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CONTRO I LICENZIAMENTI COLLETTIVI DI YOOX NET-A-PORTER!

 


I primi di settembre uno dei maggiori siti di e-commerce di moda online Yoox Net-a-Porter, di recente acquisito dal gruppo tedesco LuxExperience, consegna ai sindacati un documento di 10 pagine in cui annuncia una procedura di licenziamenti collettivi: si tratta di 700 dipendenti in tutto il mondo (il 20% della forza lavoro complessiva) e 211 fra Bologna e Milano: circa 150 solo nella sede di Interporto, dove ci sono lavoratori e lavoratrici che rischiano di perdere il lavoro, anche dopo 20 anni di attività per la cosiddetta azienda “unicorno” del bolognese, come viene definita dalla stampa, creata da Federico Marchetti nei primi anni del 2000, e venduta nel 2021 al gruppo svizzero Richemont per 5,3 miliardi di euro.

Un numero spropositato, ma la cosa ancora più sconcertante è il fatto che l’azienda faccia scattare questi licenziamenti collettivi senza aver dichiarato lo stato di crisi e assolutamente in barba alle normali procedure, che avrebbero previsto degli incontri preliminari con i sindacati, e per giunta senza nemmeno prendere in considerazione l’uso di ammortizzatori sociali. 

No, niente di tutto questo: si sono limitati a comunicare questi tagli della forza lavoro adducendo come motivazioni le difficoltà di mercato e le perdite di bilancio.

Siamo alle solite: i padroni scelgono di scaricare il peso delle riorganizzazioni e dei loro errori strategici degli ultimi anni sui lavoratori, che nella loro idea dovrebbero accettarne passivamente le conseguenze. Tutto questo è vergognoso.

I sindacati Filcams-GGIL, Uiltucs-UIL e Fisascat-CISL hanno avuto un incontro con l’azienda mercoledì 10 settembre, in cui hanno presentato una diffida e richiesto, non una revisione della procedura di licenziamento, bensì la sua cancellazione e, come prevedibile, la dirigenza è rimasta sulle sue posizioni, con una generica apertura agli ammortizzatori sociali. Inaccettabile.

Nel frattempo, YNAP ha raccolto la solidarietà del sindaco di Zola Predosa Dall’Olmo che ha definito la situazione come “un pugno nello stomaco che non ci aspettavamo”, la Regione Emilia-Romagna ha convocato un altro incontro per il 17 settembre, e ora la vicenda ha assunto un rilievo nazionale, visto che di recente si è espresso anche il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso annunciando l’apertura di un tavolo di crisi per il 23 settembre.

Ma non ci facciamo illusioni e non ci aspettiamo grandi ribaltamenti da un governo che ci ha dimostrato a più riprese di essere dalla parte delle aziende e delle banche. Se si vogliono ottenere dei risultati i lavoratori e le lavoratrici uniti devono scendere in piazza e far sentire la loro voce, e rispondere all’arroganza di questi padroni che pensano di poter prendere qualsiasi decisione senza colpo ferire, trattando i dipendenti come fossero numeri per far quadrare i loro conti.

I sindacati hanno dichiarato lo stato di agitazione e sono state già previste almeno 16 ore di sciopero, di cui 4 sono già state usate lunedì 8 settembre con presidi davanti alle sedi bolognesi di Interporto e Zola Predosa, e un prossimo sciopero dell’intera giornata lavorativa è previsto per mercoledì 17, con concentramento davanti alla sede dell’Emilia-Romagna, dove si terrà il tavolo con l’azienda.

Bisogna essere compatti nella lotta, a prescindere dalla provenienza o dall’appartenenza sindacale: occorre unire le vertenze del territorio e colpire il padronato con scioperi, picchetti e la ripresa di un’incisiva azione sindacale.

Per questo il PCL dà piena solidarietà ai lavoratori e delle lavoratrici di YNAP in lotta: i licenziamenti massivi non devono passare!

CONTRO L’ARROGANZA DEI PADRONI SOLTANTO LA MOBILITAZIONE DELLA

CLASSE LAVORATRICE UNITA PUÒ OTTENERE DEI RISULTATI