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La spiagge sicure di Salvini

A volte piccole osservazioni di vita quotidiana ci raccontano la miseria della società borghese più efficacemente di lunghe analisi.

Il ministro degli Interni ha emesso oggi il quotidiano bollettino di vittoria: “Centinaia di interventi della polizia urbana sulle spiagge italiane, per stroncare la piaga dell'abusivismo e assicurare la tranquillità dei bagnanti, 93.000 beni sequestrati per un valore di 600.000 euro, 15.000 contestazioni, centinaia di ore di straordinario, 54 Comuni coinvolti... Questa volta si fa sul serio!”

Riassumendo: milioni di euro sottratti ai servizi sociali per dare la caccia agli ambulanti di colore e privarli di beni sudati con giornate di lavoro sotto il sole cocente... Una vittoria militare davvero eroica per lo Stato. Cosa non si fa per dare la pace ai bagnanti!

Peccato che nelle stesse ore in cui Salvini celebra su Facebook le proprie gesta Legambiente ci parla della condizione reale dei bagnanti. Il 60% delle spiagge italiane è occupato dai privati (il 90% in Liguria e Romagna), lo Stato incassa dalle concessioni poco più di 100 milioni di euro, mentre la gestione privata delle spiagge coinvolge un giro di affari di 15 miliardi. Le poche spiagge libere sono per lo più riservate alle zone contigue agli scarichi di fogna, senza manutenzione ed assistenza, spesso addirittura inaccessibili.

Sarebbe questa la tranquillità dei bagnanti?

Ma per nascondere ai bagnanti la loro condizione reale, Salvini li vuole arruolare contro il nemico immaginario degli ambulanti. Non gli basta il loro raggiro, vuole anche il loro consenso. Così come cerca il voto degli operai mentre promette l'evasione fiscale ai loro padroni.

Una società fondata sul profitto contro ogni ragione è costretta a ricorrere quotidianamente alla truffa per nascondere agli sfruttati la propria realtà, e per questa via perpetuarsi.
Fino a quando? Fino a quando gli sfruttati lo consentiranno, facendosi abbindolare dai cinici di turno. Ma quando il loro consenso verrà meno, tutto diventerà possibile. Persino una rivoluzione.
Partito Comunista dei Lavoratori