O di qua o di là, non si può stare in mezzo al guado
Con la nomina di viceministri e sottosegretari, il governo Conte ha completato i suoi assetti. Anche la sinistra ha definito i propri.
Sinistra Italiana ha strappato un sottosegretario. Si era presentata con il PRC alle elezioni europee nel nome della autonomia dal PD e della rottura col centrosinistra. Entra tre mesi dopo in un governo PD-M5S applaudito dalla Borsa e da Trump. Nel grande trasformismo della politica borghese anche Sinistra Italiana ha offerto il suo contributo.
Il PRC si era presentato con Sinistra Italiana alle elezioni annunciando che “questa volta si fa davvero la sinistra di alternativa”. Oggi, dopo aver rivendicato ai quattro venti un governo PD-M5S, si dissocia da SI che ci è entrata, perché il governo «non ha un programma di svolta» e bisogna «incalzarlo» affinché la svolta ci sia. Che è chiedere a un governo del capitale di fare una politica per i lavoratori. Una posizione che alimenta illusioni invece di fare chiarezza. Una posizione di pressione critica, non di opposizione aperta.
Invece proprio di opposizione c'è bisogno. Non si può stare in mezzo al guado: o si sostiene il governo del (grande) capitale o si fa opposizione di classe. O di qua o di là.
IL PCL conferma a maggior ragione la propria proposta di unità d'azione di tutte le sinistre di opposizione. Ognuna col proprio profilo, insieme nella contrapposizione al governo. È l'ora dell'unità, nella chiarezza della scelta di campo.
Sinistra Italiana ha strappato un sottosegretario. Si era presentata con il PRC alle elezioni europee nel nome della autonomia dal PD e della rottura col centrosinistra. Entra tre mesi dopo in un governo PD-M5S applaudito dalla Borsa e da Trump. Nel grande trasformismo della politica borghese anche Sinistra Italiana ha offerto il suo contributo.
Il PRC si era presentato con Sinistra Italiana alle elezioni annunciando che “questa volta si fa davvero la sinistra di alternativa”. Oggi, dopo aver rivendicato ai quattro venti un governo PD-M5S, si dissocia da SI che ci è entrata, perché il governo «non ha un programma di svolta» e bisogna «incalzarlo» affinché la svolta ci sia. Che è chiedere a un governo del capitale di fare una politica per i lavoratori. Una posizione che alimenta illusioni invece di fare chiarezza. Una posizione di pressione critica, non di opposizione aperta.
Invece proprio di opposizione c'è bisogno. Non si può stare in mezzo al guado: o si sostiene il governo del (grande) capitale o si fa opposizione di classe. O di qua o di là.
IL PCL conferma a maggior ragione la propria proposta di unità d'azione di tutte le sinistre di opposizione. Ognuna col proprio profilo, insieme nella contrapposizione al governo. È l'ora dell'unità, nella chiarezza della scelta di campo.