Le posture nazionaliste ucraine avvantaggiamo l'imperialismo russo invasore
«Non ci sono russi buoni o cattivi. Il cento percento della popolazione russa è responsabile della guerra d'invasione dell'Ucraina». Cosi ha dichiarato il 2 giugno Yermak, portavoce di Zelensky. Non a caso la dichiarazione è stata ripresa immediatamente dal canale Telegram di Putin col titolo: “Il governo ucraino prende di mira l'intero popolo russo”. Quale occasione migliore per galvanizzare lo sciovinismo russo a sostegno dell'invasione dell'Ucraina?
La verità è che il nazionalismo russofobico alimentato da diversi ambienti di governo ucraini non solo non rafforza ma indebolisce la difesa dell'Ucraina, al pari della rivendicazione della riconquista della Crimea. Tali posture infatti consentono all'imperialismo russo di consolidare le retrovie del consenso interno alla guerra, vitale per il suo proseguimento. E persino di alimentare la propria campagna grottesca, completamente falsa, contro l'inesistente “regime nazista di Kiev”, campagna replicata dai mercenari filonazisti della Wagner e dagli islamofascisti ceceni di Kadyrov.
Naturalmente il nazionalismo del governo borghese di Zelensky non è una ragione per non difendere l'Ucraina dalla guerra d'invasione russa, dai bombardamenti quotidiani cui vengono sottoposte tutte le sue principali città, dalle annessioni imperialiste di parte del suo territorio operate dalle forze d'occupazione russe dopo il 24 febbraio 2022. Ma la migliore difesa dell'Ucraina non è quella che si riduce alla pur necessaria resistenza armata. È quella che combina la guerra nazionale di difesa dagli invasori con l'appello al proletariato e alla popolazione povera di Russia perché si ribellino al proprio governo e alla sua guerra. Una guerra condotta non solo contro l'Ucraina ma contro gli interessi dei lavoratori russi: con la compressione delle loro condizioni di vita e di lavoro, il loro arruolamento al fronte, l'ulteriore limitazione dei loro diritti democratici, una nuova irregimentazione della vita pubblica russa.
L'apertura di un fronte proletario di opposizione in Russia contro la guerra di Putin segnerebbe una svolta decisiva nell'intero scenario di guerra. Ma richiede una politica internazionalista da parte Ucraina che è incompatibile con la natura del governo Zelensky.
La politica di fraternizzazione tra proletari ucraini e proletari russi ha dunque due nemici. Innanzitutto lo sciovinismo imperialista grande-russo, ma anche il nazionalismo borghese ucraino. Per questo difendiamo l'Ucraina nonostante Zelensky, in opposizione alla sua politica, nel segno dell'internazionalismo proletario.