♠ in 6 giugno,affitto,autonomia differenziata,crisi,fronte unico,lavoratori,padroni,patrimoniale,Patto d'azione,riduzione orario di lavoro,Sanità,sciopero at 00:25
Il 6 giugno riscendiamo in piazza in tutte le città
Pubblichiamo il testo dell'appello prodotto dal patto unitario d'azione, cui il nostro partito aderisce, per la giornata nazionale di piazza del 6 giugno. Il PCL porterà nelle piazze la prospettiva del fronte unico di massa e la proposta della più ampia unità d'azione dell'avanguardia.
Noi lavoratori della logistica considerati carne da macello, con le nostre vite considerate un’inevitabile costo da pagare; noi addetti alla sanità, infermiere, infermieri e medici diventati “eroi” nel momento stesso in cui venivamo mandati al massacro; noi lavoratori immigrati delle campagne sfruttati e sottopagati; noi addetti alle pulizie; noi operai di fabbrica trattati al pari delle macchine con cui lavoriamo in catena di montaggio; noi lavoratori del turismo e dello spettacolo, senza lavoro e senza salario; noi insegnanti e supplenti precari; noi disoccupati, intermittenti, precari e a nero dai mille lavori e contratti, spremuti come limoni nei mille rivoli del decentramento della produzione capitalista e costretti a sopravvivere con paghe da fame; noi donne proletarie discriminate per il loro genere; noi rider che incontrate sulle nostre biciclette per portarvi a casa il cibo; noi studenti di scuole squalificate e senza futuro abbiamo deciso di prendere in mano le sorti delle nostre vite, con la consapevolezza che i nostri interessi immediati e futuri sono contrapposti e incompatibili agli interessi di chi ci sfrutta e di chi ci governa.
Abbiamo compreso insieme che è necessario ripartire con la lotta proprio dai nostri bisogni materiali indicando però anche l’immaginario di un nuovo tipo di società possibile, necessaria e indispensabile per il loro completo soddisfacimento: una società libera dal capitalismo e dalle sue logiche di miseria e di sfruttamento
Abbiamo deciso, dopo diversi momenti di confronto nazionale di convergere e di dar vita a un patto d’azione, un fronte unico anticapitalista che ricomponga, nel conflitto e nella prospettiva politica di una trasformazione radicale della società, le diverse lotte presenti sul piano nazionale e locale.
Abbiamo deciso di scendere in piazza SABATO 6 GIUGNO per una giornata di mobilitazione nazionale articolata in tutti territori dove ad ora siamo presenti, con una piattaforma di rivendicazioni unificanti.
Al degrado e alla miseria attuale i proletari devono contrapporre un’alternativa di classe tesa al superamento della schiavitù salariata, e perciò incompatibile con gli interessi di sopravvivenza del capitale.
Facciamo appello a tutte le realtà sociali, sindacali e politiche che condividono questa necessità, e ai singoli proletari stanchi di sfogare la propria rabbia solo sui social virtuali, a partecipare in massa alla giornata del 6 giugno e ai prossimi appuntamenti del Patto d'azione.
1 - Salario medio garantito per disoccupati, sottoccupati, precari e cassintegrati;
2 - Riduzione drastica e generalizzata dell'orario
di lavoro a parità di salario: lavorare meno, lavorare tutti;
3 - I costi della pandemia siano pagati dai padroni, a partire da una patrimoniale del 10% sul 10% più ricco della popolazione;
4 - Libertà di sciopero e agibilità sindacale: contro i divieti delle questure, dei prefetti e della Commissione di garanzia sugli scioperi: se si lavora si ha anche il diritto di svolgere attività sindacale e di scioperare;
5 - Abrogazione dei Decreti-sicurezza: no alla militarizzazione ulteriore dei territori e dei luoghi di lavoro;
6 - Drastico taglio alle spese militari (un F35 equivale a 7113 respiratori) e alle grandi opere inutili e dannose (quali TAV, TAP, MUOS);
7 - Piano di assunzione di nuovo personale sanitario: scorrimento degli idonei e delle idonee nelle graduatorie pubbliche e stabilizzazione dei precari e delle precarie, per garantire anche l'abbattimento dei turni di lavoro e le ferie bloccate;
8 - Requisizione immediata di tutte le cliniche private, anche oltre l'emergenza, per ricostruire tutti i servizi sanitari territoriali distrutti; contro la mercificazione della salute, per un servizio sanitario unico, universale, efficiente e gratuito;
9 - Regolarizzazione e sanatoria per tutti gli immigrati, a partire dalle migliaia di “irregolari” del settore bracciantile; contro la regolarizzazione-beffa “Conte- Bellanova”: permessi di soggiorno, documenti anagrafici e riconoscimento pieno per tutti gli immigrati; garanzia di salario diretto e indiretto, diritto all'abitare e assistenza sanitaria; chiusura dei CPR e riapertura dei porti;
10 - Blocco immediato degli affitti, dei mutui sulla prima casa e di tutte le utenze (luce, acqua, gas, internet) per i disoccupati e i cassintegrati; blocco a tempo indeterminato degli sgomberi per tutte le occupazioni a scopo abitativo;
11 - Revoca di qualsiasi progetto di Autonomia differenziata che penalizza i proletari e i lavoratori del Sud;
12 - Amnistia e misure alternative per garantire la salute di tutti i detenuti e di tutte le detenute
Noi lavoratori della logistica considerati carne da macello, con le nostre vite considerate un’inevitabile costo da pagare; noi addetti alla sanità, infermiere, infermieri e medici diventati “eroi” nel momento stesso in cui venivamo mandati al massacro; noi lavoratori immigrati delle campagne sfruttati e sottopagati; noi addetti alle pulizie; noi operai di fabbrica trattati al pari delle macchine con cui lavoriamo in catena di montaggio; noi lavoratori del turismo e dello spettacolo, senza lavoro e senza salario; noi insegnanti e supplenti precari; noi disoccupati, intermittenti, precari e a nero dai mille lavori e contratti, spremuti come limoni nei mille rivoli del decentramento della produzione capitalista e costretti a sopravvivere con paghe da fame; noi donne proletarie discriminate per il loro genere; noi rider che incontrate sulle nostre biciclette per portarvi a casa il cibo; noi studenti di scuole squalificate e senza futuro abbiamo deciso di prendere in mano le sorti delle nostre vite, con la consapevolezza che i nostri interessi immediati e futuri sono contrapposti e incompatibili agli interessi di chi ci sfrutta e di chi ci governa.
