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Whirlpool: Di Maio e azienda ingannano nuovamente i lavoratori

Incontro ieri, 25 giugno, tra Whirlpool e governo, Di Maio in persona. “Nessuna chiusura, nessun disimpegno, piena occupazione dei lavoratori coinvolti” assicura il ministro. “Non chiuderemo Napoli. Il ministro ha dato grandissima apertura per valutare tutte le possibilità” dichiara soddisfatta l'azienda. L'inganno sta nell'espressione “nessuna chiusura”. L'azienda infatti non ha mai parlato di chiudere lo stabilimento, ma di venderlo. Continuare ad assicurare di non voler chiudere serve a confermare, tra le righe, che si vuole vendere. Questo è il sottotesto vero delle rassicurazioni pubbliche. E una vendita, come dimostra l'esperienza, lascia sempre sul campo una moria di posti di lavoro.

Dire da parte dell'azienda che “il governo ha dato massima apertura per valutare tutte le possibilità” significa dire in linguaggio cifrato che il governo continua a interessarsi del possibile acquirente dell'azienda. Ciò che Di Maio ha fatto – come nessuno ha smentito – dal 13 aprile scorso, tenendo all'oscuro i lavoratori. Non solo. La “massima apertura” del governo ha trovato concretizzazione nel piano di agevolazioni e defiscalizzazioni che Di Maio ha annunciato a vantaggio di Whirlpool. Si chiama in gergo “fiscalità di vantaggio”: regalie direttamente concesse a singole aziende, messe sul conto dell'erario pubblico (cioè di tutti i lavoratori). Altro che “ritireremo i fondi pubblici assegnati all'azienda”, come Di Maio aveva detto dieci giorni fa a uso delle telecamere. Il governo sborsa altri soldi a favore degli azionisti, i quali ne ricaveranno doppio vantaggio. Un vantaggio economico immediato e diretto, ma anche un vantaggio come venditori dello stabilimento: uno stabilimento è più appetibile per un nuovo acquirente se sgravato di tasse.

Intanto l'azienda ha sciorinato un piano industriale che guarda caso sconta la riduzione della produzione nello stabilimento campano già in atto nel 2018 e nel 2019. Lo stabilimento di Napoli ha chiuso il 2018 con la riduzione dei volumi del 62%. La proiezione sul 2019 prevede una riduzione ulteriore e pesante (255.000 lavatrici invece che le 368.000 previste). E questa sarebbe l'azienda che assicura il futuro dei lavoratori? La verità è che il ballo continua, con soldi pubblici e profitti privati, sulla pelle dei lavoratori.

L'unica soluzione vera passa per l'esproprio dell'azienda, senza un centesimo di indennizzo, sotto il controllo degli operai. Battersi per questa soluzione, promuovere una mobilitazione compatta che la sorregga, dovrebbe essere il compito di un sindacato che si rispetti. Il PCL continuerà a sostenere questa proposta tra i lavoratori e le lavoratrici della fabbrica.
Partito Comunista dei Lavoratori