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Dite una parola su Tsipras

Ospite della Festa nazionale di Articolo Uno, Alexis Tsipras ha testualmente dichiarato:

«La verità è che tutte le forze progressiste devono capire che il grande avversario è l'estrema destra. Contro questo nemico serve un fronte europeo vastissimo che parta dalla sinistra della sinistra e arrivi sino ai confini del centro progressista». L'intervistatore Luca Telese, evidentemente sorpreso, a questo punto chiede: questo fronte deve includere anche Matteo Renzi ed Emmanuel Macron? «Deve arrivare fin dove sarà più efficace la resistenza contro l'estrema destra. Non sto parlando di un partito uniforme ma di un fronte comune per fermare l'ascesa di quelle forze politiche» risponde Tsipras.

È tutto piuttosto chiaro. L'ex premier greco apre su tutta la linea alla socialdemocrazia europea, e siccome la socialdemocrazia europea è protesa al blocco politico col centro liberale, Tsipras si intesta in prima persona anche l'apertura al centro liberale europeo, inclusi Renzi e Macron. “Non un partito omogeneo, ma un fronte comune”. Nessuna meraviglia. Il fronte comune col capitale europeo Tsipras l'ha già realizzato in Grecia applicando le ricette di austerità contro i lavoratori. Semplicemente ora dà traduzione a questa politica anche in termini di strategia continentale. Il fatto che proprio questa politica, negli anni della grande crisi, abbia spianato la strada alle destre è candidamente rimosso.

La domanda è: ma i dirigenti del PRC non hanno nulla da dire? Dopo aver appoggiato le politiche del governo greco dal 2015 al 2019, giustificando tutte le scelte di Tsipras, coprono ora col proprio silenzio l'apertura di Tsipras non solo al PSE ma ai Macron e ai Renzi? Di certo Tsipras sarebbe entusiasta del “fronte comune” in Umbria tra PRC, PD e M5S, è esattamente la linea politica che oggi rivendica. Ma quella del PRC nazionale qual è?
Partito Comunista dei Lavoratori