Gli infermieri britannici hanno votato a favore di un proprio sciopero generale contro il nuovo governo conservatore. Lo sciopero sarà attuato entro la fine dell'anno e si annuncia duro. Nei suoi 106 anni di storia è la prima volta che il sindacato di categoria del personale sanitario (RCN, Royal College of Nursing) promuove uno sciopero in Gran Bretagna. Al centro della piattaforma una forte rivendicazione salariale.
Lo sciopero ha un impatto politico, non solo sindacale. La Gran Bretagna sta attraversando una durissima crisi economica e sociale. Il nuovo premier di recentissima nomina Rishi Sunak sta predisponendo in questi giorni una legge finanziaria di lacrime e sangue, fatta di tagli alla spesa pubblica, per rimontare il crollo della sterlina. Il ministro della sanità Steve Barclay ha drammatizzato la convocazione dello sciopero annunciando un imprecisato intervento d'emergenza contro i lavoratori e le lavoratrici. Di certo nulla cozza contro la politica dei conservatori più di una domanda di investimento nella sanità pubblica e nei salari di chi ci lavora.
L'aspetto interessante della situazione inglese sta nella propagazione degli scioperi salariali in diversi settori proprio nel momento della massima crisi di direzione politica dell'imperialismo britannico e della sua stessa monarchia. È un esempio per la classe operaia italiana, e un monito al governo Meloni. Ma anche uno schiaffo all'inettitudine vergognosa della burocrazia sindacale di casa nostra, disposta a inginocchiarsi persino di fronte a un governo a guida postfascista.
Partito Comunista dei Lavoratori