Il Partito Comunista dei Lavoratori esprime la propria solidarietà al SICobas e ai lavoratori aggrediti dalla polizia nei pressi di Palazzo Chigi venerdì mattina.
La stampa e i media hanno costruito sui fatti una rappresentazione di comodo che vorrebbe i lavoratori nella veste di aggressori e le forze dell'ordine nel ruolo di vittima. Ma la verità è esattamente opposta. Una delegazione di lavoratori di FedEx, dei disoccupati di Napoli, dei lavoratori portuali di Napoli, era giunta a Roma per incontrare il ministro Giorgetti sui temi delle rispettive vertenze. Il ministro si è negato, la polizia invece no. Il corteo, indirizzato verso il MISE, è stato caricato con manganellate alla testa e diversi lavoratori feriti. Lavoratori che si sono semplicemente difesi e che ora vengono accusati di resistenza a pubblico ufficiale in base a quei decreti Salvini che nessuno ha abrogato e nessuno chiede di abrogare, tanto più nel momento dell'unità nazionale attorno a Draghi.
Si conferma dunque una linea di gestione dell'”ordine pubblico” affidata alla repressione mirata contro le lotte di classe più radicali, quelle che non abbassano il capo, quelle capaci di resistenza a oltranza a difesa del lavoro, quelle che non sono disponibili ad accettare soluzioni-truffa. Una repressione che i lavoratori di FedEx hanno subito in prima persona durante tutto il corso della loro grande lotta. Una repressione che costituisce una minaccia pesante in vista dello scontro che si annuncia con la liberalizzazione dei subappalti e lo sblocco dei licenziamenti.
Anche per questo crediamo sia necessario che tutte le sinistre di classe, politiche e sindacali, prendano posizione con chiarezza sui fatti di Roma, in solidarietà coi lavoratori colpiti e col loro sindacato. “Se toccano uno toccano tutti” deve diventare una pratica condivisa fra tutte le organizzazioni dell'avanguardia di classe, e un riferimento per l'insieme del movimento operaio, al di là di ogni divisione di appartenenza sindacale e politica.
Partito Comunista dei Lavoratori