28 Aprile 2022
La guerra in Ucraina si aggrava.
Dopo aver fallito, grazie alla resistenza ucraina, la conquista di Kiev, la guerra d'invasione di Putin si concentra nel sud dell'Ucraina, con l'obiettivo di unire sotto il proprio controllo il territorio che va dal Donbass alla Transnistria passando per Odessa, e di determinare per questa via la chiusura dell'accesso al mare dell'Ucraina. Da qui l'intensificazione della guerra, la distruzione delle ferrovie ucraine, la moltiplicazione di sofferenze, rovine e massacri della popolazione civile.
A loro volta, gli imperialismi di USA e Gran Bretagna sovrappongono sempre più apertamente alla difesa dell'Ucraina la propria volontà dichiarata di indebolire strutturalmente l'imperialismo russo rivale, favorendo la continuità del conflitto. Da qui la rivendicazione della legittimità di un più ampio spazio d'intervento militare, col rischio di uno scontro diretto tra Russia e NATO e di dinamiche fuori controllo.
Siamo e restiamo a difesa dell'Ucraina contro la guerra d'invasione dell'imperialismo russo, non a difesa degli imperialismi NATO e di una loro guerra. Ci opponiamo alla linea delle sanzioni economiche contro la Russia, che scaricano i loro effetti sui lavoratori russi e sui lavoratori d'Occidente. Ci opponiamo a una linea russofoba odiosa che prende di mira artisti, sportivi, uomini e donne della cultura russa, col risultato oltretutto di fornire alimento allo sciovinismo grande-russo di Putin. Ci opponiamo più in generale al tentativo di usare la stessa resistenza ucraina contro l'invasione russa come un'occasione di regolamento di conti tra imperialismo russo e imperialismi NATO, ciò che moltiplica i rischi di un'escalation militare incontrollata, e rappresenta una minaccia mortale per l'umanità intera.
Leghiamo la necessaria difesa dell'Ucraina da un'invasione imperialista alla rivendicazione di una cessazione immediata delle ostilità, del ritiro delle truppe russe entro i confini precedenti il 24 febbraio, di una pace giusta, che per essere tale deve prevedere l'indipendenza e neutralità dell'Ucraina, il riconoscimento della Crimea alla Russia, il diritto di autodeterminazione delle popolazioni russofone del Donbass, le quali hanno il diritto di decidere liberamente dove vogliono vivere.
La resistenza ucraina all'invasione è la condizione necessaria di una simile soluzione. Senza resistenza ucraina Putin sarebbe già a Kiev da due mesi, e avrebbe già celebrato la grande vittoria dello sciovinismo imperialista grande-russo. Ma una condizione necessaria non è di per sé sufficiente. Occorre respingere il tentativo NATO di prendere in ostaggio la resistenza ucraina subordinandola a un'obiettivo di guerra prolungata in funzione dei propri interessi imperialisti. Occorre contrastare la subordinazione di Zelensky a questa linea.
L'esperienza dimostra che la cessazione delle ostilità e una pace giusta in Ucraina sono incompatibili sia con lo sciovinismo grande-russo e le sue ambizioni imperiali, sia con la logica degli imperialismi NATO e del nazionalismo ucraino. Il sostegno alla resistenza ucraina contro l'imperialismo russo e la lotta contro l'imperialismo di casa nostra sono due aspetti di una stessa politica internazionalista contro la guerra.