Abbiamo compreso insieme che è necessario ripartire con la lotta proprio dai nostri bisogni materiali indicando però anche l’immaginario di un nuovo tipo di società possibile, necessaria e indispensabile per il loro completo soddisfacimento: una società libera dal capitalismo e dalle sue logiche di miseria e di sfruttamento
Abbiamo deciso, dopo diversi momenti di confronto nazionale di convergere e di dar vita a un patto d’azione, un fronte unico anticapitalista che ricomponga, nel conflitto e nella prospettiva politica di una trasformazione radicale della società, le diverse lotte presenti sul piano nazionale e locale.
Abbiamo deciso di scendere in piazza SABATO 6 GIUGNO per una giornata di mobilitazione nazionale articolata in tutti territori dove ad ora siamo presenti, con una piattaforma di rivendicazioni unificanti.
Al degrado e alla miseria attuale i proletari devono contrapporre un’alternativa di classe tesa al superamento della schiavitù salariata, e perciò incompatibile con gli interessi di sopravvivenza del capitale.
Facciamo appello a tutte le realtà sociali, sindacali e politiche che condividono questa necessità, e ai singoli proletari stanchi di sfogare la propria rabbia solo sui social virtuali, a partecipare in massa alla giornata del 6 giugno e ai prossimi appuntamenti del Patto d'azione.
1 - Salario medio garantito per disoccupati, sottoccupati, precari e cassintegrati;
2 - Riduzione drastica e generalizzata dell'orario
di lavoro a parità di salario: lavorare meno, lavorare tutti;
3 - I costi della pandemia siano pagati dai padroni, a partire da una patrimoniale del 10% sul 10% più ricco della popolazione;
4 - Libertà di sciopero e agibilità sindacale: contro i divieti delle questure, dei prefetti e della Commissione di garanzia sugli scioperi: se si lavora si ha anche il diritto di svolgere attività sindacale e di scioperare;
5 - Abrogazione dei Decreti-sicurezza: no alla militarizzazione ulteriore dei territori e dei luoghi di lavoro;
6 - Drastico taglio alle spese militari (un F35 equivale a 7113 respiratori) e alle grandi opere inutili e dannose (quali TAV, TAP, MUOS);
7 - Piano di assunzione di nuovo personale sanitario: scorrimento degli idonei e delle idonee nelle graduatorie pubbliche e stabilizzazione dei precari e delle precarie, per garantire anche l'abbattimento dei turni di lavoro e le ferie bloccate;
8 - Requisizione immediata di tutte le cliniche private, anche oltre l'emergenza, per ricostruire tutti i servizi sanitari territoriali distrutti; contro la mercificazione della salute, per un servizio sanitario unico, universale, efficiente e gratuito;
9 - Regolarizzazione e sanatoria per tutti gli immigrati, a partire dalle migliaia di “irregolari” del settore bracciantile; contro la regolarizzazione-beffa “Conte- Bellanova”: permessi di soggiorno, documenti anagrafici e riconoscimento pieno per tutti gli immigrati; garanzia di salario diretto e indiretto, diritto all'abitare e assistenza sanitaria; chiusura dei CPR e riapertura dei porti;
10 - Blocco immediato degli affitti, dei mutui sulla prima casa e di tutte le utenze (luce, acqua, gas, internet) per i disoccupati e i cassintegrati; blocco a tempo indeterminato degli sgomberi per tutte le occupazioni a scopo abitativo;
11 - Revoca di qualsiasi progetto di Autonomia differenziata che penalizza i proletari e i lavoratori del Sud;
12 - Amnistia e misure alternative per garantire la salute di tutti i detenuti e di tutte le detenute