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Solidarietà internazionale contro un governo reazionario!

16 Febbraio 2019
Il PCL appoggia lo sciopero dell’8 marzo con
L’8 marzo, il Partito Comunista dei Lavoratori sarà al fianco delle donne che scenderanno in piazza durante lo sciopero indetto da Non una di meno e da varie sigle sindacali di base: CUB, SIAL COBAS; SLAI COBAS per un sindacato di classe, SGB, USB, Si Cobas e Adl Cobas.
Lo sciopero è l’arma più importante che i lavoratori e le lavoratrici hanno contro chi li/e sfrutta e li/e opprime, un’arma ultimamente dimenticata in soffitta dai sindacati confederali, la CGIL in primis, che ha recentemente respinto un ordine del giorno di adesione allo sciopero presentato dall'area Il Sindacato è un'altra cosa, durante il congresso nazionale a Bari, con soli 39 voti a favore.
Noi siamo convinte che per rispondere all’escalation di violenza reazionaria, misogina e clericalista di questo governo sia necessario portare le rivendicazioni fondamentali di cui parleremo nei prossimi giorni, mettendo in campo una lotta permanente sulle direttrici dell’anticapitalismo, dell’antifascismo e dell’anticlericalismo.
L’esperienza ha dimostrato che solo la lotta organizzata può garantire dei risultati, anche quelli parziali come effetti collaterali della stessa. Questo governo illustra con una chiarezza drammatica il concetto che andiamo ribadendo da tempo: patriarcato e capitale vanno insieme e insieme devono essere abbattuti. Non ci sono vie di mezzo in grado di garantire alle donne incolumità, parità e libertà. Lo dimostra la storia degli ultimi quarant’anni: ogni diritto che credevamo acquisito può essere perduto se non viene pervicacemente difeso senza arretrare, basta un qualsiasi Pillon.
Rivendichiamo quindi la necessità di un programma articolato di lotte e rivendicazioni, 8 punti per l’8 marzo, che iniziano con la rivendicazione fondamentale per ogni donna, l’autodeterminazione. Un’autodeterminazione che si ottiene a partire dall'autonomia economica, quindi dal diritto al lavoro e con la difesa dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori e non con patetiche elemosine di famiglia sotto forma di reddito di cittadinanza.
Partito Comunista dei Lavoratori - commissione oppressioni