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25 aprile, la Resistenza e la guerra

 


È in corso un'inaccettabile campagna maccartista contro l'ANPI, che usa purtroppo errori e timidezze della sua direzione sulla questione Ucraina. È il caso allora di fare chiarezza

IL DIRITTO UNIVERSALE ALLA RESISTENZA CONTRO TUTTE LE GUERRE D'INVASIONE IMPERIALISTE

La Resistenza partigiana si batté eroicamente contro le forze d'occupazione dell'imperialismo nazista (e la Repubblica di Salò), usando giustamente anche gli aiuti militari degli imperialismi “democratici” di Gran Bretagna e USA. Ma il PCI, in omaggio al patto politico di Stalin con gli imperialismi anglosassoni, subordinò a questi ultimi la Resistenza, stroncandone le potenzialità rivoluzionarie. I governi di unità nazionale tra Togliatti e De Gasperi disarmarono i partigiani, riportarono in sella i capitalisti, ricostruirono lo Stato borghese. Fu il tradimento della Resistenza, pagato con lunghi anni di repressione antioperaia e anticomunista.

Oggi l'Ucraina resiste contro le forze d'occupazione dell'imperialismo russo, usando legittimamente gli aiuti militari degli imperialismi NATO. Ma la NATO, attraverso Zelensky, subordina l'Ucraina ai propri interessi. Sono gli interessi di quel Fondo Monetario Internazionale che soprattutto da Maidan in poi ha imposto al proletariato ucraino tagli sociali, privatizzazioni, miseria. Non è una ragione sufficiente per voltare le spalle alla resistenza militare di un paese contro una guerra d'invasione imperialista. Ma è una ragione più che sufficiente per opporsi politicamente al governo Zelensky e alla NATO.


CON LA RESISTENZA UCRAINA MA ALL'OPPOSIZIONE DI ZELENSKY.
PER I DIRITTI DI AUTODETERMINAZIONE DEL DONBASS


Il nostro sostegno alla resistenza ucraina muove da un'angolazione di classe indipendente.
Siamo a sostegno della resistenza ucraina contro la guerra d'invasione russa, così come abbiamo sostenuto la resistenza irachena, la resistenza serba, la resistenza afghana contro le guerre d'invasione occidentali, o la resistenza palestinese contro le forze d'occupazione di Israele. Ma come rifiutammo ogni sostegno politico ai Saddam Hussein, agli Slobodan Milosevic, ai talebani, agli Abu Mazen e ad Hamas, così rifiutiamo ogni sostegno politico al governo nazionalista ucraino e ai suoi padrini internazionali. I diritti di autodeterminazione dell'Ucraina richiedono non solo – innanzitutto – la sconfitta delle mire imperiali della Russia, ma anche una rottura con il FMI e con gli imperialismi d'occidente. Dunque con la stessa borghesia ucraina. Solo la rivoluzione bolscevica consentì all'Ucraina un'autodeterminazione vera: è ciò che Putin imputa a Lenin. Solo il recupero del programma di Lenin per una Ucraina indipendente e socialista può contrastare alla radice il progetto imperiale di Putin.

Siamo per il pieno riconoscimento dei diritti nazionali del Donbass. Li abbiamo difesi contro i governi nazionalisti ucraini emersi dalla rivolta reazionaria di piazza Maidan (2014), nonostante l la natura rossobruna dei governi separatisti e l'aiuto loro fornito dall'imperialismo russo. Così come oggi difendiamo l'Ucraina dall'imperialismo russo nonostante gli aiuti militari dell'imperialismo occidentale e la natura del governo Zelensky. Ma tanto più oggi i diritti delle popolazioni russofone del Donbass possono essere realizzati non solo contro il nazionalismo ucraino ma anche contro le forze di occupazione russe. È il popolo del Donbass che deve poter decidere liberamente in quale paese vivere.


IL NEMICO PRINCIPALE È IN CASA NOSTRA.
NO AL RIARMO. NO ALLA NATO. GIÙ LE MANI DALL'ANPI!


