Testo del volantino del PCL in distribuzione nei pride 2023
Anche quest'anno il mese di giugno – il Pride Month per la comunità LGBTQIAP+ – si apre all'insegna della rabbia e della frustrazione. Tutti e tutte noi abbiamo ben impresse le recenti immagini della polizia locale di Milano, città peraltro guidata da una giunta cosiddetta "progressista" e che si proclama "aperta" e "sicura" per le persone LGBTQIAP+, che picchiano e arrestano Bruna, una donna trans di origine brasiliana, che stava attraversando un momento di fragilità. Ma questo è solo il più recente (e uno dei pochi rimbalzati sulla stampa generalista) episodio di odio omolesbobitransafobico avvenuti nel corso degli ultimi mesi.
Negli stessi giorni a Bologna, la "città più libera del mondo" si diceva qualche anno fa, veniva sgomberato l'ennesimo spazio occupato ad opera della solerte questura cittadina e della giunta comunale "più progressista d'Italia": si trattava della Vivaia TFQ, uno spazio transfemminista queer nato solo da qualche mese all'interno di un'area di proprietà privata ormai abbandonata da anni. L'unica colpa di questi/e compagni e compagne: aver messo in dubbio un sistema fondato su profitto, sfruttamento e omolesbobitransfobia e aver di conseguenza costruito uno luogo libero da tali logiche.
Quelle che subiamo, però, sono una violenza e un'oppressione che non conoscono confini nel nostro paese come nel resto del mondo. Nel periodo compreso tra marzo 2022 e marzo 2023 ci sono state 115 aggressioni (tra cui 2 omicidi) a sfondo omolesbobitransafobico. Sempre lo scorso anno solo la transfobia ha causato 10 vittime nel nostro paese. Si tratta del dato peggiore di tutto il continente, ma la cosa purtroppo non ci sorprende, visto quando detto poco fa.
E la situazione non è affatto migliore se guardiamo agli ultimi mesi: dall'inizio di quest'anno si contano, secondo l'osservatorio di Non Una di Meno, 35 casi di femminicidio, lesbicidio e trans*cidio. Tutte morti che – insieme alle migliaia di lavoratori e lavoratrici uccisi/e ogni anno e ai migranti abbandonati a morire nel Mediterraneo o condannati all'inferno dei CPR – hanno un solo e univoco responsabile: il modello capitalista e la società borghese, ossia la "civiltà" (se così vogliamo chiamarla) degli sfruttatori e degli oppressori.
Inoltre, nel nostro paese, alla perdurante instabilità a livello internazionale, causata dalle conseguenze socio-economiche della pandemia globale e dal sanguinoso conflitto russo-ucraino con la conseguente crisi, si deve anche sommare la pericolosa deriva reazionaria e autoritaria che ha caratterizzato le istituzioni repubblicane dopo la vittoria elettorale di Fratelli d'Italia e la nascita del governo Meloni.,
Durante questi otto mesi di governo postfascista e sovranista abbiamo visto susseguirsi una lunga serie di misure e di dichiarazioni che candidamente hanno svelato la natura ferocemente classista, filopadronale, misogina, razzista e omolesbobitransafobica dell'attuale compagine di potere. Una combriccola che per noi – sfruttati/e ed oppressi/e – ha da offrire solo repressione, povertà e annullamento dei diritti acquisiti, mentre non smette di offrire regalie e favori al padronato e continua a fare inquietanti promesse e a dare aperto supporto alle organizzazioni neofasciste e fondamentaliste, che sono tra le principali fautrici del clima sempre più esasperato di intolleranza e odio di cui sono bersaglio primario soggettività queer, donne, persone razzializzate, subculture (pensiamo al cosiddetto "decreto anti-rave" o ai divieti imposti ad alcuni collettivi punk), i movimenti sociali (come abbiamo visto accadere ai/lle giovani attivisti e attiviste dei movimenti ambientalisti) e le avanguardie politiche e sindacali.
