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Intervento di Antonio, sindacalista SGB, al presidio di Ravenna del 22 luglio 2020
Tutte le volte che ci imbattiamo in una condizione come quella dei lavoratori di Sovia rileggiamo un testo di un magistrato del lavoro ravennate che molto ha indagato sulle condizioni di lavoro nel nostro territorio.
Ad introduzione di questa manifestazione cito alcune frasi di questo testo che offre immediatamente a tutti la chiave di lettura della vertenza dei lavoratori di Sovia.
– scrive il magistrato (1) – L’esperienza pratica e processuale evidenzia, come il principale terreno per la compressione dei diritti e la sottotutela dei lavoratori sia costituito oggi dai processi di scomposizione dell’impresa all’interno delle catene produttive, la sua frammentazione organizzativa, che si realizza attraverso lo strumento dell’appalto, del subappalto.
Ci sono più modelli in cui si realizza questa compressione dei diritti.
Una versione legale tramite il contratto di somministrazione con un’agenzia interinale oppure attraverso il contratto di appalto.
Una versione illegale che si presenta si presenta in due versioni; una di manifesta illegalità di vero e proprio caporalato e una più ambigua dove vi è fatto intermediazione illecita di manodopera.
In questa terra di mezzo − della compressione legale ed illegale dei diritti del lavoro − sono fiorite le migliaia e migliaia di imprese, senza mezzi né capitali, più o meno subdole; e si è ricreato quel mercato delle braccia all’interno del quale si è appaltato di tutto e di più, dando vita a quell’economia del sommerso e dell’illegalità, fatta di appalti e subappalti, di cooperative spurie e contratti pirata, di ricatti e peggioramento delle condizioni reali di vita e del lavoro delle persone
In questa terra di mezzo − della compressione legale ed illegale dei diritti del lavoro − quasi sempre si trova una cooperativa cd. Spuria, cioè una falsa cooperativa.
In questa terra di mezzo si trova il sistema degli appalti di Marcegaglia, in questa terra di mezzo si trova la cooperativa SOVIA.
Sovia (l’acronimo sta per Soluzioni Vincenti per le Aziende) entra nello stabilimento nel 2018.
Sovia non è esperta di movimentazioni merci a livello industriale. Nel suo statuto c’è di tutto, compresa la produzione cinematografica…
Non ha macchinari da portare alla Marcegaglia (è il committente che glieli mette a disposizione).
Non ha neanche i lavoratori da impiegare alla Marcegaglia.
Per il reclutamento si rivolge ad un’agenzia interinale. Un reclutamento molto particolare. I lavoratori vengono formati dall’agenzia a loro spese e alla consegna dei soldi gli viene detto che non è possibile rilasciare lo scontrino. Il costo del “corso”, o meglio il costo per potere lavorare, è variabile: per alcuni 170 € per altri il costo è di molto più alto.
Ecco il primo elemento di quella versione illegale di appalto.
Assunti da Sovia i lavoratori vengono collocati in uno dei livelli più bassi del contratto della Metameccanica.
Sono tutti a tempo determinato, ma assieme all’assunzione diventano soci della cooperativa.
Sono soci ma non hanno mai potuto partecipare ad un’assemblea per approvare il bilancio della cooperativa, per eleggere il consiglio di amministrazione. Di fatto sono “finti” soci, come di fatto Sovia è una finta cooperativa.
Come cooperativa può però utilizzare la legge sul socio-lavoratore e peggiorare condizioni economiche e normative dei contratti di lavoro. E ancora siamo nell’illegalità.
Lo fa deliberando lo “stato di crisi”. Sovia, nel giro di tre anni, moltiplica il suo fatturato di 800 volte, però dichiara di essere in crisi e in questo modo può togliere il 10% dalla stipendio dei lavoratori, un vero e proprio “furto” di salario. Un altro elemento di illegalità
Fra livelli bassi e furto del 10%, le retribuzioni dei lavoratori della Sovia sono di 400€ in meno ad altri lavoratori con la stessa mansione che lavorano nello stabilimento.
E’ un trattamento che riserva ai lavoratori più ricattabili. I lavoratori di Sovia sono in maggioranza stranieri, provenienti dall’Africa occidentale. La precarietà del loro contratto assieme alla temporaneità del loro permesso di soggiorno, una la miscela per garantire il massimo di ricattabilità.
