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No all'accordo criminale di allargamento della NATO!

 


Pochi anni fa i combattenti curdi erano esaltati in Occidente come gli eroi della guerra contro l’organizzazione terroristica islamica ISIS. Largamente armati dalla NATO e in primo luogo dall’imperialismo USA (senza che, giustamente, gli attuali pacifinti e pacitonti semiputitiani ci trovassero niente a che ridire), erano la forza di prima fila di quella guerra.

Pochi obiettarono persino alla scelta – questa secondo noi gravemente errata – del YPG/YPJ di combattere successivamente non solo con l’appoggio, ma materialmente insieme alle truppe USA.
E quando Trump, nell’ambito della sua politica di conciliazione con Putin, come ricompensa per l’appoggio avuto per la vittoria elettorale del 2016, ha ritirato le truppe americane dal Rojava, gli alti comandi militari del Pentagono hanno gridato al tradimento.

Oggi tutto questo è dimenticato in nome del confronto con l’imperialismo russo. Erdogan avrà tutte le armi che vuole, Svezia e Finlandia rinunceranno a ogni residuo di difesa dei rifugiati politici (già si stanno preparando le liste di espulsione).

La nostra condanna di questo criminale accordo non potrebbe essere più forte.
Lo sviluppo e il rafforzamento della NATO rientrano nel nuovo devastante quadro mondiale di scontro, e domani forse guerra aperta, tra le vecchie potenze imperialiste capeggiate dagli USA e il nuovo blocco imperialista Cina-Russia nato dal crollo o trasformazione capitalistica dei vecchi regimi stalinisti.

Di fronte a questa situazione, in cui lo scontro reale è quello tra le borghesie capitalistiche dei due fronti, noi, da leninisti conseguenti, ci dichiariamo per il disfattismo bilaterale e la trasformazione dello scontro imperialistico in guerra civile e rivoluzione socialista. Però, sempre da leninisti, noi sappiamo distinguere tra le potenze imperialiste e gli stati e le nazioni che non lo sono. Per questo siamo incondizionatamente dalla parte del popolo curdo contro tutti i suoi nemici, si chiamino Erdogan, Assad, al-Nusra o ISIS, e siamo perché esso si armi per la sua difesa in qualunque modo e da qualunque fonte possibile, così come continuiamo a sostenere l’Ucraina nella sua lotta per difendere l’indipendenza nazionale dal tentativo dell’oligarchia putiniana di distruggerla.
Tutto ciò senza alcun sostegno politico alle direzioni di tali stati o nazioni, e sempre nella prospettiva della rivoluzione socialista.

Naturalmente riconosciamo la differenza tra il governo borghese di Zelensky e il PKK, organizzazione nazionalista rivoluzionaria piccolo-borghese radicale, soprattutto oggi che ha abbandonato il vecchio stalinismo per aderire alle teorie libertarie confederaliste democratiche dell’americano Murray Bookchin (già quadro sindacale del partito trotskista nordamericano in gioventù). Ma ciò non toglie che la difesa di una nazione aggredita o oppressa sia un dovere in ogni caso, anche quello dell’Ucraina, come fece la Russia rivoluzionaria nel 1920 rispetto alla disastrata Turchia del borghese Kemal Ataturk contro la Grecia appoggiata dall’imperialismo inglese.


No all'accordo criminale di allargamento della NATO

No alle armi al regime reazionario di Erdogan

Giù le mani dai rifugiati curdi in Svezia e Finlandia

Terrorista non è il PKK ma la NATO e l'OCTS (alleanza militare tra Russia e paesi satelliti)

Per lo scioglimento incondizionato dei due blocchi militari

Ritiro delle truppe turche e siriane dai territori curdi

Per un Kurdistan indipendente, unito e socialista, nell'ambito di una federazione socialista del Medio Oriente

Partito Comunista dei Lavoratori - Commissione internazionale