrispondente dalla Francia (più qualche rientro breve in Argentina) e alla solidarietà internazionalista. Ma Marcelo era troppo uno spirito politico attivo. Così, vincendo l’approccio limitato di Altamira e, per quanto ci riguarda, con il nostro pieno sostegno, decise circa vent'anni fa di entrare nella sezione del Segretariato Unificato, la Lega Comunista Rivoluzionaria (LCR), poi trasformatasi in NPA. Naturalmente lo fece in difesa di posizioni trotskiste conseguenti, e quando queste si espressero in una battaglia di tendenza partecipò alla vita della sua sinistra (A&R), non solo come militante ma come dirigente, logicamente rispetto alle sue qualità politiche. Infatti nell’unica occasione in cui A&R elesse un proprio esecutivo nazionale, nel 2015, Marcelo fu uno dei suoi nove componenti. E sempre in rappresentanza di A&R fu eletto nel Comitato Nazionale del NPA. È tanto più significativo questo suo impegno perché da diversi anni Marcelo soffriva e si curava per un tumore.

Nel 2017 scoppiò uno scontro del tutto imprevisto e imprevedibile nel PO. Finalmente la maggioranza del suo gruppo dirigente si ribellò al dominio bonapartistico di Altamira, ponendolo in minoranza, fino a portarlo a una scissione nel 2019. Con sorpresa forse di Altamira ma certo non nostra, Marcelo e Ester scelsero senza esitazione la parte giusta, ossia la maggioranza del partito.
Negli ultimi anni il peggiorare delle condizioni di salute obbligò Marcelo a ridurre sempre di più l’attività politica. Questo fu molto negativo per A&R e per noi, in parte politicamente ma soprattutto sul terreno dei rapporti. Perché, anche per la storia comune, Marcelo era certamente il compagno di A&R più vicino a noi. Rispetto allo stesso PO e alle nostre divergenze con esso, non su tutte le questioni importanti ma certo su alcune di esse (l’analisi catastrofista della situazione mondiale, le posizioni confuse e contraddittorie sul processo di restaurazione del capitalismo in Russia e Cina), era più vicino a noi che al PO.

La scomparsa del compagno Marcelo è quindi una grande perdita, per noi come per il PO, in termini politici. Ma soprattutto è una enorme perdita umana per tutti quelli che lo hanno conosciuto. Compensata da una vita piena, felice accanto a Ester per sessant'anni, sempre il lotta per l’avvenire socialista.

Addio Marcelo.

Franco Grisolia