Mentre prosegue il piano
contro la scuola, Renzi muove un nuovo attacco alla sanità pubblica. Nei
termini più odiosi. Vuole che siano tagliati i cosiddetti esami
inutili. Cioè quelli che accertano la salute. Ma come si fa ad accertare
la buona salute senza esami? In realtà il governo vuole risparmiare
sulla pelle dei malati. Vuole costringere milioni di lavoratori,
lavoratrici, precari, disoccupati, pensionati, che non possono
permettersi i costi dei privati, a rinunciare al controllo sulla propria
salute. I medici che prescrivono esami “inutili” saranno puniti. Per
ottenere la loro complicità si annulla di fatto il potere di ricorso dei
malati. Questo piano di “risparmio” è di fatto un investimento cinico
sulla patologia e sulla morte delle persone.
E tutto questo perché? Per risparmiare i miliardi necessari per abolire la Tasi anche sulle case di lusso e l'Imu sui capannoni degli industriali. Cioè per continuare a fare le politiche di Berlusconi puntando all'elettorato di destra. Questo mentre si pretende che ogni (eventuale) anticipo d'uscita dal lavoro sia pagato dalla riduzione pesante di pensioni già da fame; mentre non si destina un euro al rinnovo dei contratti pubblici, bloccati da sei anni; mentre si promuove un nuovo attacco al diritto di sciopero nei servizi pubblici colpiti dai tagli; mentre la Confindustria, amica di Renzi, rifiuta di rinnovare i contratti del settore privato pretendendo lo svuotamento preventivo del CCNL, addirittura chiedendo soldi indietro agli operai.
Cosa bisogna attendere per promuovere una mobilitazione e uno sciopero generale contro il governo e il padronato? I vertici sindacali (inclusi Camusso e Landini) continuano a balbettare senza muovere un dito. Un anno fa promossero una mobilitazione (debole e tardiva) contro il Job Act, per poi condurla su un binario morto. Quest'anno neppure quella. Neppure di fronte a un governo che umilia lo stesso sindacato. Nel migliore dei casi si “critica” il governo con qualche intervista, o si organizza qualche passeggiata. Ma nessuna lotta reale dei lavoratori e delle lavoratrici. E questo mentre avanza un progetto istituzionale reazionario che mira a concentrare nelle mani di Renzi tutti i poteri fondamentali della Repubblica.
Questa paralisi dell'opposizione di classe va archiviata. Occorre rispondere all'offensiva avversaria con una radicalità uguale e contraria. Occorre che tutte le organizzazioni che dicono di stare dalla parte dei lavoratori e delle lavoratrici uniscano nell'azione le proprie forze, promuovendo un vero sciopero generale, capace di bloccare il Paese. Occorre che tutte le avanguardie, ovunque collocate, si battano per questa svolta unitaria e radicale della lotta.
A questa lotta va data una piattaforma di rivendicazioni che unisca lavoratori, precari, disoccupati attorno a una battaglia comune. Solo la classe lavoratrice può liberare l'Italia dalla dittatura dei capitalisti e dei loro governi. Solo un governo dei lavoratori e delle lavoratrici, basato sulla loro organizzazione e la loro forza, può fare pulizia e costruire una società nuova.
Il Partito Comunista dei Lavoratori, l'unico che non ha mai tradito i salariati, si batte in ogni lotta per questa prospettiva.
E tutto questo perché? Per risparmiare i miliardi necessari per abolire la Tasi anche sulle case di lusso e l'Imu sui capannoni degli industriali. Cioè per continuare a fare le politiche di Berlusconi puntando all'elettorato di destra. Questo mentre si pretende che ogni (eventuale) anticipo d'uscita dal lavoro sia pagato dalla riduzione pesante di pensioni già da fame; mentre non si destina un euro al rinnovo dei contratti pubblici, bloccati da sei anni; mentre si promuove un nuovo attacco al diritto di sciopero nei servizi pubblici colpiti dai tagli; mentre la Confindustria, amica di Renzi, rifiuta di rinnovare i contratti del settore privato pretendendo lo svuotamento preventivo del CCNL, addirittura chiedendo soldi indietro agli operai.
Cosa bisogna attendere per promuovere una mobilitazione e uno sciopero generale contro il governo e il padronato? I vertici sindacali (inclusi Camusso e Landini) continuano a balbettare senza muovere un dito. Un anno fa promossero una mobilitazione (debole e tardiva) contro il Job Act, per poi condurla su un binario morto. Quest'anno neppure quella. Neppure di fronte a un governo che umilia lo stesso sindacato. Nel migliore dei casi si “critica” il governo con qualche intervista, o si organizza qualche passeggiata. Ma nessuna lotta reale dei lavoratori e delle lavoratrici. E questo mentre avanza un progetto istituzionale reazionario che mira a concentrare nelle mani di Renzi tutti i poteri fondamentali della Repubblica.
Questa paralisi dell'opposizione di classe va archiviata. Occorre rispondere all'offensiva avversaria con una radicalità uguale e contraria. Occorre che tutte le organizzazioni che dicono di stare dalla parte dei lavoratori e delle lavoratrici uniscano nell'azione le proprie forze, promuovendo un vero sciopero generale, capace di bloccare il Paese. Occorre che tutte le avanguardie, ovunque collocate, si battano per questa svolta unitaria e radicale della lotta.
A questa lotta va data una piattaforma di rivendicazioni che unisca lavoratori, precari, disoccupati attorno a una battaglia comune. Solo la classe lavoratrice può liberare l'Italia dalla dittatura dei capitalisti e dei loro governi. Solo un governo dei lavoratori e delle lavoratrici, basato sulla loro organizzazione e la loro forza, può fare pulizia e costruire una società nuova.
Il Partito Comunista dei Lavoratori, l'unico che non ha mai tradito i salariati, si batte in ogni lotta per questa prospettiva.