Testo del volantino distribuito oggi a Piacenza durante la manifestazione per i sindacalisti arrestati
23 Luglio 2022
La violenta azione giudiziaria e repressiva contro gli otto dirigenti e militanti del SI C0BAS e dell’USB perpetrata dalla procura di Piacenza è un ulteriore feroce attacco a un combattivo settore della classe lavoratrice, quello della logistica, e a tutto il sindacalismo conflittuale e di classe. E un monito per milioni di salariati e sfruttati.
La posta in gioco è la criminalizzazione delle lotte, la repressione di chi alza la testa contro l’abuso padronale e l’oppressione dello Stato, mettendo in discussione la pace sociale, cioè la guerra quotidiana contro le condizioni di lavoro e di vita della classe lavoratrice e delle masse popolari.
In questi giorni, in queste ore, si approfondisce il solco tra chi è pronto a dare una risposta di classe al teorema giudiziario in corso con scioperi, picchetti, presidi davanti alle prefetture, e chi, come i sindacati di categoria di CGIL, CISL e UIL, dichiarano piena fiducia alla magistratura, avallando l’operazione repressiva dello Stato.
A fronte di questo attacco e dello scandalo della totale subalternità delle burocrazie sindacali alle ragioni dei capitalisti e del potere statale che ne cura gli interessi, secondo il principio di stabilità e governabilità, bisogna dare una risposta immediata e adeguata: le lotte non si processano; Aldo, Arafat, Bruno, Carlo, Fisal, Issa, Riadh e Roberto liberi subito!
Allo stesso tempo tutto il movimento sindacale e politico di classe deve lanciare la proposta di un ampio fronte e una piattaforma generale di lotta che punti a unificare tutte le vertenze in campo nell’ottica di coinvolgere milioni di salariati, ad aggregare attorno ad essi la maggioranza della società.
Perché solo l'irruzione dell'azione di massa, che metta al centro le ragioni dei salariati e delle masse popolari contro il carovita, le politiche economiche del governo e la militarizzazione in corso, aprirebbe dal basso un nuovo scenario politico. È lo spettro della ribellione sociale d'autunno, quella che i padroni temono, assieme a tutti i loro partiti; quella che le burocrazie sindacali in modo truffaldino evocano per vendere ai padroni il proprio ruolo di pompieri; quella che purtroppo le sinistre riformiste rimuovono, per non contrapporsi alle burocrazie sindacali limitandosi a criticare i padroni.
No alla repressione antioperaia!
Facciamo fronte unico contro la dittatura padronale e dello Stato borghese!
• Giù le mani dal sindacalismo combattivo e di classe: unifichiamo tutte le vertenze in un solo blocco!
• Contro l’economia di guerra, contro il caro prezzi e bollette: No ai piani di riarmo, blocco immediato delle tariffe di gas, luce, benzina, Controllo operaio sui prezzi, forti aumenti salariali e reintroduzione della scala mobile dei salari,
• Blocco dei licenziamenti e riduzione generalizzata dell’orario di lavoro a parità di salario.
• Salario medio garantito a tutti i proletari occupati e disoccupati, eliminando contratti precari e paghe da fame.
• Patrimoniale sulle grandi ricchezze per far pagare la crisi ai padroni.
• Eliminazione del razzismo istituzionale a partire dall’abolizione delle attuali leggi sull’immigrazione e da una regolarizzazione di massa slegata dal ricatto del lavoro.
• Via le leggi di precarizzazione del lavoro; basta appalti e sub-appalti!
• Istituzione di una cassa nazionale di resistenza per sostenere le lotte.
• Occupazione delle aziende che licenziano, battersi per la loro nazionalizzazione senza indennizzo e sotto controllo operaio.
Come Partito Comunista dei Lavoratori ci impegneremo nelle lotte per il completo ritiro di tutte le misure giudiziarie e contro ogni forma di repressione padronale e istituzionale. Altrettanto ci impegneremo in ogni fronte unitario di avanguardia per sostenere la proposta del fronte unico di classe e di massa nella prospettiva di una alternativa anticapitalista. L’unica alternativa vera.