L’importanza della più ampia unità d’azione. Senza sconti, senza settarismo
Giovedì 18 febbraio a Roma in Piazza San Silvestro si terrà una manifestazione unitaria dell’opposizione di classe contro il governo Draghi. È un piccolo fatto politico. Nelle stesse ore in cui Draghi incassa in Parlamento il voto di fiducia, la piazza di Roma annuncia una opposizione radicale al governo, dal versante dei lavoratori e delle lavoratrici.
Era stata richiesta Piazza Montecitorio, ma la Questura l’ha vietata con motivazioni pretestuose. In realtà il Ministero degli Interni vuole evitare che la vetrina della celebrazione di Draghi possa essere rovinata da una contestazione plateale. Ma faremo il possibile perché l’opposizione si renda visibile.
L’iniziativa ha registrato l’adesione di un arco ampio di sinistre di opposizione, politiche, sindacali, di movimento. Soggetti diversi ovviamente, come in ogni esperienza unitaria: diversi per natura e funzioni; diversi per storia, orientamenti, prospettive. Saranno presenti innanzitutto il Patto d’azione anticapitalista - per il fronte unico di classe e il Coordinamento delle sinistre di opposizione, che al di là della diversità di percorsi e composizione, si sono collocati con chiarezza all’opposizione del governo Conte, rivendicano entrambi l’indipendenza di classe, sostengono rivendicazioni largamente sovrapponibili. Sarà presente Potere al Popolo, nella sua composita e irrisolta articolazione interna. Sarà presente Rifondazione Comunista, assai più incerto inizialmente verso il secondo governo Conte, e reduce dalla recente sottoscrizione di un (incredibile) appello dell’ANPI assieme a PD e M5S, “Per Salvare l’Italia”, e tuttavia oggi collocato chiaramente all’opposizione del governo Draghi. Sul piano sindacale, oltre a SICobas e forse CUB, ha dato l’adesione Riconquistiamo Tutto, l’opposizione interna alla CGIL. Di certo non vi saranno inquinamenti di carattere sovranista e rossobruno, che invece albergano in altre iniziative di valenza ambigua. Forza Nuova non troverà spunti per ammiccare alla nostra piazza, fosse pure strumentalmente, come invece ha potuto fare con altri.
Come PCL ci siamo fortemente spesi, coi nostri limiti, per la convergenza unitaria di giovedì. Naturalmente rivendichiamo la nostra piena autonomia politica, come la riconosciamo ad altri. E autonomia significa libertà di critica anche nei confronti dei soggetti con cui si condivide una convergenza di piazza. Ma salutiamo come assolutamente positiva questa convergenza. L’unità nazionale attorno a Draghi richiede la costruzione del fronte unitario più ampio dell’opposizione di classe. Se c’è una situazione in cui non ha alcun senso una logica di autosufficienza è proprio questa.
Marciare separatamente, colpire insieme: questa elementare politica di fronte unico crediamo debba valere ad ogni livello, anche al livello di un piccolo fronte d’azione dell’avanguardia. Tanto più davanti al governo Draghi. Tanto più in un quadro di arretramento profondo del movimento operaio, dei suoi livelli di mobilitazione, organizzazione, coscienza.
Le posizioni classiste e anticapitaliste non hanno nulla da temere da un allargamento del fronte unitario d’azione. Al contrario, potranno meglio sviluppare in quel contesto la propria battaglia di egemonia. Questa è la cultura leninista del nostro partito: unità d’azione e radicalità di proposta, senza sconti e senza settarismo.
È la posizione che porteremo in piazza a Roma e in ogni ambito dell’avanguardia.
Di seguito il comunicato di convocazione della manifestazione:
Nessuna fiducia al governo dei padroni e delle banche!
Tra mercoledì e giovedì il nuovo governo presieduto da Draghi riceverà la fiducia in Parlamento da tutte le principali forze politiche, con il sostegno aperto della totalità degli industriali, delle associazioni datoriali, dell’UE, di CGIL-CISL-UIL e con l’acclamazione trasversale di tutti gli organi di informazione.
Il nascente governo di unità nazionale ha già annunciato un’ampia ristrutturazione, a partire dalla spartizione delle centinaia di miliardi del Recovery Fund. Un passo ulteriore verso la direzione già segnata negli ultimi mesi di voler scaricare i costi di questa crisi sui lavoratori e sugli sfruttati autoctoni e immigrati.
I lavoratori, i disoccupati, i precari e la grande maggioranza degli studenti, stremati da un decennio di crisi economica e immiserimento, non possono riporre alcuna speranza in questo nuovo governo che, tramite la vuota retorica dell’unità nazionale, ha il compito di imporre ulteriori politiche antipopolari.
È necessario prepararsi ad una lotta serrata per la difesa del lavoro e della salute, a partire dalla battaglia contro lo sblocco dei licenziamenti, dei salari e dei diritti sociali.
Al netto dei cambi di governo bisogna dare seguito ai mesi di scioperi nazionali e di comparto, e che proseguiranno con il prossimo dell’8 marzo, e alle mobilitazioni nazionali per la patrimoniale sulle grandi ricchezze e contro la messa al macello della classe lavoratrice.
Giovedì dalle 14 saremo in Piazza San Silvestro per dire a chiare lettere che non rimarremo a guardare e risponderemo a questa offensiva con la mobilitazione sin dal primo giorno.
AL FRONTE UNICO DEI PADRONI È ORA DI CONTRAPPORRE IL FRONTE UNICO DEI LAVORATORI E DELLE CLASSI OPPRESSE: NON PAGHEREMO LA VOSTRA CRISI!