♠ in Anticapitalisme & Revolution,carovita,Debout de la France,estrema destra,Francia,gilet gialli,gilet jaunes,Goodtear,MRDEF,operai,prezzo carburante,Rassemblement National,studenti at 14:12
1 Dicembre 2018
Pubblichiamo l'editoriale dell'ultimo
numero di Anticapitalisme & Révolution, giornale dell'omonima
corrente di sinistra nel NPA francese
La mobilitazione dei
"gilets jaunes" (gilet gialli) ha riunito circa 300.000 persone, in più
di 2.000 presidi e azioni. Un movimento all'altezza di alcuni di quelli
che abbiamo conosciuto in questi ultimi anni contro gli attacchi
antisociali, pur senza raggiungere per esempio il livello delle
manifestazioni del 2016 contro la Loi Travail.
La rabbia contro l'aumento del prezzo dei carburanti non potrebbe essere più legittima. Milioni di lavoratori e lavoratrici sono obbligati ad utilizzare la loro macchina per andare al lavoro, perché non esistono trasporti pubblici, delle linee ferroviarie sono state chiuse, li si è obbligati ad accettare un lavoro a decine di chilometri dal loro domicilio... L'ipocrisia del governo, che pretende di agire per il bene dell'ambiente, non inganna nessuno. Per lottare realmente contro gli inquinatori bisognerebbe occuparsi dei grandi gruppi capitalisti del petrolio come Total, che accumulano milioni di benefici.
UNA COLLERA LEGITTIMA, FAGOCITATA DAI NOSTRI PEGGIORI NEMICI
Purtroppo, la mobilitazione del 17 novembre è stata l'occasione per alcuni fra i peggiori reazionari del paese di scatenarsi: si sono registrati insulti, aggressioni fisiche, slogan nauseabondi, come a Bourg-en-Bresse dove una coppia di omosessuali sono stati picchiati a sangue, a Saint-Quentin, dove un'automobilista velata è stata costretta a togliersi il velo... A Tours, su una camionetta riverniciata in blu-bianco-rosso campeggiava lo slogan: «i francesi prima di tutto, fuori i migranti. Forza, onore, patria». Tutto un programma.
Non c'è da meravigliarsi, quando si conosce il percorso di certi leader autoproclamati. In un video visto milioni di volte, il militante di Debout la France [Alzati Francia, partito politico di destra, ndr] ed ex Fronte Nazionale Frank Buhler se la prende con i disoccupati e le disoccupate che accusa di cavarsela meglio di quelli e quelle che lavorano. Ecco il veleno della divisione! In certe regioni, come nel Vaucluse, sono dei militanti del Rassemblement National [nuovo nome assunto dal Front National di Le Pen, ndr] e di altri gruppuscoli identitari ad avere organizzato le riunioni di preparazione del 17 novembre. Spesso, le organizzazioni di poliziotti più vicine all'estrema destra hanno sostenuto la mobilitazione. Gli stessi che sgomberano i lavoratori che occupano le loro fabbriche, manganellano i manifestanti e prendono di mira la gente nelle periferie... sarebbero ora dal lato delle classi popolari?
IL MONDO DEL LAVORO DEVE CONTARE SULLE PROPRIE LOTTE
Dai Repubblicani al Rassemblement National, la destra e l'estrema destra cercano di dividere gli sfruttati secondo le loro origini, colore della pelle, religione, genere o orientamento sessuale... E di fare credere ai lavoratori e alle lavoratrici di nazionalità francese che avrebbero degli interessi comuni ai loro padroni. Questi movimenti ci distraggono dalle rivendicazioni che permetterebbero di fronteggiare l'aumento del costo della vita, a cominciare dall'aumento dei salari, con la loro indicizzazione all'aumento dei prezzi.
È attraverso lo sciopero, bloccando i profitti del padronato e l'economia del paese, che noi riusciremo ad ottenere delle vittorie. Solo i lavoratori e le lavoratrici hanno questo mezzo d'azione, non i politici borghesi, che affermano di parlare a nome nostro. È perché le centrali sindacali non hanno proposto assolutamente nulla di serio per contrastare le misure antisociali del governo e del padronato - neanche l'ombra di una prospettiva di mobilitazione dopo la giornata di sciopero del 9 ottobre scorso - che l'esasperazione generale si è espressa attraverso i gilet gialli. Perché Macron, il quale non ascolta che i capitalisti, che sono i suoi committenti, dovrebbe ascoltare la collera? Ma i sindacati, dal canto loro, devono finalmente rendersi conto di questa collera, e convocare immediatamente una giornata di sciopero intercategoriale contro il carovita, attraverso cui la classe operaia potrebbe esprimersi indipendentemente dai reazionari e del padronato del trasporto su strada.
Ed è il tempo di raggruppare i numerosi settori che vogliono lottare. Questo è il senso dell'appello lanciato da una quarantina di sindacati o collettivi di tutta la Francia, come gli ex Goodyear di Amiens, i postini e le postine del 92° dipartimento, in sciopero dal 26 marzo, gli operai della Ford Blanquefort la cui fabbrica è minacciata di chiusura, gli ospedalieri di Rouvray che hanno impedito la soppressione dei servizi, dei professori di ZEP [Zone d’éducation prioritarie], dei lavoratori di McDonald's, dei ferrovieri e ferroviere repressi dopo il loro sciopero, degli studenti e studentesse mobilitati contro la selezione all'università... Tutti e tutte insieme, questi settori propongono di manifestare il 15 dicembre a Parigi, dall'Eliseo alla sede della Confindustria francese, il MEDEF. Questa iniziativa sarà un'occasione di fare sentire, in piena indipendenza, il nostro campo sociale!
