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Una campagna da respingere, una contraddizione da risolvere

 


La campagna maccartista del PD e dei partiti reazionari contro l'ANPI, e la necessità di un cambio di linea dell'Associazione

La gazzarra imbastita contro l'ANPI dall'ambiente politico atlantista è inaccettabile. Rientra nella campagna maccartista contro ogni voce di dissenso sui piani di riarmo, contro ogni critica a Zelensky e alla NATO. Respingiamo questa campagna. Non riconosciamo alcun diritto a sindacare sull'ANPI al PD, che per decenni ha dato sponda al corso revisionista sulla Resistenza partigiana, ha diretto guerre “umanitarie”, ha sponsorizzato la Seconda Repubblica e le sue derive antidemocratiche. Il PD, come tutti i partiti borghesi, è parte del campo avversario.

La nostra critica alla direzione dell'ANPI muove semmai dal versante opposto.
Proprio gli attacchi del PD e di tutto il fronte atlantista mostrano il fallimento della linea della “grande alleanza democratica” col PD e col M5S che i vertici dell'ANPI hanno promosso negli ultimi anni. Persino la lotta elementare contro il riarmo e per la pace si è rivelata incompatibile con i sostenitori del governo Draghi. Il PD è oggi il primo propugnatore del riarmo, assieme al ministro degli esteri pentastellato Di Maio. Giuseppe Conte finge una postura più pacifista solo in funzione elettorale, dopo aver gestito da Presidente del Consiglio l'aumento delle spese militari, e aver accettato in ogni caso il principio del riarmo. Sono i costi fisiologici dell'appartenenza alla NATO e della sua preparazione alla guerra.

I nodi sono ormai giunti al pettine. Invece di lamentare gli attacchi del PD, i vertici dell'ANPI dovrebbero rompere con PD e M5S e battersi per una mobilitazione unitaria contro il riarmo di tutte le forze del movimento operaio, politiche e sindacali. Una mobilitazione contro il governo Draghi, contro la NATO, contro i preparativi di guerra, che chiami la CGIL alle proprie responsabilità.

Contemporaneamente sarebbe bene evitare di fornire al PD armi pretestuose contro l'ANPI sulla questione ucraina. Riconoscere il diritto alla resistenza di un popolo invaso è elementare per un'organizzazione antifascista. Vale contro le guerre d'invasione degli imperialismi NATO come contro la guerra dell'imperialismo russo. Certo, il governo ucraino è reazionario, come il regime sciovinista di Putin, e settori fascisti sono presenti non a caso su entrambi i fronti. Ma la guerra attuale non è tra fascismo e antifascismo, è tra l'imperialismo russo e l'Ucraina. Saddam Hussein, Milosevic, i talebani, i regimi di Abu Mazen e Hamas nei territori occupati non sono meglio di Zelensky sotto il profilo democratico. Semmai in qualche caso peggio. Eppure abbiamo difeso e difendiamo i diritti nazionali di quei popoli, nonostante i loro governi, contro le forze d'occupazione imperialiste e sioniste. Come abbiamo difeso contro il governo ucraino i diritti delle popolazioni russofone del Donbass nonostante la natura reazionaria dei governi separatisti e il sostegno militare dell'imperialismo russo. Questo principio deve valere anche per il popolo ucraino, nonostante il sostegno, per i suoi propri interessi, dell'imperialismo NATO.

Anche qui l'ANPI dovrebbe uscire dalla difensiva. Dovrebbe denunciare l'ipocrisia del governo italiano e della NATO che ora parlano di democrazia in Ucraina ma hanno appoggiato i governi post-Maidan contro i diritti del Donbass, sostengono lo Stato sionista d'Israele, trafficano con la Turchia di Erdogan che massacra i curdi, armano l'Arabia Saudita... Oltre ad aver promosso tutte le guerre d'invasione degli ultimi trent'anni giustificandole con le menzogne più spudorate (le “armi di distruzione di massa” di Saddam Hussein), compiendo crimini contro i civili (dalle torture di Abu Ghraib alle bombe al fosforo di Falluia), varando sanzioni genocide (come contro l'Iraq con la benedizione ONU).
Difendere il diritto di resistenza ucraina, togliendo al PD ogni alibi strumentale, consentirebbe all'ANPI di denunciare liberamente tutto questo, passare finalmente all'offensiva e disarmare le ipocrite speculazioni del campo avverso .

Il peggio che si possa fare di fronte alla campagna di demonizzazione da parte del PD è continuare a corteggiare (criticamente) il PD fornendogli per di più armi abusive. Per quanto ci riguarda difendiamo e difenderemo l'ANPI, non solo in primo luogo dal PD ma anche dalla sua stessa politica.

Partito Comunista dei Lavoratori