Siamo contro l'imperialismo di casa nostra, italiano, europeo, americano. Contro i suoi piani di riarmo, la sua economia di guerra, i suoi isterismi russofobi, l'intossicazione maccartista che ne deriva. A differenza delle sinistre cosiddette radicali, non abbiamo mai votato crediti di guerra. Non abbiamo mai scambiato complicità di guerra e ministeri. Siamo sempre stati dall'altra parte della barricata. Così oggi.
Difendiamo l'ANPI dalla campagna di intimidazione del PD e degli ambienti NATO. Le chiediamo anzi di rompere apertamente e pubblicamente con il PD senza limitarsi a differenziazioni passive o a posizionamenti puramente difensivi. Ma le chiediamo di farlo riconoscendo il diritto della resistenza ucraina contro l'occupazione russa. Perché è vero che resistenza partigiana e resistenza ucraina sono tra loro diverse. Tutte le resistenze lo sono. Ma è vero che entrambe si contrappongono a una guerra d'invasione e alle sue forze d'occupazione. Entrambe lo fanno con le armi in pugno perché non è possibile diversamente. L'ANPI non può negare questo diritto, se non finendo paradossalmente col regalare al PD e alla NATO la patente abusiva e truffaldina di difensori della libertà.

Siamo contro i fascisti, come sempre, ovunque si collochino. Sia che si tratti del famigerato battaglione Azov, sia che si tratti del panslavismo grande-russo e neozarista, benedetto da Dugin e dalla Chiesa ortodossa, e ben presente ai vertici della Repubblica di Donetsk. Ma la guerra in atto in Ucraina non è tra fascismo e antifascismo, è tra un paese dipendente e una grande potenza imperialista che l'ha invaso. Su questa frontiera occorre schierarsi e scegliere. Mantenendo sempre la propria autonomia politica di classe; lottando sempre, nel modo più intransigente, contro ogni forza reazionaria, sia essa filo-NATO o rossobruna.


PER UNA PACE GIUSTA.
NO ALL'ESTENSIONE DELLA GUERRA


Siamo per la cessazione immediata delle ostilità e il ritiro delle forze russe d'occupazione.
Siamo per una pace giusta, che preveda la neutralità dell'Ucraina, il rispetto dell'appartenenza russa della Crimea, il diritto di autodeterminazione delle popolazioni russofone del Donbass.
Siamo a maggior ragione contro ogni allargamento della guerra in corso, contro ogni espansione della NATO – passata, presente e futura, contro lo scontro tra potenze imperialiste, vecchie e nuove. Ma non ci facciamo illusioni. Dopo il crollo dell'URSS, dopo che la vecchia burocrazia staliniana si è convertita nella nuova classe capitalista in Russia e Cina, ovunque si sono levati i venti di guerra. Prima le guerre d'espansione della NATO, ora la guerra d'espansione della Russia, mentre la grande ascesa dell'imperialismo cinese in Oriente acuisce tutte le contraddizioni imperialiste su scala globale. La verità è che una nuova grande guerra è entrata nel novero delle possibilità reali.


PER LA RIVOLUZIONE SOCIALISTA, PER L'INTERNAZIONALE RIVOLUZIONARIA

Lottare contro la guerra è allora una necessità mondiale. Ma è inseparabile dalla lotta contro l'imperialismo, contro ogni imperialismo. Due grandi cordate di potenze imperialiste, il blocco NATO da un lato, il blocco russo-cinese dall'altro, sono in lotta tra loro per la spartizione del mondo. E sono disposte alla guerra pur di affermarsi. Chi si appella all'ONU, alle diplomazie, alle conferenze internazionali di pace, alle parole ipocrite dei Papi, alle buone volontà dei governi, va a caccia di farfalle. Peggio: semina nuove illusioni. La domanda di pace è fondamentale. L'ideologia pacifista è una truffa. Solo una rivoluzione socialista può salvare il mondo e garantire una pace vera. Solo la classe lavoratrice internazionale, ponendosi alla testa di tutti i popoli oppressi, può realizzare questo compito. Ne ha la forza, quella di tre miliardi di salariati. Non ne ha la coscienza, che anzi ha registrato drammatici passi indietro ed è spesso inquinata dai nazionalismi. Elevare la coscienza dei proletari all'altezza della loro forza, unirli internazionalmente al di là delle frontiere, è ovunque il compito dell'avanguardia.

In Russia, mentre il partito stalinista di Zjuganov si è schierato con Putin e la sua guerra, con una vergognosa capitolazione all'imperialismo russo, il Revolyutsionnaya Rabochaya Partiya (Partito Operaio Rivoluzionario) sta difendendo coraggiosamente la tradizione leninista dando guerra alla guerra. «Solo il proletariato dell'Ucraina, e non certo l'imperialismo russo, ha il diritto di liberare l'Ucraina dalla dittatura ultraneoliberista e nazionalista... Il nemico principale è nel nostro paese!» (Dichiarazione del CC del POR, 24 febbraio)

Il Partito Comunista dei Lavoratori si batte per la costruzione di un'internazionale rivoluzionaria contro tutti gli imperialismi, contro la guerra, per la rivoluzione socialista in ogni paese e su scala mondiale.

Partito Comunista dei Lavoratori