La corruzione è inseparabile dal capitalismo. Il vero scandalo è la società borghese
«La coppa del mondo del Qatar è una prova concreta del fatto che la disciplina sportiva può riuscire a trasformare un paese... il Qatar è un precursore in materia dei diritti sul lavoro». Così si esprimeva pochi giorni or sono Eva Kaili, vicepresidente del Parlamento Europeo. Il sacco di banconote di 800000 euro che le è stato trovato in casa ha certo ispirato questo convincimento.
Non si è trattato solamente di una posizione individuale. L'intero gruppo del Partito Socialista Europeo prima ha tentato di opporsi a qualsiasi risoluzione concernente il Qatar, poi ha cassato dalla bozza di risoluzione ogni espressione di condanna sul trattamento dei lavoratori. Quasi settemila operai immigrati morti d'infarto dopo dodici ore di lavoro al sole, impossibilitati ad allontanarsi dal luogo di lavoro, privati persino del loro cellulare posto sotto sequestro, non meritavano evidentemente la condanna dell'emirato. Nuovo “faro di progresso” a suon di bigliettoni.
Ciò che sta emergendo sul Qatar è solo la punta dell'iceberg. La corruzione provata dei vertici della FIFA si intreccia con la più vasta corruzione dei parlamentari europei, o ex parlamentari europei, che possano avere voce in capitolo nel posizionamento internazionale della UE.
Il caso di Antonio Panzeri, ex parlamentare europeo del gruppo socialista, già segretario della CGIL a Milano, esponente fino a ieri di Articolo 1 (il partito di Bersani) è emblematico. Panzeri dirige dal 2019 la ONG Lotta all'impunità, in compagnia di Luca Visentini, addirittura segretario generale della Confederazione Sindacale Internazionale (ITUC). Si tratta di una società che fa schermo a relazioni d'affari con l'emirato qatarino e probabilmente altri paesi del Golfo. La partita di scambio, quale emerge dalle carte, sembra questa: illustri esponenti della sinistra politica o sindacale europea mettevano i propri ruoli presenti o passati al servizio del Qatar, con la pubblica benedizione del suo improbabile progressismo. Il Qatar ricambiava il favore pagando ai suddetti vacanze familiari da 100000 euro in paesi esotici. Una corruzione sfacciata e ignobile finanziata dal supersfruttamento criminale degli operai.
Ora l'inchiesta della magistratura belga scoperchia un vero vaso di Pandora. Chi può pensare che il vortice di bigliettoni riguardi solo singoli corrotti? Se il Qatar corrompe figure chiave della socialdemocrazia europea e i loro entourage per incassare attestati di progressismo lo fa perché migliorare la propria reputazione può moltiplicare il volume di affari: investimenti europei in Qatar soprattutto in fatto di marina militare; investimenti del Qatar in Europa nel capitale finanziario di numerose aziende e società. Quali e quante ulteriori tangenti olieranno tali affari? Questo sarà il nuovo capitolo annunciato dell'inchiesta in corso.
La morale è una sola. Non ci troviamo di fronte all'ennesimo caso di mele marce in un cesto sano. Ci troviamo di fronte alla base materiale del parlamentarismo borghese. Engels indicava nella corruzione, assieme al legame con la Borsa, un meccanismo fondante della democrazia borghese. La democrazia borghese che Lenin definì un paradiso per i ricchi e un inganno per i poveri e gli sfruttati.
Questa verità vale non solo per gli Stati nazionali ma anche per la politica mondiale. Nel caso concreto, per il Parlamento Europeo e per l'Unione Europea di cui è espressione.
Il vero scandalo sta qui. Non nella corruzione di Antonio Panzeri, da burocrate CGIL a faccendiere. Ma nella natura profondamente marcia della società capitalista, ad ogni livello e in tutte le sue espressioni. Chi cerca un capitalismo onesto non lo troverà mai. Solo una rivoluzione può cambiare le cose. Solo un governo dei lavoratori può fare finalmente pulizia.