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Perché sosteniamo l'azione di sciopero generale del 29 gennaio

 


Comunicato del Coordinamento nazionale delle sinistre di opposizione

Mentre imperversa la discussione sulla scampata crisi di governo, sui lavoratori e le lavoratrici continua a riversarsi tutto il peso della crisi capitalista e dell'offensiva padronale. In un anno 800000 lavoratori precari gettati per strada, 11 miliardi di reddito persi dai salariati per via della cassa integrazione, blocco dei principali rinnovi contrattuali, ed ora la minaccia incombente a fine marzo dello sblocco dei licenziamenti, per oltre un milione di lavoratori. Parallelamente, lo stesso padronato che ha beneficiato del ricorso alla cassa integrazione anche in assenza di crisi ha intascato l'abolizione della prima tranche dell'IRAP, la copertura pubblica dei crediti bancari, la liberalizzazione ulteriore del lavoro precario, nel mentre attende la manna annunciata dei fondi europei. Fondi girati in misura preponderante alle imprese ma caricate come debito pubblico sulla schiena dei lavoratori, per le generazioni a venire. Intanto, lo stesso governo che continua a ingrassare la sanità privata rifiuta nuove assunzioni stabili nella sanità pubblica. Trovano i miliardi per le commesse militari, non per assumere medici e infermieri, se non attraverso contratti interinali. Un'infamia.

Eppure le classi dominanti continuano a godere di una sostanziale pace sociale, riconducibile anche alle responsabilità dei gruppi dirigenti delle organizzazioni sindacali confederali. Di fronte all'autentica tragedia sociale e sanitaria in corso, di cui il capitalismo porta l'intera responsabilità, non una seria iniziativa di lotta, non una mobilitazione vera. E laddove lotte sono scoppiate, a difesa del lavoro e dei suoi diritti, si è lavorato al loro isolamento per impedire che potessero estendersi e generalizzarsi, come è accaduto a marzo 2020.

Purtroppo anche sul fronte del sindacalismo di classe, che pure respinge queste politiche, è spesso prevalsa una logica di auto recinzione, di frammentazione, di concorrenza di sigla, a scapito dell'esigenza di unire i lavoratori in un unico fronte di lotta. Col risultato di contribuire obiettivamente al disorientamento e alla passività.

Per tutte queste ragioni salutiamo come positiva e importante la scelta dell'Assemblea nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori combattivi di promuovere l'iniziativa di sciopero intercategoriale del 29 gennaio. Non ci nascondiamo limiti e difficoltà oggettive, in un quadro generale segnato dal peso della pandemia e dall'arretramento dei livelli di mobilitazione e coscienza di ampi settori di massa. Ma l'iniziativa controcorrente di un importante settore di classe dell'avanguardia può svolgere un ruolo positivo per affermare una presenza di lotta, mettere al centro una piattaforma di mobilitazione generale, e investire nella prospettiva futura.

Sosteniamo pienamente la piattaforma di sciopero del 29 gennaio, a partire dallo stipendio pieno per i cassaintegrati, dalla cancellazione delle leggi di precarizzazione del lavoro, dalla riduzione generale dell'orario a parità di paga, da una effettiva sicurezza sanitaria nei luoghi di lavoro sotto il controllo dei lavoratori stessi, da un piano massiccio di assunzioni stabili nella sanità pubblica, da una patrimoniale del 10% sul 10% più ricco. Il senso è “paghi chi non ha mai pagato”, non la classe operaia e le masse lavoratrici. Sono rivendicazioni convergenti col documento “Una classe, una lotta” espresso dal nostro coordinamento.

È importante che l'azione di sciopero del 29 gennaio agisca da volano di questa piattaforma generale, la diffonda, la faccia emergere quale punto di riferimento alternativo in più ampi settori di lavoratori anche come investimento nella lotta futura. Perché il 29 gennaio sia il punto di partenza di una prospettiva più ampia.

Soprattutto ci pare importante segnalare la novità di un'azione generale di lotta, per quanto difficile, che è espressione di un percorso unitario dell'avanguardia di classe attorno all'Assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori combattivi. Un percorso che mette insieme finalmente, su una piattaforma di lotta comune, lavoratori e attivisti di diversa collocazione sindacale. Un percorso controcorrente rispetto alle dinamiche di frammentazione, tanto più importante in una situazione di arretramento del movimento operaio in cui è decisivo costruire le premesse di una svolta unitaria di lotta. Un percorso che pensiamo importante lavorare ad allargare contro ogni logica settaria o pregiudiziale di sigla, e investire in una prospettiva di massa. Un percorso cui vogliamo dare il nostro contributo, a partire dalla presenza attiva nelle iniziative di lotta del 29 gennaio.

Coordinamento nazionale delle sinistre di opposizione
(Comunisti in movimento, Fronte Popolare, La Città Futura, Partito Comunista Italiano, Partito Comunista dei Lavoratori, Partito Marxista-Leninista Italiano)