Per Sovia sono lavoratori che devono solo ringraziare per “essere stati tolti dalla strada” (un classico del razzismo dei padroni).
I lavoratori però non ci stanno e appena ottengono il contratto a tempo indeterminato un primo gruppo di lavatori si rivolgono al sindacato e decidono di organizzarsi con SGB.
Nei giorni successivi tutti i nostri iscritti vengono rimproverati dai responsabili di Sovia per essersi iscritti a SGB. Altri lavoratori che avevano l’intenzione di aderire a SGB hanno paura di perdere il lavoro e rinunciano all’iscrizione.
Oltre alle minacce Sovia trova un’altra soluzione vincente: un sindacato di “comodo” a cui fare iscrivere i lavoratori.
I responsabili distribuiscono le deleghe di quel sindacato. Assieme al contratto a tempo determinato si firma l’iscrizione al sindacato del padrone.
Mentre sono espulsi dalla fabbrica lavoratori a tempo determinato sospettati di essere simpatizzanti di SGB, vengono assunti parenti e amici del responsabile territoriale di quell’organizzazione sindacale.
Responsabile territoriale che accusa SGB di attaccare una piccola cooperativa dove tutti i lavoratori “sono stracontenti di come vengono trattati, dove non ce n’è uno che si lamenti”.
Addirittura all’incontro che abbiamo ottenuto grazie alla Prefettura, il Presidente di Sovia si è presentato con il Rappresentante Aziendale di quel sindacato, nella sua delegazione. Un sindacato parte della delegazione del padrone.
Dopo il primo sciopero sono partite nuove minacce. I responsabili della Sovia hanno detto ai lavoratori che daranno la lista degli iscritti a SGB alla Marcegaglia per buttarli fuori dalla fabbrica.
Oltre alle minacce Sovia trova un’altra soluzione vincente: un sindacato di “comodo” a cui fare iscrivere i lavoratori.
I responsabili distribuiscono le deleghe di quel sindacato. Assieme al contratto a tempo determinato si firma l’iscrizione al sindacato del padrone.
Mentre sono espulsi dalla fabbrica lavoratori a tempo determinato sospettati di essere simpatizzanti di SGB, vengono assunti parenti e amici del responsabile territoriale di quell’organizzazione sindacale.
Responsabile territoriale che accusa SGB di attaccare una piccola cooperativa dove tutti i lavoratori “sono stracontenti di come vengono trattati, dove non ce n’è uno che si lamenti”.
Addirittura all’incontro che abbiamo ottenuto grazie alla Prefettura, il Presidente di Sovia si è presentato con il Rappresentante Aziendale di quel sindacato, nella sua delegazione. Un sindacato parte della delegazione del padrone.
Dopo il primo sciopero sono partite nuove minacce. I responsabili della Sovia hanno detto ai lavoratori che daranno la lista degli iscritti a SGB alla Marcegaglia per buttarli fuori dalla fabbrica.
I lavoratori però non si fermano ed oggi sono di nuovo in sciopero e non si fermeranno sino a che non sarà rimosso il sistema illegale di Sovia, fino a che non ci sarà la restituzione del 10%, sino a che non finiranno le discriminazioni sindacali ed anche razziali.
Anche SGB ha soluzione vincente, non per le aziende, ma una soluzione vincente per i lavoratori.
La lotta determinata dei lavoratori e la solidarietà di tutti voi. Sappiamo che sarà una lotta dura e lunga, ma non ci fermiamo… grazie anche a chi ci dimostra solidarietà sappiamo che resisteremo un minuto di più di Sovia.
La lotta determinata dei lavoratori e la solidarietà di tutti voi. Sappiamo che sarà una lotta dura e lunga, ma non ci fermiamo… grazie anche a chi ci dimostra solidarietà sappiamo che resisteremo un minuto di più di Sovia.
(1)
https://www.questionegiustizia.it/articolo/cooperative-spurie-ed-appalti-nell-inferno-del-lavoro-illegale_30-04-2019.php
https://www.questionegiustizia.it/articolo/cooperative-spurie-ed-appalti-nell-inferno-del-lavoro-illegale_30-04-2019.php
Altre foto della manifestazione:
Partito Comunista dei Lavoratori - Sez. Romagna