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Coordinare le sinistre di opposizione per contrastare governo Conte e destre reazionarie

Intervista a Marco Ferrando

4 Dicembre 2019
dal sito Il Pane e le rose
Sabato 7 dicembre, a Roma, si svolgerà un’iniziativa di notevole rilievo: l’assemblea nazionale unitaria delle sinistre di opposizione. Un passaggio convocato da tre organizzazioni (Partito Comunista dei Lavoratori, Partito Comunista Italiano, Sinistra Anticapitalista) che ha sin qui ricevuto le adesioni di numerose realtà. Ottenendo un primo, significativo risultato proprio nel rendere più evidente l’esistenza di settori politici che non si appiattiscono sulla logica del “meno peggio” e sul sostegno (più o meno critico) all’attuale governo. Nell’intervista che ci ha rilasciato, Marco Ferrando, portavoce nazionale del Partito Comunista dei Lavoratori, spiega che il punto, ora, è valorizzare questo dato per delineare azioni e campagne comuni, così da iniziare a contrastare la presa esercitata dal blocco sociale reazionario sulla nostra classe di riferimento.


Quali sono, a tuo avviso, le differenze e i motivi di continuità tra il primo e il secondo Governo Conte?

Il primo governo Conte (Di Maio-Salvini) si basava su due partiti diversamente reazionari che portavano in dote al grande capitale il controllo su un vasto blocco sociale a direzione medio-borghese (il capitalismo dei distretti per la Lega, le libere professioni per il M5S), purtroppo arruolando nelle proprie file anche un ampio settore dei lavoratori salariati. Il secondo governo Conte, col ritorno al governo del PD, vede di nuovo la presenza diretta del grande capitale al posto di comando. Per questo la sua formazione ha registrato il plauso del grande capitale finanziario, delle cancellerie europee, dell'establishment. L'elemento di continuità è dato non solo ovviamente dal comune rispetto delle compatibilità capitalistiche, al di là della maggiore linearità di relazioni con l'Unione Europea da parte dell'esecutivo attuale, ma dalla conservazione di tutte le peggiori misure reazionarie del Conte uno (Decreti sicurezza in particolare) e più in generale di tutte le misure antioperaie dell'ultimo decennio (Job Acts e Legge Fornero in primis).


Sinora, ci sono stati pochi momenti di opposizione da sinistra al governo attuale, tra i quali un certo rilievo ha avuto lo sciopero generale organizzato da alcuni sindacati di base il 25 ottobre...

Purtroppo il secondo governo Conte si regge non solo sul sostegno di tutta la residua sinistra parlamentare (Liberi e Uguali e Sinistra italiana), ma anche sull'appoggio della burocrazia sindacale, a partire dalla burocrazia CGIL. Possiamo anzi dire che paradossalmente la sua politica padronale si regga oggi più sulla burocrazia sindacale che su Confindustria. Le associazioni confindustriali del Nord, inizialmente fiduciose, sono rimaste deluse per gli insufficienti investimenti infrastrutturali, e sono oggi critiche verso la Legge di stabilità in cantiere, nonostante le sue nuove regalie ai profitti. La segreteria CGIL è invece appagata dalla ritrovata concertazione col governo, e lo circonda di una cintura protettiva su ogni versante, a partire dalle vertenze aziendali (Ilva, Whirlpool), nonostante il fatto che l’esecutivo non dia nulla ai lavoratori salariati, meno ancora delle elemosine concesse dal corso populista precedente ("quota 100"). Il risultato è che con questa politica le direzioni sindacali concorrono a preservare il blocco sociale reazionario: un disastro non solo sindacale ma politico. La ripresa della Lega e l'ascesa di Fratelli d'Italia sono emblematici. L'azione di sciopero del 25 ottobre è stata positiva, ma ha avuto un carattere di stretta avanguardia, per quanto importante. Tra avanguardia di classe e il grosso del proletariato esiste oggi purtroppo una divaricazione ampia. Tanto più in questo quadro, la frammentazione delle iniziative, in seno all'avanguardia, risulta negativa e penalizzante, a vantaggio del padronato e delle burocrazie.


