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Almaviva, migranti, Trump: le recenti prese di posizione del M5S

Il commentario politico si è occupato in questi mesi delle disavventure di Virginia Raggi e della guerra per bande che attraversa il M5S. Tema sicuramente interessante, su cui siamo già intervenuti. Ma l'aspetto più clamoroso, passato invece in sordina, riguarda le posizioni pubblicamente assunte dal M5S in relazione a temi dirimenti della lotta di classe. Nazionali e internazionali. Ne ricordiamo tre.

La prima concerne Almaviva. Di fronte all'infame licenziamento di 1600 lavoratori e lavoratrici romane, Luigi di Maio assolve l'azienda e mette sul banco degli imputati la CGIL. Non per criticare, come qualche ingenuo potrebbe pensare, la gestione sindacale nazionale della vicenda o la linea sindacale in generale, ciò che dal nostro punto di vista sarebbe ed è doveroso. Ma per mettere in discussione ancora una volta il sindacato in quanto tale. «La vicenda Almaviva dimostra che la rappresentanza collettiva dei lavoratori non ha alcun senso. È ora che ogni lavoratore inizi a rappresentarsi da solo». Testuale. Invece di rivendicare un sindacato che faccia con coerenza il proprio mestiere, Di Maio vuole proprio abolire il mestiere del sindacato. Ai 1600 lavoratori licenziati il futuro candidato premier dei 5 Stelle offre la solitudine individuale della disperazione. Cioè la condizione cui l'ha costretti l'azienda. Magari, forse, un domani ammortizzata da un miserabile... reddito di cittadinanza. Non è un caso che il Grillo natalizio, in lussuosa vacanza a Malindi, abbia sentito il bisogno di elogiare pubblicamente «la povertà» come nuovo stile di vita. Un vero profumo di francescanesimo.

La seconda riguarda l'immigrazione. Subito dopo gli atroci attentati terroristici di Berlino, Beppe Grillo ha sentenziato: «Ora basta. Tutti i migranti che non hanno diritto all'asilo devono essere rimpatriati. Domani stesso, senza perdere un'ora». Neppure Salvini era giunto a tanto. Grillo rivendica la deportazione immediata di massa di uomini, donne, bambini, in fuga dalla fame, dall'oppressione, dalla morte. Altro che “migranti economici”!. La linea di marcia è quella stessa del governo Gentiloni e del suo ministro degli interni Minniti, che ha inaugurato una vera e propria campagna di retate in tutta Italia alla caccia di migranti irregolari senza permesso di soggiorno per compilare la lista dei rimpatri forzati. Invece di punire chi li sfrutta in nero e di regolarizzare le condizioni degli sfruttati, Minniti compila la lista degli sfruttati da cacciare (e da ammassare nel frattempo nei nuovi lager dei CIE). Appaltando intanto al governo di Tripoli e ai governi africani il lavoro sporco di blocco e segregazione dei disperati alla partenza, in cambio della regalia di miliardi... pagati dai lavoratori italiani. Lo stesso lavoro sporco prezzolato già appaltato a Erdogan nei Balcani, a spese dei lavoratori europei. Il M5S, sulla scia di Minniti e Salvini, gioca semplicemente allo scavalco della peggiore xenofobia.

La terza concerne il pubblico posizionamento di Beppe Grillo e del M5S verso Trump. Il peggior arnese reazionario della storia americana è giudicato da Grillo «un uomo di pace» e «un grande uomo di Stato» «al pari di Putin». Portatore di «distensione» nel mondo. Incredibile.
Trump vuole costruire un muro invalicabile contro i migranti messicani, a tutto vantaggio delle mafie criminali di frontiera. Annuncia la cancellazione dei pochi vantaggi sociali dell'Obamacare, a beneficio delle compagnie di assicurazione. Rivendica la guerra commerciale alla Cina e una svolta protezionista della politica economica USA, col prevedibile rincaro delle importazioni a spese dei salari americani, e le inevitabili ritorsioni speculari dei paesi colpiti a danno dei posti di lavoro americani. Rivendica l'appoggio incondizionato al corso coloniale dello Stato sionista d'Israele, cioè alla guerra contro i palestinesi. Annuncia la possibile revoca dell'accordo sul nucleare con l'Iran. La possibile distensione con la Russia di Putin è in funzione di questa politica reazionaria. “Rifare grande l'America” è il nuovo inno sciovinista dell'imperialismo americano, su cui cercano di montare tutti i peggiori populismi reazionari d'Europa, alla ricerca di benefici elettorali e di legittimazione politica internazionale. Poteva mancare il M5S?

A tutti coloro che a sinistra continuano a beatificare il grillismo, o a caratterizzarlo a “luci e ombre”, o addirittura ad assumerlo a propria sponda politica, risponde ancora una volta la realtà dei fatti: quella di una forza reazionaria di massa, nemica dei lavoratori e degli oppressi. Una verità che solo il PCL, a sinistra, ha sin dall'inizio denunciato controcorrente.

Partito Comunista dei Lavoratori