Per uno sciopero generale prolungato su una piattaforma di lotta unificante. Attraversare il 16 dicembre con una proposta di svolta vera
CGIL e UIL si sono decise a proclamare lo sciopero generale per la giornata del 16 dicembre. Uno sciopero generale contro la Legge di Stabilità del governo è di per sé un fatto positivo. Tanto più a distanza di sette anni dall’ultimo sciopero generale confederale (12 dicembre 2014), e a fronte di un governo Draghi idolatrato da tutta la stampa borghese e dalla UE come salvatore della nazione (“il governo dei migliori”).
Di certo non mancano le ragioni per scioperare contro Draghi e Bonomi. Dopo due anni di pandemia la sanità pubblica è l’ultima voce di spesa, mentre si liberalizza ulteriormente la sanità privata, si sbloccano i licenziamenti, si peggiora il reddito di cittadinanza, si prevede una riforma fiscale che non dà nulla a lavoratori e pensionati; mentre si taglia l’IRAP, si bloccano i contratti del pubblico impiego a partire dalla scuola, si annuncia il “ritorno alla normalità” in fatto di pensioni, cioè una legge Fornero a pieno regime. PNRR e la Legge di Stabilità sono in realtà grandi operazioni a debito a tutto vantaggio di imprese e banche e a carico dei salariati.
Ma proprio per questo lo sciopero del 16 dicembre è del tutto inadeguato. Innanzitutto, lo sciopero giunge tardi rispetto ai tempi di una Legge di Stabilità in dirittura d’arrivo. Ma soprattutto lo sciopero giunge male, dopo l’avallo fornito da CGIL, CISL e UIL allo sblocco dei licenziamenti, la gestione disastrosa di tante vertenze aziendali (da Whirlpool ad Alitalia), persino l’assenza di una seria campagna di massa per la massima estensione della vaccinazione. Su ogni terreno la burocrazia sindacale ha assicurato a padronato e governo la pace sociale. Il risultato è che nei due anni di pandemia i padroni hanno incassato 170 miliardi dai governi in carica e hanno visto impennarsi il valore di Borsa delle proprie azioni, mentre i salari sono in picchiata, un milione di lavoratori precari sono stati buttati per strada, la precarietà del lavoro dilaga con la cosiddetta “ripresa”, si moltiplicano gli omicidi bianchi nelle fabbriche, le delocalizzazioni restano all’ordine del giorno (GKN). Tutto questo dimostra non solo la crudeltà della società borghese, ma anche la subalternità delle burocrazie sindacali, il completo fallimento della loro politica di collaborazione di classe e dei gruppi dirigenti che ne sono responsabili.
Non basta allora uno sciopero generale simbolico, che serva unicamente a informare che un sindacato esiste, e a prenotare un prossimo incontro con Draghi. Occorre uno sciopero generale vero, unitario, di massa, a carattere prolungato, che segni una svolta radicale del movimento operaio e sindacale. Che apra una stagione nuova di mobilitazione e conflitto sociale, attorno ad una piattaforma di lotta indipendente, a partire da alcune rivendicazioni centrali:
• Blocco dei licenziamenti, occupazione delle aziende che licenziano (come in GKN) e loro nazionalizzazione senza indennizzo e sotto il controllo dei lavoratori;
• Coordinamento nazionale di tutte le vertenze e lotte di resistenza a difesa del lavoro;
• Cancellazione delle leggi di precarizzazione del lavoro e di tutte le esternalizzazione, e regolarizzazione dei lavoratori precari. A pari lavoro pari diritti;
• Eliminazione di tutti gli abusi e delle discriminazione di genere nei luoghi di lavoro;
• Il lavoro che c’è va ripartito fra tutti, attraverso una drastica riduzione dell’orario di lavoro a parità di paga. 30 ore pagate 40;
• Abolizione della legge Fornero. Diritto alla pensione a 60 anni o dopo 35 anni di lavoro;
• Un grande piano di nuovo lavoro in opere sociali di pubblica utilità, a partire dal risanamento ambientale: riassetto idrogeologico del territorio, bonifiche, riparazione della rete idrica, messa in sicurezza antisismica del patrimonio edilizio;
• Raddoppio dell’investimento nella sanità pubblica, con l’esproprio di quella privata, e un vasto piano di assunzioni a tempo indeterminato nel servizio sanitario nazionale: per ricostruire la medicina territoriale, fare una seria azione di tracciamento, moltiplicare le sedi di vaccinazione;
• Una patrimoniale straordinaria del 10% sul 10% più ricco e la cancellazione del debito pubblico verso le banche con la loro nazionalizzazione, come fonte di finanziamento di tali misure. Paghi chi non ha mai pagato.
È importante che la giornata di sciopero del 16 dicembre sia attraversata dalla rivendicazione di uno sciopero generale vero. È importante che tutte le organizzazioni del sindacalismo di classe convergano sulla giornata di sciopero per portarvi una proposta di svolta, contro la recita delle burocrazie sindacali. È importante costruire una assemblea nazionale di delegati per definire il percorso di lotta e di mobilitazione.