Il tavolo di trattativa si è rotto ieri.. per scioperare dopodomani!
Come era ampiamente prevedibile, la trattativa per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici è saltata. Federmeccanica ha chiuso con ancora più forza i rubinetti che mai ha avuto intenzione di aprire. Del resto, con alle spalle praticamente sei anni di aumenti salariali sterilizzati, era impensabile che rinunciasse subito a un contratto praticamente gratuito.
Bisogna, infatti, risalire al gennaio 2015, cioè al contratto separato di Fim-Uilm, per trovare un aumento che possa essere definito tale: 50 euro.
Da allora, grazie a quella che Landini ha chiamato “riconquista del contratto”, i metalmeccanici hanno avuto: “zeru” euro nel 2016; 1,77 nel 2017, 16 nel 2018, 14,34 nel 2019, e 12,63 nel 2020, per un totale di meno di 45 euro lordi al V livello, cioè meno di 40 per la maggior parte di loro che ne stanno al di sotto. Meno ancora quelli di Fca, ormai esclusi pure da queste elemosine.
Ieri, dopo 5 anni di lockdown salariale, si è finalmente rotto il tavolo di trattativa. Non sono state Fim-Fiom-Uilm a farlo, ma Federmeccanica quando i confederali, all’indisponibilità ad aprire il suo portafogli, hanno osato proclamare lo sciopero degli straordinari e della flessibilità in fabbriche per lo più in cassa integrazione e incapaci di coprire perfino le 40 ore ordinarie.
La rottura di Federmeccanica per una prova di forza tanto modesta, dimostra quanto siano ridicole le tesi di riformisti, burocrati e “fiaccatori” di professione, intenti da mesi a spiegare alla loro codardia che a fare scioperi ora si fa solo un favore ai padroni.
È vero l’opposto, perciò è un bene che le trattative si siano rotte, anche se oltremodo in ritardo. Tuttavia, la mobilitazione comincia sotto i peggiori auspici. Infatti, rotto il tavolo ieri, Fim-Fiom-Uilm hanno rimandato lo sciopero tra un mese, il 5 Novembre: 4 ore più 2 di assemblee in questi giorni, in attesa che i metalmeccanici si sfianchino da soli con gli scioperi spontanei proclamati un po’ dappertutto.
I lavoratori non devono essere lasciati soli contro Federmeccanica, gli scioperi devono essere generalizzati subito, non depotenziati in partenza fabbrica per fabbrica e programmati tra un mese per dare tutto il tempo ai padroni di organizzarsi per vanificarli.
Fim-Fiom-Uilm stanno preparando il terreno per un nuovo contratto bidone. Ma la partita è appena cominciata e l’esito non è affatto scontato. I lavoratori hanno risorse infinite e più di una volta hanno ribaltato situazioni date dai più per scontate.
Il 5 Novembre lo sciopero avrà il freno a mano. Tocca a noi lavoratori toglierlo e sfruttarlo per proseguire fino alla riconquista di un contratto che pieghi finalmente Federmeccanica. Alla lotta!