13 Settembre 2022
Gli enormi extraprofitti delle aziende energetiche (50 miliardi in sei mesi) sono sotto gli occhi di tutti, al pari della loro dichiarata evasione fiscale; con uno Stato borghese che non riscuote le tasse sulle aziende... partecipate dallo Stato. Ma pochi posano l'occhio sui profitti in crescita degli altri settori, in particolare delle banche.
L'aumento dei tassi di interesse di tutte le banche centrali, inclusa la BCE, ha una duplice ricaduta. Da un lato alza i tassi dei mutui variabili pagati da milioni di famiglie, con incrementi sino al 35% in nove mesi (Il Sole 24 Ore, 10 settembre). Un ulteriore colpo ai salari che si aggiunge a quello delle bollette. Dall'altro ingrassa i profitti delle banche. Intesa San Paolo ha presentato ad agosto il miglior risultato in fatto di utili dal 2008. Unicredit il migliore degli ultimi dieci anni. Così in fila indiana le banche minori. Non va diversamente in Europa, dove il progresso dei profitti tende a raggiungere addirittura i 20 miliardi netti.
La crisi drammatiche delle bollette coincide dunque con la festa del capitale finanziario, che carica la società di nuovi costi. Il meccanismo è semplice: se aumentano i tassi d'interesse, aumentano i tassi che lo Stato paga alle banche che acquistano i titoli di Stato. Significa che aumenterà la pressione dello Stato su sanità, pensioni, istruzione, lavoro per pagare gli interessi alle banche; e le banche a loro volta chiederanno allo Stato e ad ogni governo borghese di contenere le spese sociali per avere garanzie sul debito.
La verità è che tutta l'organizzazione della società borghese, quale che sia il suo governo, si appoggia sul parassitismo del capitale. Solo una rivoluzione può riorganizzare la società su basi nuove.