La rabbia contro l'aumento del prezzo dei carburanti non potrebbe essere più legittima. Milioni di lavoratori e lavoratrici sono obbligati ad utilizzare la loro macchina per andare al lavoro, perché non esistono trasporti pubblici, delle linee ferroviarie sono state chiuse, li si è obbligati ad accettare un lavoro a decine di chilometri dal loro domicilio... L'ipocrisia del governo, che pretende di agire per il bene dell'ambiente, non inganna nessuno. Per lottare realmente contro gli inquinatori bisognerebbe occuparsi dei grandi gruppi capitalisti del petrolio come Total, che accumulano milioni di benefici.
UNA COLLERA LEGITTIMA, FAGOCITATA DAI NOSTRI PEGGIORI NEMICI
Purtroppo, la mobilitazione del 17 novembre è stata l'occasione per alcuni fra i peggiori reazionari del paese di scatenarsi: si sono registrati insulti, aggressioni fisiche, slogan nauseabondi, come a Bourg-en-Bresse dove una coppia di omosessuali sono stati picchiati a sangue, a Saint-Quentin, dove un'automobilista velata è stata costretta a togliersi il velo... A Tours, su una camionetta riverniciata in blu-bianco-rosso campeggiava lo slogan: «i francesi prima di tutto, fuori i migranti. Forza, onore, patria». Tutto un programma.
Non c'è da meravigliarsi, quando si conosce il percorso di certi leader autoproclamati. In un video visto milioni di volte, il militante di Debout la France [Alzati Francia, partito politico di destra, ndr] ed ex Fronte Nazionale Frank Buhler se la prende con i disoccupati e le disoccupate che accusa di cavarsela meglio di quelli e quelle che lavorano. Ecco il veleno della divisione! In certe regioni, come nel Vaucluse, sono dei militanti del Rassemblement National [nuovo nome assunto dal Front National di Le Pen, ndr] e di altri gruppuscoli identitari ad avere organizzato le riunioni di preparazione del 17 novembre. Spesso, le organizzazioni di poliziotti più vicine all'estrema destra hanno sostenuto la mobilitazione. Gli stessi che sgomberano i lavoratori che occupano le loro fabbriche, manganellano i manifestanti e prendono di mira la gente nelle periferie... sarebbero ora dal lato delle classi popolari?
IL MONDO DEL LAVORO DEVE CONTARE SULLE PROPRIE LOTTE
Dai Repubblicani al Rassemblement National, la destra e l'estrema destra cercano di dividere gli sfruttati secondo le loro origini, colore della pelle, religione, genere o orientamento sessuale... E di fare credere ai lavoratori e alle lavoratrici di nazionalità francese che avrebbero degli interessi comuni ai loro padroni. Questi movimenti ci distraggono dalle rivendicazioni che permetterebbero di fronteggiare l'aumento del costo della vita, a cominciare dall'aumento dei salari, con la loro indicizzazione all'aumento dei prezzi.
È attraverso lo sciopero, bloccando i profitti del padronato e l'economia del paese, che noi riusciremo ad ottenere delle vittorie. Solo i lavoratori e le lavoratrici hanno questo mezzo d'azione, non i politici borghesi, che affermano di parlare a nome nostro. È perché le centrali sindacali non hanno proposto assolutamente nulla di serio per contrastare le misure antisociali del governo e del padronato - neanche l'ombra di una prospettiva di mobilitazione dopo la giornata di sciopero del 9 ottobre scorso - che l'esasperazione generale si è espressa attraverso i gilet gialli. Perché Macron, il quale non ascolta che i capitalisti, che sono i suoi committenti, dovrebbe ascoltare la collera? Ma i sindacati, dal canto loro, devono finalmente rendersi conto di questa collera, e convocare immediatamente una giornata di sciopero intercategoriale contro il carovita, attraverso cui la classe operaia potrebbe esprimersi indipendentemente dai reazionari e del padronato del trasporto su strada.
Ed è il tempo di raggruppare i numerosi settori che vogliono lottare. Questo è il senso dell'appello lanciato da una quarantina di sindacati o collettivi di tutta la Francia, come gli ex Goodyear di Amiens, i postini e le postine del 92° dipartimento, in sciopero dal 26 marzo, gli operai della Ford Blanquefort la cui fabbrica è minacciata di chiusura, gli ospedalieri di Rouvray che hanno impedito la soppressione dei servizi, dei professori di ZEP [Zone d’éducation prioritarie], dei lavoratori di McDonald's, dei ferrovieri e ferroviere repressi dopo il loro sciopero, degli studenti e studentesse mobilitati contro la selezione all'università... Tutti e tutte insieme, questi settori propongono di manifestare il 15 dicembre a Parigi, dall'Eliseo alla sede della Confindustria francese, il MEDEF. Questa iniziativa sarà un'occasione di fare sentire, in piena indipendenza, il nostro campo sociale!