Cosa puoi dire a chi teme che, inasprendo la polemica contro l’odierno esecutivo, si favoriscano le destre reazionarie?

Che lo sviluppo di un'opposizione sociale di classe e di massa al padronato e al governo è una necessità ineludibile e urgente. È l'unica via per ribaltare i rapporti di forza tra le classi nei luoghi di lavoro e nella società. È l'unica via attraverso cui la classe operaia può scrollarsi di dosso i pregiudizi reazionari (per esempio verso i migranti), ricomporre la propria unità, diventare riferimento degli altri movimenti sociali e politici progressivi (antirazzisti, ambientalisti, femministi), favorire lo sviluppo della loro coscienza. L'arretratezza profonda dell’attuale movimento delle “sardine” è anche un portato del riflusso del movimento operaio. Solo una ripresa di massa della lotta operaia può fare egemonia sul senso comune di quella giovanissima generazione che (positivamente) si sta affacciando nelle piazze, introducendo nel suo immaginario il riferimento di classe e costruendo un nuovo blocco egemone. Inoltre è questa l'unica via per disgregare il blocco sociale reazionario e la sua presa tra i lavoratori.


È una nostra impressione o alcuni settori dell’establishment cominciano ad aprire alla possibilità di un governo guidato dalla Lega?

È così. Il capitale non ha valori ma solo interessi. Una parte della grande borghesia del Nord, delusa dal governo Conte, apre un canale di credito alla Lega in vista di una sua possibile leadership in un futuro governo. Sono ambienti che frequentano i governatori leghisti, fanno affari con questi, incoraggiano la "secessione dei ricchi" in funzione di nuove privatizzazioni e saccheggi dei territori. Giorgetti è il loro uomo di riferimento nella Lega, non a caso è colui che più si preoccupa di predisporre un quadro di governabilità istituzionale per un futuro governo a direzione leghista. Le aperture di Salvini a Draghi, gli incontri con Ruini, sono un tentativo di moderare il profilo della Lega agli occhi dell'establishment. Ma la concorrenza di Meloni sulla destra complica l'operazione e costringe Salvini a indossare l'abito intransigente sul MES (Meccanismo europeo di stabilità), un fondo in realtà utile al capitale finanziario di ogni paese, incluse le banche italiane, e a carico di tutti i lavoratori europei. La campagna nazionalista contro il MES "tedesco" serve solo a nascondere dietro abiti patriottici questa sua valenza di classe contro i salariati, italiani e tedeschi. Ma di certo l'establishment non gradisce.


Cosa ti aspetti, in concreto, dall’Assemblea del 7 dicembre?

L'assemblea nazionale unitaria delle sinistre di opposizione del 7 dicembre è un fatto importante. Mira a unificare l'azione di tutte le sinistre che si collocano all'opposizione del governo del capitale, in controtendenza con le dinamiche di dispersione e frammentazione di questi anni. Non si muove in un'ottica elettorale o di nuovi soggetti politici costruiti in laboratorio. Si muove sul terreno dell'intervento di classe e di massa. Non mette in discussione l'autonomia politica dei diversi soggetti che vi concorrono, ma vuole valorizzare una battaglia comune al servizio del proprio campo sociale, in contrapposizione a ogni logica settaria, in funzione dell'unificazione delle lotte. Il numero crescente delle adesioni collettive raccolte, e la partecipazione che si annuncia, confermano la corrispondenza di questa proposta con un sentire diffuso dell'avanguardia. Dalla assemblea uscirà un passo avanti nel coordinamento dell'azione comune e nella definizione delle campagne unitarie dell'opposizione, dal versante dei lavoratori e delle lavoratrici.
Stefano Macera