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La vera natura dell'emergenza bollette

 


La necessaria risposta anticapitalista

26 Agosto 2022

Non è la classe operaia che deve pagare il costo della crisi!

Vogliono far passare il caro bollette come una calamità naturale. Nulla di più falso. Il caro bollette, trainato dal gas, è l'effetto combinato di un'economia capitalistica incardinata sulle energie fossili, dei costi della guerra economica tra imperialismo russo e imperialismi NATO, della speculazione dei grandi monopoli dell'energia, che in Italia hanno incassato 40 miliardi di extraprofitti in soli sei mesi giocando alla Borsa di Amsterdam.

Ora i capitalisti europei e i loro diversi governi non sanno che pesci prendere. Un tetto al prezzo del gas su scala europea, sollecitato dall'Italia, è respinto dalla Germania che teme il blocco completo dei rifornimenti russi e dall'Olanda che vende il gas. Un tetto al prezzo su scala nazionale è osteggiato dai grandi gruppi energetici quotati in Borsa che temono la caduta delle azioni e il crollo dei propri profitti.

Il risultato di questa impasse è che vogliono scaricarla sulla classe operaia. Da un lato battendo cassa presso il governo a carico della fiscalità generale (retta al 90% da salariati e pensionati), dall'altro annunciando “inevitabili” chiusure e cassa integrazione straordinaria a manetta. Siderurgia, vetrerie, ceramiche, alimentare sono in testa a questa valanga annunciata, mentre i salari sono tagliati da un'inflazione fuori controllo senza la minima protezione.

Tutto questo è inaccettabile. Non possono essere ancora una volta i lavoratori e le lavoratrici a pagare i costi di una crisi non provocata da loro ma dalla natura dello stesso sistema che li sfrutta.


Vanno bloccati per legge i licenziamenti. La cassa integrazione, se necessaria, dev'essere a salario pieno pagato dai padroni. Le aziende che licenziano vanno nazionalizzate senza indennizzo e sotto il controllo dei lavoratori.

Va imposto il blocco immediato dei prezzi del gas, della luce, della benzina. I monopoli dell'energia vanno nazionalizzati, senza indennizzo. I loro extraprofitti vanno immediatamente e integralmente requisiti per essere investiti nello sviluppo sotto controllo pubblico delle energie rinnovabili.

Va imposto un prezzo amministrato ai beni alimentari di prima necessità, sotto il controllo dei lavoratori e dei consumatori. Occorre un aumento generale dei salari per recuperare il maltolto degli ultimi trent'anni, e va reintrodotta la scala mobile dei salari.

È necessaria una patrimoniale straordinaria del 10% sul 10% più ricco. I 400 miliardi così ricavati vanno investiti nel risanamento dell'ambiente, nella riparazione della rete idrica, nel riassetto idrogeologico del territorio.

Va cancellato il debito pubblico verso le banche, che ogni anno sottrae 80 miliardi di soli interessi alla sanità, all'istruzione, alle pensioni, al lavoro. Le banche vanno nazionalizzate senza indennizzo per i grandi azionisti, e poste al servizio di una pianificazione democratica dell'economia. Le risorse così risparmiate vanno investite nella ricostruzione delle protezioni sociali.


“Tutto questo è impossibile” dicono in coro tutti partiti borghesi, e purtroppo le sinistre a essi subalterne. La verità è che è impossibile nel rispetto del capitalismo, di un sistema sociale fallito che vive della rapina del lavoro e del saccheggio della natura. È una ragione in più per dire: solo una rivoluzione può cambiare le cose. Solo un governo dei lavoratori può realizzare una vera alternativa. Solo la lotta per un governo dei lavoratori può strappare cammin facendo risultati parziali.

Costruire la coscienza di questa verità è la ragione d'essere del PCL. Ciò che fa la differenza tra il PCL e ogni altro partito.

Partito Comunista dei Lavoratori