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Solidarietà ai lavoratori del CALP


 Care compagne e cari compagni,


Il Partito Comunista dei Lavoratori esprime solidarietà incondizionata ai lavoratori portuali del CALP contro l'indecente stretta repressiva di cui sono oggetto.

L'imputazione loro rivolta di “violare la legalità” misura l'ipocrisia dell'accusa.
La legalità che lo Stato difende è quella che permette ad armatori e terminalisti di smerciare strumenti di morte destinandoli ai peggiori regimi: bombe e armi, quelle sì micidiali, prodotte e montate negli Stati capitalisti cosiddetti democratici e vendute a monarchie assolutiste che si appoggiano sulla schiavitù dei propri salariati, sulla negazione dei diritti delle donne, sulla oppressione di altri popoli.
Il contrasto del commercio delle armi, e tanto più dei regimi reazionari cui sono destinate, appartiene alla storia del movimento operaio internazionale e dei lavoratori portuali in particolare, e non solo in Italia. Di certo i portuali di Genova hanno sempre rappresentato in Italia l'avanguardia di queste lotte. L'unica responsabilità dei compagni del CALP è quella di richiamarsi apertamente a questa tradizione, non solo a parole ma coi fatti. È una responsabilità di cui giustamente possono andare fieri.

I bilanci militari si stanno gonfiando in tutto il mondo. Il 50% degli investimenti nell'intelligenza artificiale sull'intero pianeta riguardano gli armamenti. La corsa senza freno agli armamenti ha sempre preparato nella storia lugubri prospettive di guerra. La lotta internazionale contro la guerra, assieme a quella per la riduzione dell'orario di lavoro, ha accompagnato la nascita stessa del movimento operaio come movimento internazionale.
L'internazionalismo operaio è stato da tempo dismesso dal grosso delle organizzazioni sindacali e da tanti partiti della “sinistra”. È ora di recuperarlo e di rilanciarlo.
L'azione dei compagni del CALP in questi anni ha ricercato e ottenuto l'unità d'azione contro la guerra e il commercio delle armi con lavoratori e lavoratrici di altri paesi, contro ogni forma di nazionalismo sovranista comunque ammantato. Criminalizzare questa lotta ha un solo significato: sgomberare la via della guerra e delle guerre in cui sfruttati di diversi paesi e magari di diverso colore sono usati gli uni contro gli altri dai propri sfruttatori. È un'operazione che va respinta.

Le imputazioni rivolte contro i compagni del CALP mostrano la vera natura dell'attuale democrazia borghese: una democrazia per i ricchi, un inganno per i poveri e gli sfruttati. L'articolo 11 della Costituzione (“L'Italia ripudia la guerra...”) serve solo a nascondere una realtà esattamente opposta. L'Italia capitalista produce strumenti di guerra, vende strumenti di guerra, aumenta le spese in armamenti, finanzia missioni militari in decine di paesi, al servizio della NATO e/o per interessi propri. L'Arabia Saudita, come l'Egitto, come il Qatar, sono solo clientela per il capitalismo militar-industriale tricolore, e per i suoi Presidenti del Consiglio, vecchi (Renzi) e nuovi (Draghi). Per ripudiare la guerra occorre ripudiare il capitale, senza illusioni costituzionali sulla sua “democrazia” o su una sua possibile riforma.

Del resto in questi giorni, in altri contesti, altre lotte d'avanguardia che fuoriescono dalle regole del gioco sono prese di mira da magistratura e Digos. È il caso della lotta dei lavoratori di TNT a Piacenza, dove sono stati addirittura arrestati dirigenti operai del sindacato SICobas, dietro l'accusa di resistenza a pubblico ufficiale, cioè di aver difeso un picchetto operaio che rivendicava diritti dalla carica a freddo della polizia. È il clima che si vuole creare attorno al governo di unità nazionale di Mario Draghi, un clima di ordine, disciplina, restaurazione, che rimetta in riga le avanguardie che osano alzare la testa, con l'unico scopo di bloccare preventivamente ogni possibile effetto di contagio.
C'è un solo modo di replicare: difendere incondizionatamente e unitariamente i diritti dei lavoratori colpiti, al di là delle diverse appartenenze sindacali e politiche; lavorare a unificare ed estendere le lotte di resistenza.

Per questo, e con queste motivazioni, siamo e saremo al fianco dei lavoratori del CALP, per la più ampia mobilitazione unitaria a sostegno delle loro ragioni.

Partito Comunista dei Lavoratori