Su una piattaforma di lotta unificante
Testo del volantino che distribuiremo domani durante lo sciopero CGIL-UIL
La manovra economica varata dal governo Meloni è completamente subalterna al padronato: vengono elargiti soldi alle imprese, l’evasione fiscale è favorita con l’aumento del limite dell’utilizzo del contante, i settori della borghesia - piccoli e medi esercenti -, spesso i settori più reazionari, incassano l’abolizione del pos sotto i 60 euro. Tutto questo mentre vengono attaccati il reddito di cittadinanza e le pensioni, a fronte di un enorme impoverimento dei salariati e dei settori popolari della società (aumento impressionante della povertà assoluta), e si restringono ulteriormente gli spazi democratici di manifestazione di dissenso o di semplice alterità al sistema del mercato (legge anti Rave). Un vero attacco alle condizioni di milioni di lavoratori e masse popolari attanagliate dal rincaro delle bollette, dall’inflazione sui beni essenziali, dalla annunciata recessione, minacciate dalla dinamica di guerra e dai disastri naturali dovuti al cambiamento climatico.
CGIL e UIL (la UIL non in tutte le regioni) hanno indetto uno sciopero contro la manovra economica del governo. Lo sciopero di per sé è un fatto positivo, perché le ragioni per contrastare questo governo antipopolare e antioperaio ci sono tutte! Bisogna però ricordare che l’ultimo sciopero generale indetto dalla CGIL e dalla UIL risale al 16 dicembre del 2021 e che la mancanza di continuità di mobilitazioni e di direzione dei lavoratori contro il precedente governo Draghi ha lasciato spazio all’ascesa dell’attuale governo reazionario.
Ma la mobilitazione messa in campo oggi è inadeguata. Uno sciopero di sole quattro ore distribuito su più giorni e diviso per regioni, senza una piattaforma adeguata allo scontro, senza una campagna di assemblee nei luoghi di lavoro, diventa solo l’esercizio di una pressione nei confronti del governo. Occorre invece costruire uno sciopero generale vero, unitario, di massa, a carattere prolungato, che segni una svolta radicale del movimento operaio e sindacale; che apra una stagione nuova di mobilitazione e conflitto sociale, attorno ad una piattaforma di lotta indipendente.
Lo sciopero generale del 2 e la manifestazione del 3 dicembre lanciati dal sindacalismo di base sono stati costruiti proprio con questo intento. È quindi necessario fare un passo in avanti per costruire il più ampio fronte unitario di massa della classe lavoratrice, delle proprie organizzazioni sindacali politiche e di movimento, contro il governo Meloni, le politiche padronali e la sua economia di guerra, per sviluppare una vertenza generale unificante di tutto il mondo del lavoro e dei settori oppressi della società. Le condizioni oggettive ci sono tutte per poter organizzare la più ampia mobilitazione operaia. Dobbiamo lasciarci alle spalle la rassegnazione.
• Per il blocco immediato delle bollette e dei prezzi alimentari.
• Per la requisizione immediata e integrale dei sovraprofitti dei monopoli energetici e la loro nazionalizzazione senza indennizzo e sotto il controllo dei lavoratori e delle lavoratrici.
• Per un forte aumento salariale di 300 euro netti e la reintroduzione della scala mobile dei salari
• Per un salario minimo di 12 euro all’ora, 1500 euro netti mensili.
• Per una patrimoniale straordinaria del 10% sul 10% più ricco da investire in sanità, scuola, risanamento ambientale, energie rinnovabili, rete idrica.
• Per la riduzione generale dell’orario di lavoro a 30 ore a parità di paga.
• Per il blocco dei licenziamenti e la nazionalizzazione senza indennizzo e sotto controllo operaio delle aziende che licenziano.
• Per la cancellazione del debito pubblico verso le banche e la loro nazionalizzazione senza indennizzo per i grandi azionisti.
• Per l’abbattimento delle spese militari, contro ogni guerra imperialista.
Per il fronte unico di massa della classe lavoratrice, per l’alternativa anticapitalista, per il governo dei lavoratori!