La scelta di non fare la zona rossa in Val Seriana. La nostra denuncia confermata dall'indagine
Quattromila morti che si sarebbero potuti evitare, se solo si fosse recintata la Val Seriana come zona rossa. È l'esito dell'indagine che la Procura di Bergamo ha affidato al dottor Crisanti per avere da lui una risposta strettamente epidemiologica. Cinque i quesiti che la Procura ha posto a Crisanti. Il quinto era il più spinoso: esistevano le condizioni sanitarie di necessità accertata per realizzare la zona rossa in Val Seriana, e come possono essere quantificate le conseguenze per non averla fatta? Crisanti ha dovuto studiare per rispondere dodicimila pagine di dati clinici. Ora ha risposto: “Sì, c'erano le condizioni di necessità per fare come a Codogno una zona rossa. Non averla fatta ha comportato almeno quattromila vittime” aggiuntive.
Crisanti si è limitato, com'è giusto, a una risposta strettamente clinica. È quello che gli è stato richiesto. Ma la risposta clinica investe obiettivamente le responsabilità politiche. Il governo italiano, il Presidente del Consiglio Conte e il ministro della Salute Speranza sono coloro che decisero di non varare la zona rossa in Val Seriana, assieme al presidente della regione Lombardia Attilio Fontana. Decisero di non vararla non sulla base di considerazioni sanitarie, ma perché hanno scelto di allinearsi alla richiesta dei vertici di Confindustria regionali (Bonomi e Bonometti) di non bloccare la produzione per non danneggiare l'economia. Erano i giorni in cui la Confindustria di Bergamo gridava al mondo “Bergamo is running”, la produzione corre e deve correre, per rassicurare i propri clienti e soprattutto il proprio portafoglio. Il governo ha scelto Confindustria invece che la vita. Quattromila morti è il prezzo della scelta.
Ora i responsabili debbono pagare. Tutti. Il nostro partito fu il primo a denunciare anche in sede giudiziaria presso la Procura di Bergamo le responsabilità criminali di quella scelta. Ora chiediamo giustizia assieme ai parenti delle vittime, senza guardare in faccia nessuno. Altro che i cortei no vax che, con 140.000 morti di Covid accusano il governo di anteporre la salute pubblica al “diritto individuale di non vaccinarsi”. Occorrerebbe una grande manifestazione di massa per accusare i ministri di ieri e di oggi, e insieme i vertici padronali, di aver subordinato la salute al profitto. Anche al prezzo di un massacro.
È il capitale la vera grande associazione a delinquere. È il profitto ad essere criminogeno. È la sua dittatura che va spazzata via, per costruire un'altra società, governata dai lavoratori e dalle lavoratrici.