Mentre tutto ciò accade, assistiamo al balbettio inconsistente e alla falsa opposizione dei partiti di centrosinistra e del movimento LGBTQIAP+ e femminista mainstream che, al di là della sbiadita patina di progressismo e antifascismo sotto cui tentano di nascondersi, sono solo la cassa di risonanza di coloro che da sempre ci sfruttano e ci odiano.
Il tempo della fiducia nelle istituzioni e nelle illusioni riformiste e assimilazioniste per noi è finito per sempre. Il nostro movimento deve creare, autorganizzandosi su basi anticapitaliste e antifasciste, un fronte ampio che unisca tutte le lotte e persegua questi obiettivi fondamentali:
• La cacciata del governo Meloni e la fine di ogni forma di oppressione e sfruttamento, di ogni morte ingiusta e di ogni atto di violenza. La fine di questo mondo barbaro, l'avvento della rivoluzione!
• Per un movimento LGBTQIAP+ antifascista, antirazzista e anticlericale! Lotta senza quartiere contro le organizzazioni integraliste neocattoliche, neofasciste, razziste e bigotte. Nessuna legittimità e nessuna agibilità per chi attenta alla vita e alla libertà delle donne e delle soggettività LGBTQIAP+ e razzializzate!
• Il riconoscimento e il diritto di autodeterminazione di tutte le identità trans* e non binarie, dello spettro Bi+ e di quello AroAce, delle persone intersex e la distruzione definitiva del paradigma [cis]eteronormativo, così che ogni forma di discriminazione e oppressione basata sull'orientamento sessuale e/o sull’identità di genere perda la propria forza. Per Bruna, per Cloe, per Maudit, per Elios, per Morgana, per Naomi, per Sasha, per Chiara, per Camilla, per tutte le persone queer vittime della
violenza di questo sistema!
• Per la convergenza tra le battaglie per i diritti civili e quelle del movimento operaio in una comune prospettiva rivoluzionaria e internazionalista. Non può esistere dittatura del proletariato senza liberazione delle donne e delle persone LGBTQIAP+! Non può esistere liberazione della donna e delle persone LGBTQIAP+ senza dittatura del proletariato!
• La difesa degli spazi di incontro e autodeterminazione come consultori, centri antiviolenza, e di tutti gli spazi sicuri, in particolar modo le realtà occupate, gestiti da gruppi e collettivi femministi, transfemministi e queer.
Solidarietà alla Vivaia TFQ di Bologna e a tutti gli spazi occupati e transfemministi queer sgomberati o fatti oggetto della repressione di stato!
• Cancellare le numerose e molteplici forme di patologizzazione e violenza perpetrate contro le persone LGBTQIA+, disabili e neurodivergenti all’interno dei contesti e dei percorsi medici, psicologici e socio-sanitari; per un diritto alla salute – totalmente pubblico, gratuito e garantito – veramente inclusivo e perciò definitivamente libero dalla morale borghese: senza discriminazioni di classe, razzismo, sessismo, omolesbobitransafobia e abilismo.
• No alle divise al pride e negli altri momenti di lotta della comunità LGBTQIAP+! Dobbiamo riconoscere la natura reazionaria e repressiva di queste istituzioni e fare come a Stonewall: nessuno spazio per le forze dell'ordine e per le forze armate dentro al movimento queer!
• Per la difesa incondizionata del diritto all'aborto; perché il diritto all'aborto deve essere realmente libero, garantito e inclusivo in ogni luogo. Cacciamo antiabortisti e preti dagli ospedali e dai consultori!
• La cancellazione di tutte le forme di precarietà nei luoghi di lavoro, con il ripristino dell’articolo 18 e l’inserimento di norme che contrastino in modo sostanziale e inflessibile le discriminazioni contro l’identità di genere e l’orientamento sessuale da parte della classe padronale.
• Annientare il ruolo reazionario della Chiesa cattolica: abolizione del Concordato e di tutte le regalie concesse al Vaticano, come la truffa dell’8x1000. No all'insegnamento della religione nella scuola pubblica! No alle ingerenze del Vaticano sulla libertà e sulla salute delle donne e delle soggettività queer!
• Il riconoscimento della genitorialità per le persone single e per le coppie LGBTQIAP+.
Questa è la prospettiva per cui lottiamo.